Mercoledì 16 aprile 2025 ore 21.15

STORIE DI ARTE E DI POTERE “ARTE E PROPAGANDA”

Still dal documentario ARTE E PROPAGANDA | © ARTE.it 2025
 

Ufficio Stampa

09/04/2025

Roma - STORIE DI ARTE E DI POTERE

“ARTE E PROPAGANDA”
un documentario di
Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà

IN PRIMA VISIONE TV MERCOLEDÌ 16 APRILE ALLE ORE 21.15 SU RAI 5 NEL PROGRAMMA "ART NIGHT"

UN VIAGGIO NELLA STORIA PER RIFLETTERE SUL RAPPORTO TRA ARTISTI, COMMITTENTI E POTERE

Roma, 9 Aprile 2025 - Il documentario ARTE E PROPAGANDA andrà in onda in prima visione tv mercoledì 16 aprile 2025 su RAI 5 (canale 23 del digitale terrestre e 5023 di Sky) alle ore 21.15 nel programma Art Night di Silvia De Felice. Scritto, diretto e prodotto da Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà, il documentario è un viaggio attraverso i secoli per esplorare le dinamiche del rapporto dell’arte con il potere. Prodotto da ARTE.it Originals in collaborazione con RAI Cultura, ARTE E PROPAGANDA è una produzione indipendente.

Quando si parla di arte di propaganda, pensiamo ai grandi totalitarismi del XX secolo, al fascismo, al nazismo, al comunismo sovietico che hanno sistematicamente utilizzato l'arte per esercitare il dominio sulle masse.
Ma la storia dell'arte di propaganda ha radici più antiche. L'arte, in generale, è sempre stata un potente strumento di comunicazione, persuasione e propaganda.

A George Orwell, scrittore e poeta, saggista e critico ibritannico, autore del celebre romanzo distopico 1984, viene attribuita una frase provocatoria: "Tutta l'arte è propaganda".
Una sentenza con cui Orwell sembra rifiutare il canone classico che vede l'arte come libera e genuina espressione dell'animo umano e, l'artista, massima incarnazione di questa libertà. Ci rivela come l'arte possa promuovere l’espressione di valori, ideali, politiche e rappresentazioni del potere.

Il documentario ARTE E PROPAGANDA racconta come artisti e mecenati abbiano collaborato per creare opere che riflettono e trasmettono messaggi potenti e duraturi, analizzando il contesto storico, sociale e politico in cui le opere sono state create. Un percorso che vede la figura dell'artista evolvere nel tempo, diventando protagonista sempre più consapevole dell'arte di propaganda e assumendo progressivamente, a partire dal XIX e XX secolo, un ruolo primario nella scelta dei temi, dei metodi espressivi e del messaggio veicolato dall'arte di propaganda. Fino a porsi anche in opposizione al potere (contro-propaganda).

La narrazione del documentario procede per episodi che raccontano alcune vicende di arte di propaganda, senza avere la pretesa di essere esaustiva, ma tratteggiando il rapporto dell’arte e degli artisti con il potere, secondo angolature differenti ed evidenziando di volta in volta alcuni aspetti particolari.

Un grande lavoro di ricerca è stato svolto dagli autori per individuare, come interlocutori, i massimi esperti degli argomenti trattati, per verificare le informazioni, selezionare documenti d’archivio originali e spesso inediti, filmati d’epoca e fotografie, documentando mostre ed esposizioni che nel corso degli anni sono state un’ottima fonte di informazione.
Nel documentario intervengono tra gli altri gli storici Fabrice D’Almeida (professore di Storia, Université Paris-Panthéon-Assas) e Giordano Bruno Guerri (presidente, Il Vittoriale degli Italiani).

In età romana Augusto Imperatore utilizza l’arte che è espressione di sacralità, come strumento per consolidare il cambio di regime. Per illustrare questo tema sono state effettuate riprese a Roma presso i Musei Capitolini e il Museo dell’Ara Pacis.

La scultura di Napoleone come Marte pacificatore realizzata da Antonio Canova, è un capolavoro che nel giro di vent’anni, per un cambio di rotta della storia, diventa l’emblema del fallimento dell’arte di propaganda progettata da Bonaparte. La vicenda è narrata attraverso la voce di Julius Bryant, curatore emerito del Victoria & Albert Museum di Londra (museo che vanta nella collezione importanti opere di Antonio Canova), e di Arthur Charles Valerian Wellesley, IX duca di Wellington.
Del Marte pacificatore esistono varie versioni al mondo. Il documentario mostra tutte le sculture esistenti: il marmo originale conservato oggi ad Apsley House a Londra, il gesso preparatorio custodito presso il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, il gesso e il bronzo conservati rispettivamente presso la Pinacoteca e il Cortile d’onore del Palazzo di Brera a Milano.

Mussolini è il protagonista, insieme a Leonardo da Vinci, del terzo capitolo che descrive la manipolazione operata nei confronti di una delle figure chiave del patrimonio culturale italiano. In un momento critico della politica autarchica, infatti, il Duce mette a punto la cosiddetta ”operazione Leonardo”: l’invenzione a tavolino, attraverso una mostra itinerante, di “Leonardo da Vinci: genio italiano”, che diventerà un utile strumento di propaganda non solo in Italia, ma anche all’estero, prima a New York e poi a Tokyo, durante una campagna di promozione dell’industria italiana nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. Compito di un documentario è anche quello di divulgare al grande pubblico ricerche e studi che vengono portati avanti da esperti e istituzioni. A questo proposito, il capitolo dedicato a Mussolini, è stato realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e può contare sui contributi di Claudio Giorgione, curatore collezioni “Leonardo, Arte e Scienza”, e di Elena Canadelli, professoressa di Storia della Scienza presso l’Università di Padova.

Il viaggio nella storia dell’arte di propaganda prosegue nella Germania nazista. Le riprese della mostra Art Dégénéré: le Procès de l’Art Moderne sous le Nazisme in corso al Musée Picasso di Parigi fino al 25 maggio 2025, documentano le opere e gli artisti che furono messi al bando da Hitler nel corso della campagna di denigrazione dell’arte moderna. Eppure, mentre il dittatore tedesco dichiarava guerra all’”Arte degenerata”, un artista e attivista comunista, John Heartfield, con grande lucidità riuscì a fare arte di contro-propaganada, svelando con grande anticipo al popolo tedesco i contenuti devastanti della politica nazista. Gli autori si sono recati presso l’Archivio John Heartfield, oggi conservato presso l'Akademie der Künste di Berlino, per filmare i fotomontaggi dell’artista e per incontrare la massima esperta del suo lavoro, Anna Schultz, direttore Collezioni d’Arte.

Nel dopoguerra, mentre Peggy Guggenheim animava la scena di Manhattan con la galleria The Art of This Century in cui dava spazio agli artisti europei che erano stati costretti a lasciare il vecchio continente e scopriva i giovani talenti americani che avrebbero dato vita alla Scuola di New York, come Jackson Pollock, gli Stati Uniti ricorrono ai servizi segreti della CIA per promuovere in Europa, a loro insaputa, gli Espressionisti astratti americani come bandiera della libertà culturale e politica dell’Occidente.
Il racconto si avvale del contributo di Karole P. B. Vail, direttore della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, e di Grazina Subelyte, curatrice, sull’impegno di Peggy Guggenheim a promuovere le avanguardie europee e i giovani americani a partire dalla Biennale di Venezia del 1948, la prima dopo la sospensione negli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Il documentario prosegue con l’ultimo capitolo che illustra come l’arte figurativa in Unione Sovietica fosse l’unica forma espressiva ammessa “perché non ingannava il proletariato”, mentre a Cuba dopo la rivoluzione castrista, si desse vita ad una delle più longeve icone moderne di libertà: il ritratto di Che Guevara che oggi vediamo stampato su t-shirt, tazze e pacchetti di sigarette. La vicenda è narrata attraverso una moltitudine di filmati d’archivio e fotografie originali, scattate dai testimoni diretti della storia, uno su tutti il fotografo cubano Alberto Korda che realizzò il ritratto del Che “Guerrillero Heroico”, e si avvale del contributo straordinario dell’artista irlandese Jim Fitzpatrick, autore del celebre Poster rosso e nero di Che Guevara, oltre che del racconto di Denis Curti, storico della fotografia e curatore.

“Oggi le cose sono cambiate. Banksy e gli artisti della Street Art non hanno committenti e occupano spazi pubblici, abusivamente, per consegnare all’arte i loro messaggi, senza paura di fare propaganda. Ma non bastano un committente e un artista per fare un’opera d’arte di propaganda. Occorre il pubblico: senza le persone che guardano e aderiscono ai messaggi, le opere d’arte si spengono. È un’illusione ridurre l’arte di propaganda ad un inganno. Siamo noi a dover essere consapevoli, a riconoscere il messaggio contenuto in ogni opera d’arte, e a svelare anche la propaganda più sofisticata, quella che conferma i valori in cui crediamo”, affermano Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà.

Il documentario è frutto di un lungo lavoro di ricerca cominciato dagli autori nel 2017. Nel film intervengono numerosi esperti e artisti che a vario titolo sono coinvolti negli argomenti trattati.

Tra questi: Martin Kemp, storico dell’arte e professore presso l’Università di Oxford; Francesco Vezzoli, artista; Fabrice D’Almeida, professore di Storia presso l’Université Paris-Panthéon-Assas; Arthur Charles Valerian Wellesley, IX duca di Wellington; Jim Fitzpatrick, artista; Giordano Bruno Guerri, storico e presidente de Il Vittoriale degli Italiani; Karole P. B. Vail, direttore Collezione Peggy Guggenheim, Venezia; Julius Bryant, curatore emerito, Victoria & Albert Museum; Jim Fitzpatrick, artista; Denis Curti, curatore e storico della fotografia; Claudio Giorgione, curatore Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano; Elena Canadelli, storica e professoressa di Storia della Scienza presso l’Università di Padova; Anna Schultz, direttore delle collezioni d’arte di Akademie der Künste, Berlino; Grazina Subelyte, curatrice Collezione Peggy Guggenheim, Venezia.

Le riprese del documentario si sono svolte in diverse città tra cui: Roma, Milano e Venezia (Italia), Parigi (Francia), Londra (Gran Bretagna), Berlino (Germania) e New York (Stati Uniti).

Tra i musei e le istituzioni dove sono state effettuate riprese: Musei Capitolini, Museo dell’Ara Pacis, Palazzo Barberini (Roma), Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Pinacoteca e Cortile d’Onore del Palazzo di Brera (Milano), Collezione Peggy Guggenheim (Venezia), Museo Gypsotheca Antonio Canova (Possagno, Treviso), Victoria and Albert Museum e Apsley House (Londra), Musée Picasso (Parigi), Akademie der Künste e ZItadelle Museum (Berlino), Frick’s Collection (New York).

Sono state effettuate inoltre riprese di alcune mostre temporanee tra cui Canova’s Washington (Frick’s Collection, New York, ottobre 2018) e Art Dégénéré: le Procès de l’Art Moderne sous le Nazisme (Musée Picasso, Parigi, marzo 2025) e raccolte riprese della mostra Vita Dulcis (Palazzo delle Esposizioni, Roma, giugno 2023).

GLI AUTORI
Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà collaborano dal 1993. Insieme hanno realizzato reportage e documentari per la TV, concentrandosi sull'attualità con un particolare interesse a far emergere gli elementi di contrasto generati dalla globalizzazione. Nel 1994 scrivono e producono Santeria – Le due anime di Miami (Rai2, Mixer), nel 1998 Turner vs. Murdoch. La guerra dei due mondi (RAI, Dossier TG2) e a seguire In God's Name: Amina Lawal (2003, CNN International) e Congo Anno Zero (2006, RAI, La storia siamo noi). Piero Muscarà ed Eleonora Zamparutti hanno intrapreso la carriera di giornalisti freelance collaborando con testate in Italia e all'estero, tra cui Il Sole 24 Ore, Radio 24, L'Espresso, Il Manifesto, FT Media & Telecom, Corriere della Sera, El Pais, Die Suddeutsche Zeitung. Nel 2000 sono co-fondatori della media company NEXTA Media, il primo publisher tematico digitale in Italia, poi acquisito dal gruppo editoriale La Stampa nel 2012. Dello stesso anno la fondazione di ARTE.it editore digitale specializzato nel campo dell’arte e della cultura. Il team ha ripreso a collaborare nel settore cinematografico e televisivo, creando ARTE.it Originals nel 2018. Come autori e produttori Zamparutti e Muscarà hanno realizzato due documentari legati al racconto del Futurismo: nel 2021 BALLA. Il Signore della Luce (52’ ARTE.it Originals con RAI Cultura) e nel 2022 FORMIDABILE BOCCIONI (54’ - ARTE.it Originals con ITsART e RAI Cultura). Nel 2024 Zamparutti e Muscarà sono registi, autori e produttori del documentario L’AEROPLANO DI MARINETTI (55’ ARTE.it Originals e RAI Cultura) e nel 2025 di ARTE E PROPAGANDA (52’ - ARTE.it Originals e RAI Cultura). Zamparutti e Muscarà sono in pre-produzione di un documentario di lungo formato (90’) a taglio scientifico divulgativo QUASICRYSTALS. The Discovery of the Impossible Matter (2025 - , 90’ -  ARTE.it Originals).