Art Tour in Trentino (2 puntata)
A Rovereto e a Yale i più grandi archivi del Futurismo
Federico Zanoner, dell'Archivio del '900, espone alcuni rari documenti che riguardano Umberto Boccioni e il Futurismo.
Eleonora Zamparutti
02/11/2016
Trento - Si scende un piano e ci si affaccia sulla più importante biblioteca specialistica dedicata alla storia dell’arte contemporanea, dalla fine dell’800 a tutto il ‘900, con un nucleo significativo di documenti originali del Futurismo.
Siamo al Mart di Rovereto, qui ricercatori da tutto il mondo e studiosi di storia dell’arte vengono per consultare libri, documenti, fotografie e materiali dell’Archivio del ‘900, che è anche sede del Centro Internazionale Studi sul Futurismo.
Il Mart di Rovereto e la biblioteca della Yale University negli Stati Uniti - che custodisce il fondo di Filippo Marinetti - sono due delle istituzioni più autorevoli al mondo che conservano pezzi unici della storia del movimento d’arte Futurista.
Mentre nei corridoi dei piani soprastanti dal 5 Novembre si rende omaggio a Umberto Boccioni pittore e scultore, con la mostra “Genio e memoria” in occasione dell’anniversario dei 100 anni dalla sua scomparsa, qui al piano di sotto si scopre la figura di Umberto Boccioni padre del movimento Futurista, artista, intellettuale del primo Novecento e soldato di cui l’Archivio conserva molti documenti. Tra questi è ad esempio il carteggio tra Boccioni e Severini cominciato nel 1902, con tanto di lettere su carta intestata “Movimento Futurista diretto da F. T. Marinetti”. In una lettera del 1911 Umberto Boccioni confida a Severini i propri turbamenti d’animo e quelli della sua ricerca artistica.
“Molti Futuristi erano artisti, se si può dire, grafomani. Alcuni di loro, come ad esempio Tullio Crali, archiviavano con ordine molto meticoloso appunti e materiali. Di altri ci sono giunti invece documenti sparsi. I Futuristi furono i primi a dedicarsi alla ricerca verbo visuale attraverso parole e immagini, partendo dalla “parole in libertà” lanciate proprio dal Futurismo” afferma Federico Zanoner dell’Archivio del ‘900.
VAI ALLA GALLERIA IMMAGINI : Umberto Boccioni nei documenti dell'Archivio del '900
Qual è il grande patrimonio dell’Archivio del ‘900?
“Il nostro archivio possiede oltre 70 fondi archivistici, parte dei quali prodotti da artisti futuristi quali Severini, Carrà, Russolo. Il patrimonio deve molto alla figura di Fortunato Depero, che in maniera molto lungimirante ha lasciato al Comune di Rovereto le sue opere e l’archivio personale, e a Paolo Della Grazia, grande collezionista di editoria futurista e verbo visuale, che ha raccolto oltre 10mila fra volumi e opuscoli oltre a 500 periodici”.
Quali sono i documenti più originali che raccontano la vita di Umberto Boccioni?
“Nell’Archivio si conserva soprattutto corrispondenza e qualche fotografia, come questa che ritrae la redazione della rivista “Poesia” in casa Marinetti nel 1910: ci sono F.T. Marinetti, Marietta Angelini, Luigi Russolo, Umberto Boccioni, Nina Angelini. Le sorelle Angelini, governanti di Marinetti e loro stesse poetesse e artiste, erano considerate le vestali del Futurismo. Marietta e Nina hanno raccolto oltre 600 autografi di Marinetti e molte lettere scritte dal fronte di guerra.”
Federico Zanoner indossa un paio di guanti bianchi e muove con grande cura le pagine del catalogo originale della mostra Futuristen, pubblicato a Berlino nel 1912 con tanto di Manifesto all’interno. Poi passa a una copia originale del volume di Umberto Boccioni “Pittura Scultura Futuriste (Dinamismo plastico)”, edito nel 1914 da Edizioni Futuriste di Marinetti: si tratta di un testo che documenta l’impegno sul piano teorico da parte di Boccioni a voler diffondere la sua visione artistica.
Che tipo di ricerche si possono fare?
“Guardi qui ad esempio. Questa lettera risale all’inizio del 1915: è indirizzata a Balla ed è scritta da Boccioni, sottoscritta da Marinetti e da Russolo, nella quale si annuncia all’artista l’ingresso di Depero nel movimento Futurista. E’ un documento molto prezioso consente una ricostruzione della storia del Futurismo e delle vicende di quegli anni”, afferma Zanoner.
Ci fu un legame tra Fortunato Depero, artista originario di Rovereto e Futurista di seconda generazione, e Umberto Boccioni?
“Certo, si conobbero a Roma nel 1914. Depero dedicò all’artista diversi scritti e un intero numero della rivista “Dinamo Futurista”, da lui stessa diretta. Nel 1959 Depero espose foto di opere di Boccioninel suo museo qui a Rovereto”.
Che legame c’è tra Umberto Boccioni e Rovereto?
“Boccioni era un interventista e nel 1915 quando l’Italia entrò in guerra si arruolò come volontario insieme ad altri artisti nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti Automobilisti. Combattè proprio qui vicino, sul fronte trentino. Una foto dell’Archivio del ‘900 lo ritrae vestito da soldato e il volume “Boccioni soldato” racconta l’esperienza di guerra”.
Siamo al Mart di Rovereto, qui ricercatori da tutto il mondo e studiosi di storia dell’arte vengono per consultare libri, documenti, fotografie e materiali dell’Archivio del ‘900, che è anche sede del Centro Internazionale Studi sul Futurismo.
Il Mart di Rovereto e la biblioteca della Yale University negli Stati Uniti - che custodisce il fondo di Filippo Marinetti - sono due delle istituzioni più autorevoli al mondo che conservano pezzi unici della storia del movimento d’arte Futurista.
Mentre nei corridoi dei piani soprastanti dal 5 Novembre si rende omaggio a Umberto Boccioni pittore e scultore, con la mostra “Genio e memoria” in occasione dell’anniversario dei 100 anni dalla sua scomparsa, qui al piano di sotto si scopre la figura di Umberto Boccioni padre del movimento Futurista, artista, intellettuale del primo Novecento e soldato di cui l’Archivio conserva molti documenti. Tra questi è ad esempio il carteggio tra Boccioni e Severini cominciato nel 1902, con tanto di lettere su carta intestata “Movimento Futurista diretto da F. T. Marinetti”. In una lettera del 1911 Umberto Boccioni confida a Severini i propri turbamenti d’animo e quelli della sua ricerca artistica.
“Molti Futuristi erano artisti, se si può dire, grafomani. Alcuni di loro, come ad esempio Tullio Crali, archiviavano con ordine molto meticoloso appunti e materiali. Di altri ci sono giunti invece documenti sparsi. I Futuristi furono i primi a dedicarsi alla ricerca verbo visuale attraverso parole e immagini, partendo dalla “parole in libertà” lanciate proprio dal Futurismo” afferma Federico Zanoner dell’Archivio del ‘900.
VAI ALLA GALLERIA IMMAGINI : Umberto Boccioni nei documenti dell'Archivio del '900
Qual è il grande patrimonio dell’Archivio del ‘900?
“Il nostro archivio possiede oltre 70 fondi archivistici, parte dei quali prodotti da artisti futuristi quali Severini, Carrà, Russolo. Il patrimonio deve molto alla figura di Fortunato Depero, che in maniera molto lungimirante ha lasciato al Comune di Rovereto le sue opere e l’archivio personale, e a Paolo Della Grazia, grande collezionista di editoria futurista e verbo visuale, che ha raccolto oltre 10mila fra volumi e opuscoli oltre a 500 periodici”.
Quali sono i documenti più originali che raccontano la vita di Umberto Boccioni?
“Nell’Archivio si conserva soprattutto corrispondenza e qualche fotografia, come questa che ritrae la redazione della rivista “Poesia” in casa Marinetti nel 1910: ci sono F.T. Marinetti, Marietta Angelini, Luigi Russolo, Umberto Boccioni, Nina Angelini. Le sorelle Angelini, governanti di Marinetti e loro stesse poetesse e artiste, erano considerate le vestali del Futurismo. Marietta e Nina hanno raccolto oltre 600 autografi di Marinetti e molte lettere scritte dal fronte di guerra.”
Federico Zanoner indossa un paio di guanti bianchi e muove con grande cura le pagine del catalogo originale della mostra Futuristen, pubblicato a Berlino nel 1912 con tanto di Manifesto all’interno. Poi passa a una copia originale del volume di Umberto Boccioni “Pittura Scultura Futuriste (Dinamismo plastico)”, edito nel 1914 da Edizioni Futuriste di Marinetti: si tratta di un testo che documenta l’impegno sul piano teorico da parte di Boccioni a voler diffondere la sua visione artistica.
Che tipo di ricerche si possono fare?
“Guardi qui ad esempio. Questa lettera risale all’inizio del 1915: è indirizzata a Balla ed è scritta da Boccioni, sottoscritta da Marinetti e da Russolo, nella quale si annuncia all’artista l’ingresso di Depero nel movimento Futurista. E’ un documento molto prezioso consente una ricostruzione della storia del Futurismo e delle vicende di quegli anni”, afferma Zanoner.
Ci fu un legame tra Fortunato Depero, artista originario di Rovereto e Futurista di seconda generazione, e Umberto Boccioni?
“Certo, si conobbero a Roma nel 1914. Depero dedicò all’artista diversi scritti e un intero numero della rivista “Dinamo Futurista”, da lui stessa diretta. Nel 1959 Depero espose foto di opere di Boccioninel suo museo qui a Rovereto”.
Che legame c’è tra Umberto Boccioni e Rovereto?
“Boccioni era un interventista e nel 1915 quando l’Italia entrò in guerra si arruolò come volontario insieme ad altri artisti nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti Automobilisti. Combattè proprio qui vicino, sul fronte trentino. Una foto dell’Archivio del ‘900 lo ritrae vestito da soldato e il volume “Boccioni soldato” racconta l’esperienza di guerra”.
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