Mondo Niovo

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Mondo Niovo
Il nome in dialetto veneziano di questo oggetto si deve alla penna di Carlo Goldoni che così lo cita nella quinta scena del secondo atto del suo I rusteghi. Si tratta di una macchina ottica che permette di vedere immagini in prospettiva, stampate su carta, colorate a mano, illuminate dal retro con una candela e spesso mosse con dei fili. All’opposto della lanterna magica, per ottenere il risultato bisognava guardare all’interno della scatola e non ciò che veniva proiettato all’esterno, ma come vantaggio si aveva la possibilità di poterlo fare anche di giorno e all’aperto. 
Diffusissimo tra Settecento e Ottocento, Il Mondo Nuovo veniva portato di città in città nelle fiere e nelle feste, come qualsiasi altra attrazione ambulante. Fu particolarmente usato per divulgare gli avvenimenti della Rivoluzione francese.