Torna visibile il capolavoro di Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti, Giovanni di Turino
Un restauro restituisce ai visitatori il Fonte battesimale del Duomo di Siena
Fonte battesimale del Duomo di Siena, lato con la Cattura del Battista di Lorenzo Ghiberti dopo il restauro | Foto: © Bruno Bruchi | Courtesy Opera Laboratori
Samantha De Martin
25/06/2024
Siena - Frutto della geniale perizia dei più prestigiosi artisti della prima metà del Quattrocento, il Fonte battesimale del Duomo di Siena realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino, torna di nuovo visibile dopo un restauro durato tre anni.
Interventi di altissimo e innovativo livello tecnico, condotti dal personale dell’Opera e da quello dell’Opificio delle Pietre Dure, guidato dapprima dal compianto Marco Ciatti, e successivamente da Emanuela Daffra, restituiscono adesso la scultura interamente realizzata in marmo alla vista degli ospiti del Duomo.
L’intervento di restauro, finanziato dall’Opera della Metropolitana di Siena, è il risultato di una sinergia tra la Fabbriceria, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (OPD), a cui è stata affidata la direzione del restauro, coordinato dagli storici dell’arte Laura Speranza e Riccardo Gennaioli.
Fonte battesimale del Duomo di Siena dopo il restauro | Foto: © Bruno Bruchi | Courtesy Opera Laboratori
“Mantenere, conservare, restaurare e valorizzare i beni che ci sono stati affidati. Sono questi alcuni dei compiti istituzionali dell’Opera della Metropolitana di Siena – afferma il Rettore Giovanni Minnucci – e ad essi, per volontà del Consiglio di amministrazione che sentitamente ringrazio, ci siamo rigorosamente attenuti anche in questa felicissima occasione. Restituire, mirabilmente restaurato – alla Chiesa, alla città di Siena, e alle tante persone che visitano il Complesso monumentale – un bene di una bellezza incantevole ed ineguagliabile, come il Fonte battesimale, è stata una missione alla quale ben volentieri ci siamo dedicati, insieme a tutto il personale dell’Opera, a quello dell’Opificio delle Pietre Dure, ai docenti universitari e ai tecnici esterni alle due istituzioni”.
Posizionato al centro del Battistero, il Fonte battesimale, tra i maggiori capolavori conservati nel complesso monumentale del Duomo di Siena, è un piccolo gioiello in marmo, bronzo e rame smaltato che ha visto la luce tra il 1417 e il 1431. All’interno della vasca esagonale si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato che raccontano la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Tra gli episodi più rappresentativi si inserisce il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, o il toccante Banchetto di Erode di Donatello.
Punto focale nella definizione dei princìpi del Rinascimento, il Fonte ha richiesto interventi conservativi complessi soprattutto per quanto riguarda le opere in bronzo dorato e gli elementi in marmo.
Fonte battesimale del Duomo di Siena, Tabernacolo dopo il restauro. Foto: © Bruno Bruchi | Courtesy Opera Laboratori
“Confrontarsi con un’opera tanto complessa e significativa per la storia dell’arte è sempre arduo – spiega Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure -. In questo caso le difficoltà erano accresciute da altri fattori: da una parte il valore d’uso del Fonte, nato come ‘strumento’ per la somministrazione di un sacramento, che questa funzione mantiene tuttora. Dall’altra condizioni ambientali non ideali per la conservazione, in particolare dei bronzi. Lo staff di OPD ha raccolto la sfida di mantenere per ora al monumento tanto la completezza quanto la destinazione originaria, ma proprio da ciò nasce il programma di ispezioni semestrali e l’invito al monitoraggio e al controllo scrupoloso dei parametri ambientali. Solo l’attenzione costante permetterà di cogliere tempestivamente segni di degrado e di individuare subito le provvidenze più adatte”.
L’intervento ha permesso di osservare le realizzazioni di Giovanni di Turino, frutto di un ingegnoso assemblaggio di porzioni fuse separatamente. L’attento studio della formella di Donatello, Banchetto di Erode, ha svelato inoltre la presenza, in passato, di tiranti applicati tra gli archi che sovrastano la scena e che dovevano accrescere l’effetto prospettico e realistico dell’architettura raffigurata.
Il Battistero si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Interventi di altissimo e innovativo livello tecnico, condotti dal personale dell’Opera e da quello dell’Opificio delle Pietre Dure, guidato dapprima dal compianto Marco Ciatti, e successivamente da Emanuela Daffra, restituiscono adesso la scultura interamente realizzata in marmo alla vista degli ospiti del Duomo.
L’intervento di restauro, finanziato dall’Opera della Metropolitana di Siena, è il risultato di una sinergia tra la Fabbriceria, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (OPD), a cui è stata affidata la direzione del restauro, coordinato dagli storici dell’arte Laura Speranza e Riccardo Gennaioli.
Fonte battesimale del Duomo di Siena dopo il restauro | Foto: © Bruno Bruchi | Courtesy Opera Laboratori
“Mantenere, conservare, restaurare e valorizzare i beni che ci sono stati affidati. Sono questi alcuni dei compiti istituzionali dell’Opera della Metropolitana di Siena – afferma il Rettore Giovanni Minnucci – e ad essi, per volontà del Consiglio di amministrazione che sentitamente ringrazio, ci siamo rigorosamente attenuti anche in questa felicissima occasione. Restituire, mirabilmente restaurato – alla Chiesa, alla città di Siena, e alle tante persone che visitano il Complesso monumentale – un bene di una bellezza incantevole ed ineguagliabile, come il Fonte battesimale, è stata una missione alla quale ben volentieri ci siamo dedicati, insieme a tutto il personale dell’Opera, a quello dell’Opificio delle Pietre Dure, ai docenti universitari e ai tecnici esterni alle due istituzioni”.
Posizionato al centro del Battistero, il Fonte battesimale, tra i maggiori capolavori conservati nel complesso monumentale del Duomo di Siena, è un piccolo gioiello in marmo, bronzo e rame smaltato che ha visto la luce tra il 1417 e il 1431. All’interno della vasca esagonale si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato che raccontano la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Tra gli episodi più rappresentativi si inserisce il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, o il toccante Banchetto di Erode di Donatello.
Punto focale nella definizione dei princìpi del Rinascimento, il Fonte ha richiesto interventi conservativi complessi soprattutto per quanto riguarda le opere in bronzo dorato e gli elementi in marmo.
Fonte battesimale del Duomo di Siena, Tabernacolo dopo il restauro. Foto: © Bruno Bruchi | Courtesy Opera Laboratori
“Confrontarsi con un’opera tanto complessa e significativa per la storia dell’arte è sempre arduo – spiega Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure -. In questo caso le difficoltà erano accresciute da altri fattori: da una parte il valore d’uso del Fonte, nato come ‘strumento’ per la somministrazione di un sacramento, che questa funzione mantiene tuttora. Dall’altra condizioni ambientali non ideali per la conservazione, in particolare dei bronzi. Lo staff di OPD ha raccolto la sfida di mantenere per ora al monumento tanto la completezza quanto la destinazione originaria, ma proprio da ciò nasce il programma di ispezioni semestrali e l’invito al monitoraggio e al controllo scrupoloso dei parametri ambientali. Solo l’attenzione costante permetterà di cogliere tempestivamente segni di degrado e di individuare subito le provvidenze più adatte”.
L’intervento ha permesso di osservare le realizzazioni di Giovanni di Turino, frutto di un ingegnoso assemblaggio di porzioni fuse separatamente. L’attento studio della formella di Donatello, Banchetto di Erode, ha svelato inoltre la presenza, in passato, di tiranti applicati tra gli archi che sovrastano la scena e che dovevano accrescere l’effetto prospettico e realistico dell’architettura raffigurata.
Il Battistero si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 19.
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