Nella Citroniera Juvarriana dal 13 marzo al 14 giugno

Alla Reggia di Venaria, la "sfida al Barocco" tra il 1680 e il 1750

Benedetto Luti, Amore e Psiche, 1694-1695, Roma, Accademia di San Luca
 

Samantha De Martin

12/02/2020

Torino - Tra il 1680 e il 1750 Torino intesse un intenso dialogo con illustri nomi dell’arte che gravitano tra Roma e Parigi. I due poli di attrazione dell’Europa moderna lanciano una sfida in nome della modernità attraverso la sperimentazione di nuove forme e linguaggi di comunicazione.
Le favole antiche nei teatrali quadri di storia, i racconti sacri nelle pale d’altare, la seduzione e la grazia nelle sculture, la raffinatezza preziosa di arredi e ornamenti diventano l’espressione più alta della sfida al Barocco lanciata dall’arte.
Dal 13 marzo al 14 giugno, i grandiosi spazi della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria ripercorrono quegli anni accogliendo la mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680-1750”, un percorso, a cura di Giuseppe Dardanello e Michela di Macco, che accoglie 200 capolavori in prestito da prestigiosi musei di tutto il mondo, istituzioni pubbliche e private, enti religiosi. Nella mostra di Torino, che si avvale della collaborazione eccezionale del Museo del Louvre, si alterneranno dipinti e pale d’altare, sculture, arazzi, disegni, arredi e incisioni. Opere e generi diversi che sottolineano come culture, società e individualità siano riusciti a esprimere un corale concetto di grazia, atteggiamento artistico che segna il preludio di un concetto di modernità e dialogo con il mondo circostante.

Il visitatore sarà al centro di un inaspettato viaggio nell’Europa delle arti tra fine Seicento e metà Settecento, che è anche un percorso verso la modernità, incentrato sul confronto diretto tra Roma e Parigi, i due poli di riferimento culturale dell’intera Europa con i quali Torino intesse, in quegli anni, un fitto dialogo di idee e uno scambio di artisti e di opere.

Misurandosi con le grandi capolavori dei maestri del Rinascimento e della prima metà del Seicento sperimentano nuovi linguaggi espressivi e comunicativi rivolti a nuova tipologia di pubblico. La mostra racconta questa “sfida”, presentando i capolavori creati e approdati nelle tre città tra il 1680 e il 1750.

Il percorso, suddiviso in 15 tappe, si snoda nella Roma cosmopolita dei papi, nella Parigi del Re Sole e di Luigi XV, nella Torino, capitale del nuovo regno, di Vittorio Amedeo II e di Carlo Emanuele II.
Maestri come Trevisani, Pannini e Batoni, incontrano i pittori della modernità parigina, come Boucher e Chardin, scultori come Legros, Bouchardon, Collino, i maestri delle arti preziose, gli esponenti più illustri delle scuole romana, napoletana e veneziana chiamati a Torino da Filippo Juvarra.

Tra le opere più attese in mostra,  Diana e Endimione di Pierre Subleyras, ispirata ad un episodio dell’Ars amatoria di Ovidio e oggi alla National Gallery di Londra, “Roma antica” a confronto con “Roma moderna” di Giovanni Paolo Pannini, in arrivo dal MET di New York, ma soprattutto il fiabesco bucintoro dei Savoia. Questa sontuosa imbarcazione da parata per la navigazione fluviale in legno intagliato, scolpito, dorato e dipinto, realizzata nel 1730 a Venezia e arrivata a Torino via fiume - oggetto di un minuzioso restauro a cura del Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale - può essere oggi apprezzata in tutta la sua magnificenza.

Progettata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, la mostra è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e ha come partner Intesa Sanpaolo.

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