Scoperto un grande complesso militare interrato nell’area del Laterano
Roma: nei cantieri della metro, i castra e la Domus del Comandante
Casa del Comandante, mosaici pavimentali. Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio
Francesca Grego
02/03/2018
Roma - Un esteso complesso militare, un cortile con vasche e fontana e un appartamento privato di 14 stanze, dotato perfino di riscaldamento: la Domus del Comandante. È la sorpresa venuta alla luce nel quartiere San Giovanni, durante i lavori per la realizzazione della stazione Metro C – Amba Aradam.
Gli ambienti, risalenti probabilmente all’età di Adriano, si trovano a 12 metri sotto il manto stradale nei pressi delle Mura Aureliane, che non esistevano ancora quando la caserma fu costruita. Fu probabilmente per far posto alle fortificazioni che quest’ultima fu interrata dopo la metà del III secolo.
A colpire lo sguardo sono i preziosi pavimenti mosaicati in marmo bianco e ardesia grigia della domus, a motivi geometrici o figurati, ma non mancano altre testimonianze dell’ingegno degli antichi Romani. Tra rivestimenti in cocciopesto e corridoi in opus spicatum (mattoncini disposti a spina di pesce), spicca il complesso impianto idrico che con una rete di canali percorre l’ala ovest della struttura, adibita ad area di servizio e deposito di merci.
È qui che sono stati rinvenuti dei reperti molto rari per Roma: degli elementi lignei, serviti in parte per edificare le fondazioni, in parte per lavori di carpenteria corrente. Travi, tavole e paletti che forniscono notizie sulle pratiche quotidiane dei nostri antenati, essendo rimasti nelle sedi originali per 18 secoli: raggiungendo livelli di profondità insoliti, gli scavi della Metro C hanno aperto opportunità nuove per gli archeologi.
La caserma dell’Amba Aradam apparteneva a un intero quartiere destinato a soldati ed edifici militari, costruito in gran parte ai tempi di Traiano. La sua posizione la collega infatti alla cintura di castra rinvenuti tra il Laterano e il Celio: i Castra Priora Equitum Singularium di via Tasso, i Castra Nova Equitum Singularium che si trovano sotto la basilica di San Giovanni, i Castra Peregrina al di sotto della chiesa di Santo Stefano Rotondo e la statio della V Coorte dei Vigili presso la chiesa di Santa Maria in Domnica.
È stata proprio la chiara destinazione d’uso degli immobili di tutta zona a portare gli studiosi a escludere che la domus appena ritrovata potesse appartenere a un privato cittadino, ma soltanto a un importante personaggio degli ambienti militari.
Le nuove scoperte vanno a coronare le ricerche condotte nell’area tra la fine del 2015 e il 2016, quando gli archeologi portarono alla luce una prima porzione del complesso: un lungo edificio con corridoio centrale su cui si affacciano numerose stanzette destinate all’alloggio dei soldati.
Ad accrescere il valore degli ultimi ritrovamenti, l’ottimo stato di conservazione, l’estensione non trascurabile – solo l’ala Est misura circa 300 metri quadrati – e la possibilità, per nulla remota, di identificare nella caserma dell’Amba Aradam uno dei castra citati dalle fonti letterarie ed epigrafiche antiche che finora mancavano all’appello.
Leggi anche:
• Alla Domus Aurea tornano a splendere gli affreschi di Achille a Sciro
Gli ambienti, risalenti probabilmente all’età di Adriano, si trovano a 12 metri sotto il manto stradale nei pressi delle Mura Aureliane, che non esistevano ancora quando la caserma fu costruita. Fu probabilmente per far posto alle fortificazioni che quest’ultima fu interrata dopo la metà del III secolo.
A colpire lo sguardo sono i preziosi pavimenti mosaicati in marmo bianco e ardesia grigia della domus, a motivi geometrici o figurati, ma non mancano altre testimonianze dell’ingegno degli antichi Romani. Tra rivestimenti in cocciopesto e corridoi in opus spicatum (mattoncini disposti a spina di pesce), spicca il complesso impianto idrico che con una rete di canali percorre l’ala ovest della struttura, adibita ad area di servizio e deposito di merci.
È qui che sono stati rinvenuti dei reperti molto rari per Roma: degli elementi lignei, serviti in parte per edificare le fondazioni, in parte per lavori di carpenteria corrente. Travi, tavole e paletti che forniscono notizie sulle pratiche quotidiane dei nostri antenati, essendo rimasti nelle sedi originali per 18 secoli: raggiungendo livelli di profondità insoliti, gli scavi della Metro C hanno aperto opportunità nuove per gli archeologi.
La caserma dell’Amba Aradam apparteneva a un intero quartiere destinato a soldati ed edifici militari, costruito in gran parte ai tempi di Traiano. La sua posizione la collega infatti alla cintura di castra rinvenuti tra il Laterano e il Celio: i Castra Priora Equitum Singularium di via Tasso, i Castra Nova Equitum Singularium che si trovano sotto la basilica di San Giovanni, i Castra Peregrina al di sotto della chiesa di Santo Stefano Rotondo e la statio della V Coorte dei Vigili presso la chiesa di Santa Maria in Domnica.
È stata proprio la chiara destinazione d’uso degli immobili di tutta zona a portare gli studiosi a escludere che la domus appena ritrovata potesse appartenere a un privato cittadino, ma soltanto a un importante personaggio degli ambienti militari.
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Ad accrescere il valore degli ultimi ritrovamenti, l’ottimo stato di conservazione, l’estensione non trascurabile – solo l’ala Est misura circa 300 metri quadrati – e la possibilità, per nulla remota, di identificare nella caserma dell’Amba Aradam uno dei castra citati dalle fonti letterarie ed epigrafiche antiche che finora mancavano all’appello.
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