Al Complesso di Santa Maria della Scala fino al 5 maggio
Dürer e i maestri nordici della Collezione Spannocchi in mostra a Siena

Ambito di Abel Grimmer, La Torre di Babele, fine XVI secolo - inizio XVII, olio su tavola, 66,5 x 49,9. Siena, Pinacoteca Nazionale, Inv. 534
Samantha De Martin
17/12/2018
Siena - Raffinata espressione di una collezione originale, frutto delle scelte cosmopolite dei suoi proprietari, la Collezione Spannocchi di Siena rivive in una mostra al complesso di Santa Maria della Scala.
In attesa dell’auspicata ricomposizione di quella che è considerata la più rilevante raccolta senese, un percorso espositivo accompagna il pubblico, fino al 5 maggio, attraverso una significativa selezione di opere fiamminghe e 'nordiche' della Collezione Spannocchi, esposte in un itinerario tematico e organizzate cronologicamente.
La collezione era stata donata al Comune nel 1835 e conservata in larga parte nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Civico di Siena, presso il Santa Maria della Scala.
La mostra, a cura di Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri, assiste soprattutto al ritorno a casa, dopo quasi un secolo, dei due pannelli del pittore tedesco Albrecht Altdorfer con le Storie di san Floriano, alla Galleria degli Uffizi dal 1914, ma già parte della Collezione.
Per l’occasione giungono a Siena anche la tela di Albrecht Dürer con San Girolamo, firmato e datato 1514, l’elegante Lucrezia di pittore legato alla cerchia di Lucas Cranach, La decapitazione del Battista, attribuita ad un artista tedesco collaboratore di Altdorfer e la Torre di Babele, dove l’anonimo pittore si fa interprete di un’umanità intenta alle occupazioni più disparate attorno all’imponente costruzione centrale, ricca di ardite soluzioni architettoniche.
Frutto della rinnovata collaborazione tra la Pinacoteca Nazionale e il Comune di Siena, il percorso consente di gustare pienamente lo spirito collezionistico che interessò dapprima i Gonzaga a Mantova - da cui proviene parte della collezione - e, successivamente, le famiglie Piccolomini e Spannocchi a Siena.
«L’Europa del Nord - ha spiegato Anna Di Bene, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo - costituiva, nei secoli tra il XV e il XVII, un riferimento importante per le corti italiane, che ad essa erano unite non solo da relazioni di tipo commerciale, ma da una fitta rete di scambi culturali, dei quali la Collezione Spannocchi costituisce per Siena una rara fonte di informazioni e testimonianze materiali».
In attesa dell’auspicata ricomposizione di quella che è considerata la più rilevante raccolta senese, un percorso espositivo accompagna il pubblico, fino al 5 maggio, attraverso una significativa selezione di opere fiamminghe e 'nordiche' della Collezione Spannocchi, esposte in un itinerario tematico e organizzate cronologicamente.
La collezione era stata donata al Comune nel 1835 e conservata in larga parte nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Civico di Siena, presso il Santa Maria della Scala.
La mostra, a cura di Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri, assiste soprattutto al ritorno a casa, dopo quasi un secolo, dei due pannelli del pittore tedesco Albrecht Altdorfer con le Storie di san Floriano, alla Galleria degli Uffizi dal 1914, ma già parte della Collezione.
Per l’occasione giungono a Siena anche la tela di Albrecht Dürer con San Girolamo, firmato e datato 1514, l’elegante Lucrezia di pittore legato alla cerchia di Lucas Cranach, La decapitazione del Battista, attribuita ad un artista tedesco collaboratore di Altdorfer e la Torre di Babele, dove l’anonimo pittore si fa interprete di un’umanità intenta alle occupazioni più disparate attorno all’imponente costruzione centrale, ricca di ardite soluzioni architettoniche.
Frutto della rinnovata collaborazione tra la Pinacoteca Nazionale e il Comune di Siena, il percorso consente di gustare pienamente lo spirito collezionistico che interessò dapprima i Gonzaga a Mantova - da cui proviene parte della collezione - e, successivamente, le famiglie Piccolomini e Spannocchi a Siena.
«L’Europa del Nord - ha spiegato Anna Di Bene, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo - costituiva, nei secoli tra il XV e il XVII, un riferimento importante per le corti italiane, che ad essa erano unite non solo da relazioni di tipo commerciale, ma da una fitta rete di scambi culturali, dei quali la Collezione Spannocchi costituisce per Siena una rara fonte di informazioni e testimonianze materiali».
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