Novità ai Musei Reali di Torino
Restaurata la cappella-gioiello di Carlo Alberto

Musei Reali, Torino |
Cappella privata di Carlo Alberto, opera di Pelagio Palagi
Francesca Grego
28/02/2017
Torino - Ori, velluti e ricercate decorazioni in bassorilievo incorniciano la bella tela della Sacra Famiglia con San Giovannino, nella Cappella personale di Carlo Alberto al Palazzo Reale di Torino.
Progettato nel 1837, il prezioso scrigno torna finalmente visitabile da oggi, dopo un importante restauro realizzato con il contributo del Consiglio Regionale del Piemonte.
Primo artefice di tanta meraviglia, il talento poliedrico del bolognese Pelagio Palagi, pittore, scultore e decoratore d’interni nella cui opera trovarono una rara armonia neoclassicismo e nuove tendenze romantiche. A lui il re sabaudo affidò notevoli progetti di ampliamento e rinnovamento, dal Castello di Racconigi alla residenza di Pollenzo, fino al Palazzo Reale di Torino.
Ripulite da una pesante patina di particellato atmosferico, appaiono più splendenti che mai le superfici dorate a guazzo delle porte e delle cornici, dell’altare di foggia quattrocentesca con il bassorilievo della Cena di Emmaus e del soffitto, che ha richiesto le cure maggiori. L’intervento ha interessato anche la sontuosa tappezzeria in velluto di seta rosso vermiglio e la pala d’altare di gusto rinascimentale, che presentava spaccature diffuse, punti di distacco della pellicola pittorica e alterazioni dovute a precedenti restauri.
Progettato nel 1837, il prezioso scrigno torna finalmente visitabile da oggi, dopo un importante restauro realizzato con il contributo del Consiglio Regionale del Piemonte.
Primo artefice di tanta meraviglia, il talento poliedrico del bolognese Pelagio Palagi, pittore, scultore e decoratore d’interni nella cui opera trovarono una rara armonia neoclassicismo e nuove tendenze romantiche. A lui il re sabaudo affidò notevoli progetti di ampliamento e rinnovamento, dal Castello di Racconigi alla residenza di Pollenzo, fino al Palazzo Reale di Torino.
Ripulite da una pesante patina di particellato atmosferico, appaiono più splendenti che mai le superfici dorate a guazzo delle porte e delle cornici, dell’altare di foggia quattrocentesca con il bassorilievo della Cena di Emmaus e del soffitto, che ha richiesto le cure maggiori. L’intervento ha interessato anche la sontuosa tappezzeria in velluto di seta rosso vermiglio e la pala d’altare di gusto rinascimentale, che presentava spaccature diffuse, punti di distacco della pellicola pittorica e alterazioni dovute a precedenti restauri.
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