Fino al 18 giugno presso il Museo arte Gallarate (Varese)
Andy Warhol, genio a tutto tondo, si racconta al MAGA
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
Samantha De Martin
20/01/2023
Varese - Dai film alle cover dei vinili, dalla straordinaria performance con i Velvet Underground e Nico, riproposta in chiave immersiva, ai primi disegni realizzati per l’editoria e la moda, dai bozzetti pubblicitari alle più importanti opere pop che elevano elementi banali della quotidianità a icone contemporanee, l’identità poliedrica di Andy Warhol si racconta a Gallarate grazie a una mostra.
Fino al 18 giugno il MAGA dedica un percorso al genio che ha cambiato la storia dell’arte nel Novecento, mentre l'itinerario espositivo si completa all’Aeroporto di Milano Malpensa Terminal 1 - La Porta di Milano, con Andy Warhol’s T.V. - Special Project in collaborazione con MEET Digital Culture Center e SEA.
Attraverso oltre 200 opere (in prestito anche da istituzioni internazionali come The Andy Warhol Museum di Pittsburgh e l’archivio di Ronald Nameth) il percorso dal titolo Andy Warhol. Serial Identity - a sottolineare l’assoluta poliedricità della sua ricerca - restituisce l’universo creativo di Warhol, a partire dal confronto tra alcuni disegni privati e i primi bozzetti pubblicitari degli anni cinquanta del Novecento.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
“La mostra - spiega Emma Zanella, direttrice del MAGA e curatrice del percorso - è guidata dal desiderio non tanto di ordinare cronologicamente e in chiave biografica l’attività di Warhol, quanto piuttosto di indagarne la molteplicità di linguaggi e di interpretazioni, l’incessante ricerca di ambiti espressivi nuovi e particolarmente innovativi, la capacità di scavalcare la tradizionale contrapposizione tra arte alta e bassa, o popolare, e soprattutto la dichiarata presenza di un evidente cortocircuito tra i vari Warhol: uomo, artista, imprenditore, scrittore, fondatore di riviste, di televisioni e programmi televisivi, scenografo, regista, produttore cinematografico e musicale, uomo di spettacolo, icona pop”.
Dai primissimi anni Sessanta il re della Pop art ossessionato dalla fama inizia a sperimentare i linguaggi, le tecniche, i codici della comunicazione di massa trascinandoli nel suo universo e reinventandoli con una cifra stilistica riconoscibile tanto nella produzione seriale di opere serigrafiche quanto nella realizzazione di film sperimentali, nella fotografia, nell’editoria, nell’utilizzo spregiudicato dei mass-media. Dai celebri cicli dei Flowers, delle Campbell’s Soup, dei Death & Disasters, il visitatore si tuffa tra i ritratti delle celebrità, da Marilyn Monroe a Jacqueline Kennedy e Mao Tsê-tung, incrocia la celebre serie Ladies and Gentlemen, oltre a un corpus di opere e materiali legati all’editoria e alla grafica delle copertine di dischi dei Rolling Stones, di Liza Minnelli e Loredana Bertè, solo per citare alcune collaborazioni note.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
D’altronde, come spiega Maurizio Vanni, curatore della mostra, nella prima parte della vita di Andy Warhol, che potrebbe essere considerata una vera e propria “pandemia esistenziale” - dalla scarlattina alla febbre reumatica evoluta in un disturbo del sistema nervoso centrale conosciuto come il “ballo di San Vito”, unite alla timidezza che lo condusse a essere bullizzato dai compagni - Warhol si staccò da quel mondo che percepiva ostile e ingrato, coccolato dalla madre che lo riempì di riviste sui divi del cinema, di fumetti, di album da colorare. La passione per i divi consentì a Warhol di avvicinarsi al mondo dei VIP e della bellezza. Fu in questo periodo in cui realizzava collage e disegni che l’artista americano iniziò a sperimentare la stampa, ovvero l’effetto del trasferimento di un’immagine da una superficie a un’altra completata, talvolta, da segni e disegni.
La passione per la carta stampata porta l’artista a fondare la famosa e longeva rivista Interview, a realizzare libri biografici scritti in prima persona e a progettare interamente i cataloghi di alcune sue esposizioni personali. Muovendosi su diversi livelli narrativi, lo spettatore è invitato a sfogliare gli aspetti meno scontati dell’opera di Warhol: la ricerca di identità sempre diverse che l’artista voleva dare di sé, l’ansia di sperimentare linguaggi artistici che fluiscono gli uni negli altri, ma anche il legame profondo della sua opera con l’universo della musica, dell’editoria, della cinematografia.
Ad arricchire il progetto espositivo, la presenza in mostra, in versione integrale, di Empire (1964) (8 ore e 5 minuti), la celebre ripresa dell’Empire State Building dal tramonto all’alba, e poi di Kiss (1963-1964) (58 minuti), messa in sequenza di baci scambiati da coppie etero e omosessuali, in un’apposita sezione dedicata alla sperimentazione e all’investigazione di Warhol nei confronti del processo del filmare e del venire filmati. Dal Museo di Pittsburgh giungono in prestito a Gallarate anche i cinque episodi di Andy Warhol’s Fifteen Minutes, prodotti per l’iconica Andy Warhol TV che va in onda dal 1985 al 1987, e i tre spezzoni video del 1981 per il Saturday Night Live, lo show tv più famoso d’America, considerati i vertici dell’opera televisiva warholiana.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
Il viaggio nell’universo del regista, editore, produttore televisivo, scenografo Warhol prosegue al Terminal 1 - La Porta di Milano all’Aeroporto di Milano Malpensa con Andy Warhol’s T.V. - Special Project, una co-produzione video realizzata da MA*GA, MEET Digital Culture Center e SEA, dedicata alle produzioni televisive del guru della Pop Art americana.
In mostra brilla una chicca. Per la prima volta in Italia è esposta la straordinaria video installazione del fotografo e regista americano Ronald Nameth nata della performance Exploding Plastic Inevitable orchestrata da Warhol con i Velvet Underground e Nico. Dall'aprile del 1966 al maggio dell'anno successivo l'Exploding Plastic Inevitable andò in scena da New York a Los Angeles, da San Francisco a Chicago con un altalenante successo di pubblico e critica. Lo show, una vera e propria performance mix mediale ante litteram, vedeva Warhol manipolare le luci e le immagini nell’ambiente, per sperimentare e ricreare un ambiente psichedelico immersivo e le esperienze visive dell’acido lisergico, mentre i Velvet Underground e Nico si esibivano dal vivo vestiti di bianco, fungendo da supporto mobile per le proiezioni di film e diapositive con varie immagini e colori. Il film, dedicato allo spettacolo e girato nel giugno del 1966 da Ronald Nameth, si presenta come una proiezione multicanale ambientale e immersiva e costituisce l’unica fonte completa di documentazione della performance, concessa in prestito in esclusiva al MAGA dall’archivio di Ronald Nameth con la collaborazione del MACBA di Barcellona.
Dal 1° luglio al 1° ottobre a mostra Andy Warhol. Serial Identity si sposterà presso il Palazzo SUMS e la Galleria Nazionale di San Marino.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
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Attraverso oltre 200 opere (in prestito anche da istituzioni internazionali come The Andy Warhol Museum di Pittsburgh e l’archivio di Ronald Nameth) il percorso dal titolo Andy Warhol. Serial Identity - a sottolineare l’assoluta poliedricità della sua ricerca - restituisce l’universo creativo di Warhol, a partire dal confronto tra alcuni disegni privati e i primi bozzetti pubblicitari degli anni cinquanta del Novecento.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
“La mostra - spiega Emma Zanella, direttrice del MAGA e curatrice del percorso - è guidata dal desiderio non tanto di ordinare cronologicamente e in chiave biografica l’attività di Warhol, quanto piuttosto di indagarne la molteplicità di linguaggi e di interpretazioni, l’incessante ricerca di ambiti espressivi nuovi e particolarmente innovativi, la capacità di scavalcare la tradizionale contrapposizione tra arte alta e bassa, o popolare, e soprattutto la dichiarata presenza di un evidente cortocircuito tra i vari Warhol: uomo, artista, imprenditore, scrittore, fondatore di riviste, di televisioni e programmi televisivi, scenografo, regista, produttore cinematografico e musicale, uomo di spettacolo, icona pop”.
Dai primissimi anni Sessanta il re della Pop art ossessionato dalla fama inizia a sperimentare i linguaggi, le tecniche, i codici della comunicazione di massa trascinandoli nel suo universo e reinventandoli con una cifra stilistica riconoscibile tanto nella produzione seriale di opere serigrafiche quanto nella realizzazione di film sperimentali, nella fotografia, nell’editoria, nell’utilizzo spregiudicato dei mass-media. Dai celebri cicli dei Flowers, delle Campbell’s Soup, dei Death & Disasters, il visitatore si tuffa tra i ritratti delle celebrità, da Marilyn Monroe a Jacqueline Kennedy e Mao Tsê-tung, incrocia la celebre serie Ladies and Gentlemen, oltre a un corpus di opere e materiali legati all’editoria e alla grafica delle copertine di dischi dei Rolling Stones, di Liza Minnelli e Loredana Bertè, solo per citare alcune collaborazioni note.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
D’altronde, come spiega Maurizio Vanni, curatore della mostra, nella prima parte della vita di Andy Warhol, che potrebbe essere considerata una vera e propria “pandemia esistenziale” - dalla scarlattina alla febbre reumatica evoluta in un disturbo del sistema nervoso centrale conosciuto come il “ballo di San Vito”, unite alla timidezza che lo condusse a essere bullizzato dai compagni - Warhol si staccò da quel mondo che percepiva ostile e ingrato, coccolato dalla madre che lo riempì di riviste sui divi del cinema, di fumetti, di album da colorare. La passione per i divi consentì a Warhol di avvicinarsi al mondo dei VIP e della bellezza. Fu in questo periodo in cui realizzava collage e disegni che l’artista americano iniziò a sperimentare la stampa, ovvero l’effetto del trasferimento di un’immagine da una superficie a un’altra completata, talvolta, da segni e disegni.
La passione per la carta stampata porta l’artista a fondare la famosa e longeva rivista Interview, a realizzare libri biografici scritti in prima persona e a progettare interamente i cataloghi di alcune sue esposizioni personali. Muovendosi su diversi livelli narrativi, lo spettatore è invitato a sfogliare gli aspetti meno scontati dell’opera di Warhol: la ricerca di identità sempre diverse che l’artista voleva dare di sé, l’ansia di sperimentare linguaggi artistici che fluiscono gli uni negli altri, ma anche il legame profondo della sua opera con l’universo della musica, dell’editoria, della cinematografia.
Ad arricchire il progetto espositivo, la presenza in mostra, in versione integrale, di Empire (1964) (8 ore e 5 minuti), la celebre ripresa dell’Empire State Building dal tramonto all’alba, e poi di Kiss (1963-1964) (58 minuti), messa in sequenza di baci scambiati da coppie etero e omosessuali, in un’apposita sezione dedicata alla sperimentazione e all’investigazione di Warhol nei confronti del processo del filmare e del venire filmati. Dal Museo di Pittsburgh giungono in prestito a Gallarate anche i cinque episodi di Andy Warhol’s Fifteen Minutes, prodotti per l’iconica Andy Warhol TV che va in onda dal 1985 al 1987, e i tre spezzoni video del 1981 per il Saturday Night Live, lo show tv più famoso d’America, considerati i vertici dell’opera televisiva warholiana.
Andy Warhol. Serial Identity, Museo MAGA, Gallarate | Foto: © Roberto Marossi, 2023
Il viaggio nell’universo del regista, editore, produttore televisivo, scenografo Warhol prosegue al Terminal 1 - La Porta di Milano all’Aeroporto di Milano Malpensa con Andy Warhol’s T.V. - Special Project, una co-produzione video realizzata da MA*GA, MEET Digital Culture Center e SEA, dedicata alle produzioni televisive del guru della Pop Art americana.
In mostra brilla una chicca. Per la prima volta in Italia è esposta la straordinaria video installazione del fotografo e regista americano Ronald Nameth nata della performance Exploding Plastic Inevitable orchestrata da Warhol con i Velvet Underground e Nico. Dall'aprile del 1966 al maggio dell'anno successivo l'Exploding Plastic Inevitable andò in scena da New York a Los Angeles, da San Francisco a Chicago con un altalenante successo di pubblico e critica. Lo show, una vera e propria performance mix mediale ante litteram, vedeva Warhol manipolare le luci e le immagini nell’ambiente, per sperimentare e ricreare un ambiente psichedelico immersivo e le esperienze visive dell’acido lisergico, mentre i Velvet Underground e Nico si esibivano dal vivo vestiti di bianco, fungendo da supporto mobile per le proiezioni di film e diapositive con varie immagini e colori. Il film, dedicato allo spettacolo e girato nel giugno del 1966 da Ronald Nameth, si presenta come una proiezione multicanale ambientale e immersiva e costituisce l’unica fonte completa di documentazione della performance, concessa in prestito in esclusiva al MAGA dall’archivio di Ronald Nameth con la collaborazione del MACBA di Barcellona.
Dal 1° luglio al 1° ottobre a mostra Andy Warhol. Serial Identity si sposterà presso il Palazzo SUMS e la Galleria Nazionale di San Marino.
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