Prestiti di capolavori identitari per le collezioni
L'estasi di Santa Cecilia raggiunge la Venaria tra le polemiche
Raffaello, Santa Cecilia con i santi Paolo, Giovanni Ev., Agostino e Maddalena, 1516. Bologna, Pinacoteca Nazionale
Ludovica Sanfelice
30/09/2015
Torino - Più di tremila visitatori in tre giorni hanno salutato l’arrivo delle opere di Raffaello alla Reggia di Venaria per la rassegna "Il Sole delle Arti". Un successo che promette di amplificarsi con l’arrivo del capolavoro “L’estasi di Santa Cecilia” in mostra dal 30 settembre.
L’opera che si aggiunge alle altre otto tele del maestro è frutto di un prestito concesso “in via del tutto eccezionale” dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Ma la sua partecipazione ha già sollevato polemiche. Da febbraio ad agosto infatti Santa Cecilia era stata chiamata a Palazzo Fava per la mostra Felsina Pittrice, curata da Vittorio Sgarbi. E il prestito mandò su tutte le furie Italia Nostra Bologna e scatenò la mobilitazione di un centinaio di storici dell’arte per impedire lo spostamento di simili capolavori.
Prorpio Sgarbi, prendendo la palla al balzo, si è domandato come mai nessuno si sia scomodato per il nuovo spostamento che terrà la tela di Raffaello lontana dall Pinacoteca bolognese fino a gennaio.
Daniele Benati, presidente della sezione bolognese di Italia Nostra, attraverso le colonne del Corriere di Bologna ha manifestato il proprio disprezzo per il prestito a Torino, invitando il direttore della Pinacoteca, Mario Scalini, a dare spiegazioni.
L’autore del prestito, chiamato in causa, ha quindi affidato ad una lunga nota le ragioni della decisioni spiegando come il primo atto della dirigenza sia stata l’esclusione dal prestito ordinario di una serie di opere tra cui la “Santa Cecilia” appunto. Per supplire all’allontanamento di opere considerate identitarie per la raccolte è dunque stato stabilito che vengano acquistati biglietti d’ingresso in numero confacente, con la garanzia di un ritorno dell’80% dell’introito all’istituto custode. Nel caso della Santa Cecilia pertanto, la Fondazione Venaria Reale ha provveduto all’acquisto di biglietti per un ammontare di 30mila euro che nella percentuale indicata verranno riassegnati alla Pinacoteca bolognese.
Consulta anche:
Guida d'arte di Torino
L’opera che si aggiunge alle altre otto tele del maestro è frutto di un prestito concesso “in via del tutto eccezionale” dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Ma la sua partecipazione ha già sollevato polemiche. Da febbraio ad agosto infatti Santa Cecilia era stata chiamata a Palazzo Fava per la mostra Felsina Pittrice, curata da Vittorio Sgarbi. E il prestito mandò su tutte le furie Italia Nostra Bologna e scatenò la mobilitazione di un centinaio di storici dell’arte per impedire lo spostamento di simili capolavori.
Prorpio Sgarbi, prendendo la palla al balzo, si è domandato come mai nessuno si sia scomodato per il nuovo spostamento che terrà la tela di Raffaello lontana dall Pinacoteca bolognese fino a gennaio.
Daniele Benati, presidente della sezione bolognese di Italia Nostra, attraverso le colonne del Corriere di Bologna ha manifestato il proprio disprezzo per il prestito a Torino, invitando il direttore della Pinacoteca, Mario Scalini, a dare spiegazioni.
L’autore del prestito, chiamato in causa, ha quindi affidato ad una lunga nota le ragioni della decisioni spiegando come il primo atto della dirigenza sia stata l’esclusione dal prestito ordinario di una serie di opere tra cui la “Santa Cecilia” appunto. Per supplire all’allontanamento di opere considerate identitarie per la raccolte è dunque stato stabilito che vengano acquistati biglietti d’ingresso in numero confacente, con la garanzia di un ritorno dell’80% dell’introito all’istituto custode. Nel caso della Santa Cecilia pertanto, la Fondazione Venaria Reale ha provveduto all’acquisto di biglietti per un ammontare di 30mila euro che nella percentuale indicata verranno riassegnati alla Pinacoteca bolognese.
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