Dal 19 gennaio al 1° luglio al MACRO
Roma: 50 anni di Pink Floyd in un’esperienza multisensoriale
The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains.
Francesca Grego
16/01/2018
Roma - Dopo i 400 mila visitatori del Victoria and Albert Museum di Londra, approda a Roma la mostra che celebra i 50 anni dei Pink Floyd: mezzo secolo di storia della musica, e non solo.
Copertine indimenticabili, strumenti leggendari, fotografie, animazioni, interviste, dipinti, schizzi e appunti vergati di proprio pugno dai membri della band britannica aprono uno scorcio sulla cultura del Novecento da una prospettiva che oltrepassa naturalmente confini geografici e generazionali.
I pionieri del rock psichedelico sono diventati pezzi da museo? Solo in senso buono. “Questa mostra ha fatto riaffiorare tanti ricordi nella mia memoria”, ha spiegato Roger Waters, ospite d’onore insieme al batterista Nick Mason durante la presentazione di stamane al MACRO, “ma sono molto più interessato al presente, sono molto più interessato a voi che alle cose che ho fatto 40 o 50 anni fa. Alle nuove generazioni troppo impegnate a tenere gli occhi sui propri smartphone, a quanto stanno vivendo le popolazioni dell’Ecuador o della Palestina. Alla storia che ci consuma, come un treno diretto verso l’estinzione. Se posassimo il telefonino e provassimo a capire quanto è difficile la situazione, sarebbe già un buon inizio”.
A meno di un chilometro dallo storico Piper Club, che nel 1968 ospitò il primo concerto italiano dei Pink Floyd, si dipana il percorso ideato dal direttore creativo della band Audrey ‘Po’ Powell e da Paula Webb Stainton, che ha lavorato a stretto contatto con i membri del gruppo e in particolare con Nick Mason, consulente ufficiale della mostra, mentre un ulteriore contributo è arrivato dallo studio Stutfish, gli entertainment designers che, oltre agli show di Waters e compagni, hanno firmato spettacoli per Rolling Stones, U2, Madonna e Lady Gaga.
Per la tappa romana, fortemente voluta da Waters e Mason che hanno preferito la Capitale a Milano, Tokyo e Parigi, una serie di esclusive legate alle esibizioni della band in Italia, come il film-concerto a Pompei (1974) e il live a Venezia (1989).
Dalla partenza a bordo del mitico furgone Bedford, veicolo dei tour dei giovani Floyd, alla Performance Zone, uno spazio audiovisivo immersivo dove riviverne i concerti tra luci 3D e le più recenti tecnologie del suono, nel viaggio della memoria musica e immagini si intrecciano in un unico filo.
Una scelta che rimette in gioco la tendenza alla contaminazione tra le arti evidente fin dagli esordi della band, composta inizialmente da uno studente di pittura (Syd Barrett) e tre aspiranti architetti (Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright).
Nella loro storia, mitiche icone della cultura pop: la mucca di Atom Heart Mother e il prisma di The Dark Side of the Moon (da ammirare in un’installazione 3D), il maiale rosa in volo sulla Battersea Power Station (Animals), i “Marching Hammers” (The Wall) e “l’uomo con le lampadine” (Delicate Sound of Thunder).
Per non parlare delle immaginifiche scenografie che iniziarono prestissimo a connotarne le performance dal vivo, del light design psichedelico, di gigantesche rappresentazioni multimediali in cui la componente visiva è parte integrante di uno show totale.
Il pensiero non può non andare a Storm Thorgerson, fondatore del celebre studio Hipgnosis insieme a ‘Po’ Powell e autore di cover impresse a fuoco nell’immaginario collettivo, all’illustratore Gerald Scarfe (sue le animazioni del tour Wish You Were Here) e al pioniere dell’illuminazione psichedelica Peter Wynne-Willson.
Un’avventura che, negli spazi del MACRO, si completa con le chitarre appartenute a Syd Barrett e David Gilmour, le batterie di Mason con la Grande Onda di Hokusai, i modelli originali in argilla dei pupazzi di The Wall, gli schizzi, gli appunti e i complessi allestimenti disegnati da Waters per le performance, senza dimenticare un ricco armamentario tecnologico che la dice lunga sull’attitudine sperimentale del gruppo .
Il tutto è accompagnato da due ore di musica che segue i passi di ciascun visitatore: grazie alle audioguide personali sviluppate da Sennheiser, a ogni tappa dell’itinerario espositivo la colonna sonora cambia automaticamente, spaziando dalle creazioni underground degli anni Sessanta ai cult che hanno segnato l’eclettica storia della band.
Prodotta e organizzata da Concert Productions International B.V. di Michael Cohl, da Azienda Speciale Palaexpo, Mondo Mostre e Live Nation, The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains sarà in programma al MACRO di via Nizza dal 19 gennaio al 1° luglio.
Leggi anche:
• Musica e Ribelli: a Milano è di scena la rivoluzione
Copertine indimenticabili, strumenti leggendari, fotografie, animazioni, interviste, dipinti, schizzi e appunti vergati di proprio pugno dai membri della band britannica aprono uno scorcio sulla cultura del Novecento da una prospettiva che oltrepassa naturalmente confini geografici e generazionali.
I pionieri del rock psichedelico sono diventati pezzi da museo? Solo in senso buono. “Questa mostra ha fatto riaffiorare tanti ricordi nella mia memoria”, ha spiegato Roger Waters, ospite d’onore insieme al batterista Nick Mason durante la presentazione di stamane al MACRO, “ma sono molto più interessato al presente, sono molto più interessato a voi che alle cose che ho fatto 40 o 50 anni fa. Alle nuove generazioni troppo impegnate a tenere gli occhi sui propri smartphone, a quanto stanno vivendo le popolazioni dell’Ecuador o della Palestina. Alla storia che ci consuma, come un treno diretto verso l’estinzione. Se posassimo il telefonino e provassimo a capire quanto è difficile la situazione, sarebbe già un buon inizio”.
A meno di un chilometro dallo storico Piper Club, che nel 1968 ospitò il primo concerto italiano dei Pink Floyd, si dipana il percorso ideato dal direttore creativo della band Audrey ‘Po’ Powell e da Paula Webb Stainton, che ha lavorato a stretto contatto con i membri del gruppo e in particolare con Nick Mason, consulente ufficiale della mostra, mentre un ulteriore contributo è arrivato dallo studio Stutfish, gli entertainment designers che, oltre agli show di Waters e compagni, hanno firmato spettacoli per Rolling Stones, U2, Madonna e Lady Gaga.
Per la tappa romana, fortemente voluta da Waters e Mason che hanno preferito la Capitale a Milano, Tokyo e Parigi, una serie di esclusive legate alle esibizioni della band in Italia, come il film-concerto a Pompei (1974) e il live a Venezia (1989).
Dalla partenza a bordo del mitico furgone Bedford, veicolo dei tour dei giovani Floyd, alla Performance Zone, uno spazio audiovisivo immersivo dove riviverne i concerti tra luci 3D e le più recenti tecnologie del suono, nel viaggio della memoria musica e immagini si intrecciano in un unico filo.
Una scelta che rimette in gioco la tendenza alla contaminazione tra le arti evidente fin dagli esordi della band, composta inizialmente da uno studente di pittura (Syd Barrett) e tre aspiranti architetti (Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright).
Nella loro storia, mitiche icone della cultura pop: la mucca di Atom Heart Mother e il prisma di The Dark Side of the Moon (da ammirare in un’installazione 3D), il maiale rosa in volo sulla Battersea Power Station (Animals), i “Marching Hammers” (The Wall) e “l’uomo con le lampadine” (Delicate Sound of Thunder).
Per non parlare delle immaginifiche scenografie che iniziarono prestissimo a connotarne le performance dal vivo, del light design psichedelico, di gigantesche rappresentazioni multimediali in cui la componente visiva è parte integrante di uno show totale.
Il pensiero non può non andare a Storm Thorgerson, fondatore del celebre studio Hipgnosis insieme a ‘Po’ Powell e autore di cover impresse a fuoco nell’immaginario collettivo, all’illustratore Gerald Scarfe (sue le animazioni del tour Wish You Were Here) e al pioniere dell’illuminazione psichedelica Peter Wynne-Willson.
Un’avventura che, negli spazi del MACRO, si completa con le chitarre appartenute a Syd Barrett e David Gilmour, le batterie di Mason con la Grande Onda di Hokusai, i modelli originali in argilla dei pupazzi di The Wall, gli schizzi, gli appunti e i complessi allestimenti disegnati da Waters per le performance, senza dimenticare un ricco armamentario tecnologico che la dice lunga sull’attitudine sperimentale del gruppo .
Il tutto è accompagnato da due ore di musica che segue i passi di ciascun visitatore: grazie alle audioguide personali sviluppate da Sennheiser, a ogni tappa dell’itinerario espositivo la colonna sonora cambia automaticamente, spaziando dalle creazioni underground degli anni Sessanta ai cult che hanno segnato l’eclettica storia della band.
Prodotta e organizzata da Concert Productions International B.V. di Michael Cohl, da Azienda Speciale Palaexpo, Mondo Mostre e Live Nation, The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains sarà in programma al MACRO di via Nizza dal 19 gennaio al 1° luglio.
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