Dal 22 ottobre al 21 gennaio
Siena celebra il Trecento con un omaggio ad Ambrogio Lorenzetti
Ambrogio Lorenzetti, Maestà e Storie di San Galgano, affreschi strappati dalla chiesa di San Galgano a Montesiepi (Chiusdino). Particolari dopo il restauro. Courtesy of Civita
Samantha De Martin
06/09/2017
Siena - Siena rende omaggio ad Ambrogio Lorenzetti con una mostra che tenta di ricostruire l'imponente attività di uno degli artisti più importanti dell'Europa trecentesca, la cui produzione è ancora poco nota al grande pubblico.
Anche per l'assenza di una moderna e affidabile monografia scientifica, l'esposizione, che si terrà presso Santa Maria della Scala dal 22 ottobre al 21 gennaio, e che è stata preceduta da un’intensa attività di ricerca e da importanti campagne di restauro, si preannuncia come l'evento artistico dell'anno.
Gli studi intorno all'artista si sono infatti concentrati quasi esclusivamente sui suoi affreschi del palazzo pubblico di Siena, su quelle allegorie ed effetti del buono e del cattivo governo, manifesti cruciali dell’etica politica delle città-stato italiane nella tarda età comunale, lasciando in ombra le opere pittoriche.
La cornice perfetta di questo importante allestimento non poteva che essere Siena, città che ha dato i natali all'artista e che custodisce all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore, noto per la profonda umanità dei suoi soggetti.
In realtà la mostra - che sarà inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica - rappresenta il culmine di un progetto “in più tappe”, avviato nel 2015 con l'iniziativa Dentro il restauro, finalizzata ad avvicinare il pubblico all'attività dell'artista.
Il progetto ha assistito anche al trasferimento al complesso di Santa Maria della Scala di alcune importanti opere di Lorenzetti che necessitavano di indagini conoscitive, di interventi conservativi e di veri e propri restauri.
Il ciclo di affreschi staccati della chiesa di San Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di San Pietro in Castelvecchio a Siena sono stati allestiti in un cantiere di restauro ‘aperto’, fruibile dai cittadini. I restauri erano poi andati avanti con l’apertura di altri due cantieri, nella chiesa di San Francesco e in quella di Sant’Agostino, nel cui capitolo Ambrogio Lorenzetti dipinse un ciclo di storie di Santa Caterina e gli articoli del Credo.
Grazie alla mostra il visitatore potrà apprezzare in uno stesso luogo i cicli di affreschi del capitolo e del chiostro della chiesa francescana senese che tornano a vivere idealmente accanto al ciclo di dipinti della chiesa agostiniana e a quello della cappella di San Galgano. L'esposizione sarà anche un'occasione per presentare la serie delle pale d’altare dei Santi patroni, allestite nella cattedrale di Siena tra il 1330 e il 1350 e commissionate a Simone Martini, a Bartolomeo Bulgarini, a Pietro e ad Ambrogio Lorenzetti.
Importanti prestiti porteranno nella città dell'illustre maestro della scuola senese del Trecento, fratello minore di Pietro Lorenzetti, opere dal Louvre, dalla National Gallery, dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte.
Faranno così ritorno a Siena, sebbene temporaneamente, capolavori realizzati in larga parte per cittadini senesi e per le chiese della città.
Leggi anche:
• Visite al cantiere di restauro degli affreschi di Lorenzetti
• A Siena restauri aperti delle opere di Ambrogio Lorenzetti
Anche per l'assenza di una moderna e affidabile monografia scientifica, l'esposizione, che si terrà presso Santa Maria della Scala dal 22 ottobre al 21 gennaio, e che è stata preceduta da un’intensa attività di ricerca e da importanti campagne di restauro, si preannuncia come l'evento artistico dell'anno.
Gli studi intorno all'artista si sono infatti concentrati quasi esclusivamente sui suoi affreschi del palazzo pubblico di Siena, su quelle allegorie ed effetti del buono e del cattivo governo, manifesti cruciali dell’etica politica delle città-stato italiane nella tarda età comunale, lasciando in ombra le opere pittoriche.
La cornice perfetta di questo importante allestimento non poteva che essere Siena, città che ha dato i natali all'artista e che custodisce all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore, noto per la profonda umanità dei suoi soggetti.
In realtà la mostra - che sarà inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica - rappresenta il culmine di un progetto “in più tappe”, avviato nel 2015 con l'iniziativa Dentro il restauro, finalizzata ad avvicinare il pubblico all'attività dell'artista.
Il progetto ha assistito anche al trasferimento al complesso di Santa Maria della Scala di alcune importanti opere di Lorenzetti che necessitavano di indagini conoscitive, di interventi conservativi e di veri e propri restauri.
Il ciclo di affreschi staccati della chiesa di San Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di San Pietro in Castelvecchio a Siena sono stati allestiti in un cantiere di restauro ‘aperto’, fruibile dai cittadini. I restauri erano poi andati avanti con l’apertura di altri due cantieri, nella chiesa di San Francesco e in quella di Sant’Agostino, nel cui capitolo Ambrogio Lorenzetti dipinse un ciclo di storie di Santa Caterina e gli articoli del Credo.
Grazie alla mostra il visitatore potrà apprezzare in uno stesso luogo i cicli di affreschi del capitolo e del chiostro della chiesa francescana senese che tornano a vivere idealmente accanto al ciclo di dipinti della chiesa agostiniana e a quello della cappella di San Galgano. L'esposizione sarà anche un'occasione per presentare la serie delle pale d’altare dei Santi patroni, allestite nella cattedrale di Siena tra il 1330 e il 1350 e commissionate a Simone Martini, a Bartolomeo Bulgarini, a Pietro e ad Ambrogio Lorenzetti.
Importanti prestiti porteranno nella città dell'illustre maestro della scuola senese del Trecento, fratello minore di Pietro Lorenzetti, opere dal Louvre, dalla National Gallery, dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte.
Faranno così ritorno a Siena, sebbene temporaneamente, capolavori realizzati in larga parte per cittadini senesi e per le chiese della città.
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