Roma e Parigi uniscono le forze per riportare all’antico splendore 460 ritratti dell’Accademia di Francia

Wikipedia | Villa Medici, Roma
 

29/01/2013

Roma - Dal 1803 Villa Medici ospita, sulla collina del Pincio, l’Accademia di Francia a Roma, la prestigiosa istituzione culturale fondata nel 1666 che annoverò fra i suoi direttori Ingres e Balthus. Di qui passarono diverse generazioni di giovani studenti e borsisti, i “pensionnaires”, come venivano chiamati tra le mura dell’Accademia. Di loro rimane una ricca collezione di ritratti, in tutto 460,  frutto di una tradizione andata perduta dopo la prima guerra mondiale che prevedeva che ciascuno di loro si esercitasse nella pittura ritraendo i colleghi di studio. L’ultimo ritratto conservato è quello di Joseph Fontanarosa del 1937. Tra i ritratti di personaggi celebri, quelli di  Berlioz e Debussy, poi utilizzati dalle case discografiche per le copertine delle loro incisioni, e quelli di David ed Ingres, integrati posteriormente alla collezione. Molti dei dipinti sono firmati e datati, anche se alcuni riportano una data posteriore rispetto alla partenza dei pensionnaires rappresentati, forse perché eseguiti a memoria successivamente.
Una iniziativa internazionale prevede ora la catalogazione, il restauro e la valorizzazione di queste opere. Si intitola “Ritratti in movimento: cultura, restauro e formazione tra Italia e Francia”, perché vede la cooperazione di Roma e Parigi, entrambe coinvolte in questo progetto che ha un duplice obiettivo: recuperare una testimonianza della storia dell’arte del passato e favorire la formazione dei giovani esperti di restauro, che rappresentano il futuro di questa professione. Il lavoro sulla collezione di ritratti dell’Accademia sarà infatti affidato ai giovani borsisti dell’Institut national du patrimonie (INP) che saranno selezionati attraverso un bando.  
A promuovere il progetto, patrocinato dal Ministero degli Esteri, è la Onlus intitolata a Luigi De Cesaris, eminente restauratore prematuramente scomparso, in collaborazione con l’Accademia di Francia e l’ Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Nicoletta Speltra