Uno spazio rinnovato per l’opera iconica dell’arte etrusca
Riapre la sala della Chimera. Al Museo Archeologico Nazionale di Firenze un’esperienza immersiva tra teatralità e contemplazione
Sala della Chimera | Foto: © Mario Ciampi
Samantha De Martin
20/11/2025
Firenze - L’icona dell’arte etrusca ha un nuovo, rinnovato scrigno. Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze riapre le porte della Sala della Chimera, uno spazio completamente restaurato che valorizza la straordinaria scultura etrusca iscritta al numero 1 nell’inventario del Museo.
Sin dal suo ritrovamento avvenuto ad Arezzo il 15 novembre 1553, la Chimera d’Arezzo, appartenuta al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, è divenuta subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea. Ma soprattutto ha incarnato uno dei punti centrali della politica del duca di Firenze diventando simbolo di continuità della Toscana con la grande civiltà etrusca. Il bronzo che racchiude tutta la possanza di una belva con corpo di leone, una criniera fiammeggiante una testa di capro sul dorso, e la coda a forma di serpente, si avvale di nuova veste immersiva e dal forte impatto visivo, grazie all’intervento affidato allo studio fiorentino di architettura Guicciardini & Magni, che lo ha realizzato insieme all'ufficio tecnico e alle curatrici del Museo.
La tensione drammatica del corpo ferito da Bellerofonte lascia il posto a un’iscrizione sulla zampa anteriore destra: tinścvil (“sacro”), un termine di consacrazione originariamente riferito a Tinia, il Giove etrusco, che rivela la natura di offerta votiva della statua, probabilmente deposta dai devoti in un santuario dell’antica Arezzo insieme ad altre statuette di bronzo.
“La Chimera - commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna - è uno dei simboli più riconoscibili dell’arte etrusca e del patrimonio culturale del nostro Paese. Restituirle uno spazio pensato per accoglierla e raccontarla con nuovi linguaggi significa mettere al centro la qualità dell’esperienza museale, l'accessibilità dei contenuti e l’attenzione verso i pubblici”.

Sala della Chimera | Foto: © Mario Ciampi
Il nuovo allestimento consente ai visitatori di guadagnare l’esperienza di un rapporto personale e suggestivo con l’opera simbolo del Museo e della storia del collezionismo di Stato, racchiude in sé anche il ruolo di simbolo dell’unità culturale italiana. La sua conservazione, infatti, è avvenuta in quello che nel 1870 è stato istituito come Museo della capitale d’Italia - che a quell’epoca era a Firenze - primo museo archeologico nazionale dell’Italia unita.
Dal centro della sala, innalzandosi dal suo basamento monumentale firmato Goppion SpA, a esaltarne la potenza plastica e la tensione narrativa, la mitica Chimera sembra fluttuare in uno spazio teatrale regalando ai visitatori un’esperienza contemplativa anche grazie alle quattro panche disposte attorno alla statua. Ad accrescere l’aspetto solenne è il tendaggio scenografico simile a un sipario sul quale è proiettata l’ombra della Chimera. Una vetrina sospesa accoglie tre piccoli bronzi etruschi che raffigurano un grifone, il dio etrusco Tinia (Giove) e un giovane offerente. Provengono dallo stesso contesto in cui la Chimera è stata rinvenuta, generando un dialogo delicato tra le opere e la loro storia.
Lo studio Iarussi di Firenze affida al gioco di luci e ombre i dettagli anatomici e i tratti più drammatici della scultura, restituendole la vitalità e la profondità storica del mito in cui è avvolta. Ad arricchire il nuovo percorso è un apparato illustrativo dal design rinnovato che segna l’avvio della nuova identità grafica del Museo, curata dallo studio Rovai-Weber.
“Manteniamo così la promessa - ha detto Daniele Federico Maras, direttore del Museo – di un progetto avviato già dal mio predecessore Mario Iozzo e reso possibile dal generoso finanziamento dei coniugi statunitensi Laura e Jack Winchester, amici della città di Firenze e del suo Museo Archeologico”.
Sala della Chimera | Foto: © Mario Ciampi
Dopo questa tappa, l’impegno del Museo fiorentino finalizzato al rinnovamento proseguirà con il rifacimento delle vicine sale delle sculture etrusche, dove troveranno la propria sede definitiva altri capolavori come l’Arringatore e la Testa Lorenzini.
Con queste iniziative il Museo onorerà la memoria della catastrofica alluvione di Firenze del 1966, che mise in ginocchio l’esposizione permanente e della quale il 4 novembre 2026 si celebrerà il sessantesimo anniversario.
Anche durante i lavori di rinnovamento il pubblico potrà continuare a visitare il Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 14, con prolungamento fino alle 19 il martedì e il giovedì. Sono inoltre previste aperture straordinarie dedicate alla nuova esposizione della Chimera domenica 7 dicembre dalle 8.30 alle 14 e nelle serate di mercoledì 26 novembre e di mercoledì 3 dicembre, dalle 18 alle 22, quest’ultima in coincidenza con la “Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Sin dal suo ritrovamento avvenuto ad Arezzo il 15 novembre 1553, la Chimera d’Arezzo, appartenuta al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, è divenuta subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea. Ma soprattutto ha incarnato uno dei punti centrali della politica del duca di Firenze diventando simbolo di continuità della Toscana con la grande civiltà etrusca. Il bronzo che racchiude tutta la possanza di una belva con corpo di leone, una criniera fiammeggiante una testa di capro sul dorso, e la coda a forma di serpente, si avvale di nuova veste immersiva e dal forte impatto visivo, grazie all’intervento affidato allo studio fiorentino di architettura Guicciardini & Magni, che lo ha realizzato insieme all'ufficio tecnico e alle curatrici del Museo.
La tensione drammatica del corpo ferito da Bellerofonte lascia il posto a un’iscrizione sulla zampa anteriore destra: tinścvil (“sacro”), un termine di consacrazione originariamente riferito a Tinia, il Giove etrusco, che rivela la natura di offerta votiva della statua, probabilmente deposta dai devoti in un santuario dell’antica Arezzo insieme ad altre statuette di bronzo.
“La Chimera - commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna - è uno dei simboli più riconoscibili dell’arte etrusca e del patrimonio culturale del nostro Paese. Restituirle uno spazio pensato per accoglierla e raccontarla con nuovi linguaggi significa mettere al centro la qualità dell’esperienza museale, l'accessibilità dei contenuti e l’attenzione verso i pubblici”.

Sala della Chimera | Foto: © Mario Ciampi
Il nuovo allestimento consente ai visitatori di guadagnare l’esperienza di un rapporto personale e suggestivo con l’opera simbolo del Museo e della storia del collezionismo di Stato, racchiude in sé anche il ruolo di simbolo dell’unità culturale italiana. La sua conservazione, infatti, è avvenuta in quello che nel 1870 è stato istituito come Museo della capitale d’Italia - che a quell’epoca era a Firenze - primo museo archeologico nazionale dell’Italia unita.
Dal centro della sala, innalzandosi dal suo basamento monumentale firmato Goppion SpA, a esaltarne la potenza plastica e la tensione narrativa, la mitica Chimera sembra fluttuare in uno spazio teatrale regalando ai visitatori un’esperienza contemplativa anche grazie alle quattro panche disposte attorno alla statua. Ad accrescere l’aspetto solenne è il tendaggio scenografico simile a un sipario sul quale è proiettata l’ombra della Chimera. Una vetrina sospesa accoglie tre piccoli bronzi etruschi che raffigurano un grifone, il dio etrusco Tinia (Giove) e un giovane offerente. Provengono dallo stesso contesto in cui la Chimera è stata rinvenuta, generando un dialogo delicato tra le opere e la loro storia.
Lo studio Iarussi di Firenze affida al gioco di luci e ombre i dettagli anatomici e i tratti più drammatici della scultura, restituendole la vitalità e la profondità storica del mito in cui è avvolta. Ad arricchire il nuovo percorso è un apparato illustrativo dal design rinnovato che segna l’avvio della nuova identità grafica del Museo, curata dallo studio Rovai-Weber.
“Manteniamo così la promessa - ha detto Daniele Federico Maras, direttore del Museo – di un progetto avviato già dal mio predecessore Mario Iozzo e reso possibile dal generoso finanziamento dei coniugi statunitensi Laura e Jack Winchester, amici della città di Firenze e del suo Museo Archeologico”.
Sala della Chimera | Foto: © Mario Ciampi
Dopo questa tappa, l’impegno del Museo fiorentino finalizzato al rinnovamento proseguirà con il rifacimento delle vicine sale delle sculture etrusche, dove troveranno la propria sede definitiva altri capolavori come l’Arringatore e la Testa Lorenzini.
Con queste iniziative il Museo onorerà la memoria della catastrofica alluvione di Firenze del 1966, che mise in ginocchio l’esposizione permanente e della quale il 4 novembre 2026 si celebrerà il sessantesimo anniversario.
Anche durante i lavori di rinnovamento il pubblico potrà continuare a visitare il Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 14, con prolungamento fino alle 19 il martedì e il giovedì. Sono inoltre previste aperture straordinarie dedicate alla nuova esposizione della Chimera domenica 7 dicembre dalle 8.30 alle 14 e nelle serate di mercoledì 26 novembre e di mercoledì 3 dicembre, dalle 18 alle 22, quest’ultima in coincidenza con la “Giornata internazionale delle persone con disabilità.
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