Fino al 1° novembre a Torino
Nel regno della natura, da Casorati a Penone. Il paesaggio protagonista alla Venaria Reale
Lorenzo Delleani, La pittrice, 1881, Olio su tavola, 37 x 25.5 cm, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Samantha De Martin
25/06/2021
Torino - Un sentimento moderno e spiccatamente green attraversa due secoli di arte, accomunando maestri della pittura romantica e voci contemporanee sotto la comune passione per il paesaggio italiano, dalla Cascata delle Marmore ritratta da Jean-Baptiste Camille Corot alle Sculture Fluide di Giuseppe Penone.
Dopo le restrizioni imposte dalla pandemia non poteva che essere una grande mostra, all’insegna della riscoperta della natura e delle sue profonde suggestioni, nel tentativo di ripensare la sua frequentazione, a inaugurare l’agenda di grandi mostre alla Venaria Reale di Torino.
Fino al 1° novembre il percorso Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, allestita negli imponenti spazi della Citroniera Juvarriana, invita lo sguardo a spaziare tra oltre 200 opere che raccontano, da nord a sud, le variopinte sinfonie del paesaggio italiano nell’arco di oltre due secoli, tradotte in pittura da 130 artisti, dalla fine del Settecento a oggi.
Gaetano Previati, Nel prato (Il mattino), 1889 - 1890, Olio su tela, 56 x 62 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte moderna di Palazzo Pitti
A lungo considerato, all’interno della formazione accademica, un’appendice dei vari generi pittorici, il paesaggio assume lo status di soggetto autonomo solo a partire dalla fine del Settecento. D’altra parte, è la riscoperta della natura, favorita dalla sua centralità nella cultura illuminista, a sollecitarne un diverso sguardo e una differente rappresentazione.
In questo viaggio in 12 sezioni, a cura di Guido Curto, Riccardo Passoni e Virginia Bertone, seguendo gli spunti paesaggistici di Massimo d’Azeglio, Luigi Basiletti e gli artisti della Scuola di Posillipo, carpiamo l’abbagliante luce mediterranea sulle coste e nelle campagne tra Roma a Napoli, per risalire la penisola fino alla Milano romantica di d’Azeglio e Giuseppe Bisi.
Il pubblico è invitato a seguire le visioni poetiche di Antonio Fontanesi e quelle di Nino Costa, ad apprezzare l’immediatezza verista nelle piccole tele dei Macchiaioli, tra luce e macchie di colore.
Carlo Carrà, Vele nel porto, 1923, Olio su tela, 67 x 52 cm, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Dalle esperienze della Scuola di Rivara e della Scuola Grigia di Rayper, che privilegiano la fedeltà al paesaggio, ci si insinua tra le sensibilità divisioniste e simboliste attraverso le opere di Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo e tra i soggetti fortemente evocativi di Gaetano Previati e Giovanni Segantini.
Eppure questo comune interesse, nei secoli, per l’iconografia del paesaggio non sempre si connota di voci concordi. Ne è un esempio il futurismo, schierato “Contro il paesaggio e la vecchia estetica”, come emerge da alcune opere (futuriste e pre-futuriste) di Giacomo Balla.
Piero Martina, Paesaggio meridionale, 1949, Olio su tela, 74.9 x 68.4 cm, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Se tra le due guerre i paesaggi decantati di Giorgio Morandi lasciano il posto a quelli di Filippo de Pisis, alfiere di una libertà di pittura senza condizionamenti, gli anni del dopoguerra vedono cimentarsi sul tema del paesaggio i maggiori artisti informali e della Pop Art italiana, interessata, tramite Mario Schifano, in mostra con il suo Paesaggio anemico, a scrutare segni e simboli della vita moderna.
Non mancano gli interni metafisici di Giorgio de Chirico, le Vele nel porto di Carrà, una scoppiettante Primavera di Salvatore Mangione.
Chiudono la mostra alcune opere realizzate appositamente per il percorso espositivo, dedicate al paesaggio che avvolge la Reggia di Venaria - realizzate da Ugo Nespolo e Giorgio Ramella - e al Monviso, emblematica montagna piemontese.
Mario Schifano, Paesaggio anemico II, 1965, smalto su tela, 200 x 220 cm, Collezione privata | Courtesy Fondazione Marconi, Milano
La rassegna nasce grazie a un accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei. Oltre 90 opere della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - diventano così il nucleo centrale di una rassegna che riunisce anche capolavori provenienti dai più importanti musei italiani e da prestigiose collezioni private.
Per visitare la mostra è obbligatoria la prenotazione sul sito della Venaria Reale. Per informazioni e prenotazioni: www.lavenaria.it - tel. + 39 011 4992333
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Dopo le restrizioni imposte dalla pandemia non poteva che essere una grande mostra, all’insegna della riscoperta della natura e delle sue profonde suggestioni, nel tentativo di ripensare la sua frequentazione, a inaugurare l’agenda di grandi mostre alla Venaria Reale di Torino.
Fino al 1° novembre il percorso Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, allestita negli imponenti spazi della Citroniera Juvarriana, invita lo sguardo a spaziare tra oltre 200 opere che raccontano, da nord a sud, le variopinte sinfonie del paesaggio italiano nell’arco di oltre due secoli, tradotte in pittura da 130 artisti, dalla fine del Settecento a oggi.
Gaetano Previati, Nel prato (Il mattino), 1889 - 1890, Olio su tela, 56 x 62 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte moderna di Palazzo Pitti
A lungo considerato, all’interno della formazione accademica, un’appendice dei vari generi pittorici, il paesaggio assume lo status di soggetto autonomo solo a partire dalla fine del Settecento. D’altra parte, è la riscoperta della natura, favorita dalla sua centralità nella cultura illuminista, a sollecitarne un diverso sguardo e una differente rappresentazione.
In questo viaggio in 12 sezioni, a cura di Guido Curto, Riccardo Passoni e Virginia Bertone, seguendo gli spunti paesaggistici di Massimo d’Azeglio, Luigi Basiletti e gli artisti della Scuola di Posillipo, carpiamo l’abbagliante luce mediterranea sulle coste e nelle campagne tra Roma a Napoli, per risalire la penisola fino alla Milano romantica di d’Azeglio e Giuseppe Bisi.
Il pubblico è invitato a seguire le visioni poetiche di Antonio Fontanesi e quelle di Nino Costa, ad apprezzare l’immediatezza verista nelle piccole tele dei Macchiaioli, tra luce e macchie di colore.
Carlo Carrà, Vele nel porto, 1923, Olio su tela, 67 x 52 cm, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Dalle esperienze della Scuola di Rivara e della Scuola Grigia di Rayper, che privilegiano la fedeltà al paesaggio, ci si insinua tra le sensibilità divisioniste e simboliste attraverso le opere di Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo e tra i soggetti fortemente evocativi di Gaetano Previati e Giovanni Segantini.
Eppure questo comune interesse, nei secoli, per l’iconografia del paesaggio non sempre si connota di voci concordi. Ne è un esempio il futurismo, schierato “Contro il paesaggio e la vecchia estetica”, come emerge da alcune opere (futuriste e pre-futuriste) di Giacomo Balla.
Piero Martina, Paesaggio meridionale, 1949, Olio su tela, 74.9 x 68.4 cm, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Se tra le due guerre i paesaggi decantati di Giorgio Morandi lasciano il posto a quelli di Filippo de Pisis, alfiere di una libertà di pittura senza condizionamenti, gli anni del dopoguerra vedono cimentarsi sul tema del paesaggio i maggiori artisti informali e della Pop Art italiana, interessata, tramite Mario Schifano, in mostra con il suo Paesaggio anemico, a scrutare segni e simboli della vita moderna.
Non mancano gli interni metafisici di Giorgio de Chirico, le Vele nel porto di Carrà, una scoppiettante Primavera di Salvatore Mangione.
Chiudono la mostra alcune opere realizzate appositamente per il percorso espositivo, dedicate al paesaggio che avvolge la Reggia di Venaria - realizzate da Ugo Nespolo e Giorgio Ramella - e al Monviso, emblematica montagna piemontese.
Mario Schifano, Paesaggio anemico II, 1965, smalto su tela, 200 x 220 cm, Collezione privata | Courtesy Fondazione Marconi, Milano
La rassegna nasce grazie a un accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei. Oltre 90 opere della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - diventano così il nucleo centrale di una rassegna che riunisce anche capolavori provenienti dai più importanti musei italiani e da prestigiose collezioni private.
Per visitare la mostra è obbligatoria la prenotazione sul sito della Venaria Reale. Per informazioni e prenotazioni: www.lavenaria.it - tel. + 39 011 4992333
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