Alla Galleria d'Arte Moderna e contemporanea di Torino dal 13 luglio al 23 settembre

Uno sguardo sull'Italia attraverso gli scatti di 14 maestri in mostra alla GAM

Franco Fontana, Landscape, Sicily, 1988, Stampa cromogenica. Courtesy of GAM
 

Samantha De Martin

02/07/2018

Torino - Un ombrellaio, uno spazzino, una finestra spalancata sul mare, Pantelleria, felice e vibrante dentro un esuberante corpo di donna.
Gli anni che dal Neorealismo guardano al Duemila corrono attraverso gli scatti di 14 fotografi che raccontano l’Italia attraverso la straordinaria potenza delle immagini.

Paesaggi e città, personaggi e non luoghi vengono esplorati da obiettivi attenti che carpiscono volti, stati d’animo, architetture. A colori e in bianco e nero, le oltre cento fotografie in mostra dal 13 luglio alla GAM - Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - mirano a scandagliare l’interpretazione degli “esterni”, dall’arco alpino a Torino, Milano, fino a scivolare lungo la dorsale emiliana per poi puntare a sud, tra Napoli e Matera, ed approdare nella luminosa-illuminata Sicilia.

“La decisione di presentare questa esposizione alla GAM - si legge nella presentazione della mostra - nasce dalla volontà di tornare a focalizzare l’attenzione del museo sul tema della fotografia, tralasciato dalla programmazione da circa dieci anni, ma che costituisce un indubbio supporto di valore per le nostre collezioni. A cavallo del 2000 infatti, la GAM prima, e la Fondazione CRT per l’Arte Contemporanea in seguito, avevano costituito una ragguardevole collezione di fotografia dal secondo dopoguerra in avanti. Quasi tutti i grandi nomi di questo linguaggio sono entrati a far parte delle nostre collezioni”.

I primi ‘reportage’ in ambito neorealista e le documentazioni politiche sfileranno accanto a distillati di paesaggio italiano e alle letture di alto formalismo, trasportando il visitatore in un continuo alternarsi di sensibilità e atmosfere, intense e differenti, che lasciano emergere una prospettiva storico-temporale delle interpretazioni del soggetto-paesaggio.

I luoghi e i segni dell’uomo negli scatti di Nino Migliori cedono il passo ai temi del disagio, dell'arretratezza sociale, affrontati da Gianni Berengo Gardin in una dimensione di straordinaria epica popolare. Territorio e memoria, indagati da Mario Cresci dal punto di vista dell’uomo, si intrecciano all’interpretazione semplice e, al contempo, intensa, di Mimmo Jodice, al colore trionfante di Franco Fontana, ai paesaggi vuoti di Luigi Ghirri, dai quali emerge un invincibile sentimento di mistero che proietta lo spettatore verso una nuova interpretazione del mondo.
Le periferie brumose della città industriale di Ugo Mulas fanno da spalla al bianco e nero degli scatti di Ferdinando Scianna, dove luoghi e personaggi traggono linfa da quel contrasto sole/buio che cattura lo sguardo con una visione abbagliante.

Il passante o la Milano di Gabriele Basilico conducono invece in una dimensione più urbana, dove la regola delle geometrie, specialmente quelle perfette, porta a un nuovo ordine di considerazioni sulla natura dell’architettura e del suo potenziale connotante il paesaggio contemporaneo.

Il percorso fotografico, a cura di Riccardo Passoni, si potrà scoprire alla GAM fino al prossimo 23 settembre.


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