A Palazzo Cini fino al 16 luglio
Artemisia Gentileschi ospite d'eccezione a Venezia
Artemisia Gentileschi, Cleopatra,1620-1625, Ro Ferrarese, Fondazione Cavallini-Sgarbi
Samantha De Martin
15/05/2023
Venezia - Ritratta di tre quarti, con il braccio destro proteso in avanti, la vigorosa Cleopatra di Artemisia Gentileschi ostenta le sue turgide nudità, sprigionando un sentimento di dolore ed eroismo, oltre a un’irrefrenabile carica erotica.
L'eroina – nel cui volto si è pensato di poter intravedere le sembianze della stessa Artemisia – siede su un drappo rosso che contrasta con il chiarore delle carni e con la scura penombra del ventre, lasciato scoperto con audacia.
Fino al 16 luglio il tragico epilogo della regina egiziana, fissato sulla tela dalla pittrice romana con un gesto teatrale dall'intenso realismo, si potrà ammirare nelle sale della Galleria di Palazzo Cini, a Venezia.
La Fondazione Cini presenta infatti il primo Ospite a Palazzo della nuova stagione espositiva, in prestito dalla Collezione Cavallini Sgarbi. L’emblematico dipinto, eseguito dall’artista barocca poco prima del soggiorno a Venezia, entra nelle sale del palazzo in occasione del prestito alla mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, organizzata da Fondazione Ferrara Arte a Palazzo dei Diamanti, di alcuni capolavori della raccolta di dipinti ferraresi della Galleria. L’esposizione del dipinto che ritrae Cleopatra, databile tra il 1620 e il 1626, offre ai visitatori l’opportunità di riflettere sul ruolo e sui rapporti intrattenuti da Artemisia nel contesto culturale e storico-artistico lagunare, in particolare con le figure che diedero vita all’Accademia degli Incogniti, una delle realtà più originali e vivaci a Venezia.
Palazzo Cini, Veduta della scala ovale di Tomaso Buzzi | Foto: © Matteo De Fina
Il passaggio della pittrice da Venezia negli anni Venti del Seicento è cosa nota. Tuttavia solo di recente si è giunti a determinare che in realtà Artemisia soggiornò nella Serenissima per oltre tre anni, probabilmente dalla fine del 1626 al 1630. Ma solo per un unico dipinto – Ester e Assuero del Metropolitan Museum of Art, realizzato allo scadere di quel decennio – è stato possibile finora accertare la provenienza veneziana.
Una ventina di lettere e componimenti poetici dedicatele da letterati veneziani documenta la presenza di Artemisia in città, rivelando un ruolo molto più centrale all'interno della società lagunare di quanto si fosse finora immaginato. La vicinanza di Artemisia a questo ambiente risulta ancora più affascinante se si pensa che la natura e la condizione delle donne, la loro possibilità o meno di assumere ruoli di potere, il loro carattere in relazione alle capacità di governo, rappresentavano alcuni temi predominanti in tutta la futura produzione degli Incogniti. All’interno della produzione letteraria legata agli Incogniti, si fanno infatti strada, attraverso il vaglio delle fonti antiche, bibliche e moderne, emblematiche figure di ‘eroine’, donne dell'antichità universalmente considerate modello di virtù come Susanna e Lucrezia, accanto a figure come Semiramide e Cleopatra. Un analogo interesse verso questi temi si riscontra nell’arte veneziana degli stessi anni, mentre tra il 1630 e il 1670 si assiste a un numero significativo di dipinti in cui la composizione era dominata da una donna concepita non solo come figura erotica, bensì come eroina.
Anche in quest’opera l’affascinante figura di Cleopatra incarna il tema dell’exemplum virtutis dell’eroina che preferì la morte attraverso il morso letale dell’aspide piuttosto che subire la pubblica umiliazione. Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Giorgio Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 15 ottobre 2023.
L’opera si potrà vedere tutti i giorni, ad accezione del martedì, dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.15).
Veduta esterna di Palazzo Cini | Courtesy Palazzo Cini
Leggi anche:
• Ospite a Palazzo. Cleopatra, Artemisia Gentileschi
L'eroina – nel cui volto si è pensato di poter intravedere le sembianze della stessa Artemisia – siede su un drappo rosso che contrasta con il chiarore delle carni e con la scura penombra del ventre, lasciato scoperto con audacia.
Fino al 16 luglio il tragico epilogo della regina egiziana, fissato sulla tela dalla pittrice romana con un gesto teatrale dall'intenso realismo, si potrà ammirare nelle sale della Galleria di Palazzo Cini, a Venezia.
La Fondazione Cini presenta infatti il primo Ospite a Palazzo della nuova stagione espositiva, in prestito dalla Collezione Cavallini Sgarbi. L’emblematico dipinto, eseguito dall’artista barocca poco prima del soggiorno a Venezia, entra nelle sale del palazzo in occasione del prestito alla mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, organizzata da Fondazione Ferrara Arte a Palazzo dei Diamanti, di alcuni capolavori della raccolta di dipinti ferraresi della Galleria. L’esposizione del dipinto che ritrae Cleopatra, databile tra il 1620 e il 1626, offre ai visitatori l’opportunità di riflettere sul ruolo e sui rapporti intrattenuti da Artemisia nel contesto culturale e storico-artistico lagunare, in particolare con le figure che diedero vita all’Accademia degli Incogniti, una delle realtà più originali e vivaci a Venezia.
Palazzo Cini, Veduta della scala ovale di Tomaso Buzzi | Foto: © Matteo De Fina
Il passaggio della pittrice da Venezia negli anni Venti del Seicento è cosa nota. Tuttavia solo di recente si è giunti a determinare che in realtà Artemisia soggiornò nella Serenissima per oltre tre anni, probabilmente dalla fine del 1626 al 1630. Ma solo per un unico dipinto – Ester e Assuero del Metropolitan Museum of Art, realizzato allo scadere di quel decennio – è stato possibile finora accertare la provenienza veneziana.
Una ventina di lettere e componimenti poetici dedicatele da letterati veneziani documenta la presenza di Artemisia in città, rivelando un ruolo molto più centrale all'interno della società lagunare di quanto si fosse finora immaginato. La vicinanza di Artemisia a questo ambiente risulta ancora più affascinante se si pensa che la natura e la condizione delle donne, la loro possibilità o meno di assumere ruoli di potere, il loro carattere in relazione alle capacità di governo, rappresentavano alcuni temi predominanti in tutta la futura produzione degli Incogniti. All’interno della produzione letteraria legata agli Incogniti, si fanno infatti strada, attraverso il vaglio delle fonti antiche, bibliche e moderne, emblematiche figure di ‘eroine’, donne dell'antichità universalmente considerate modello di virtù come Susanna e Lucrezia, accanto a figure come Semiramide e Cleopatra. Un analogo interesse verso questi temi si riscontra nell’arte veneziana degli stessi anni, mentre tra il 1630 e il 1670 si assiste a un numero significativo di dipinti in cui la composizione era dominata da una donna concepita non solo come figura erotica, bensì come eroina.
Anche in quest’opera l’affascinante figura di Cleopatra incarna il tema dell’exemplum virtutis dell’eroina che preferì la morte attraverso il morso letale dell’aspide piuttosto che subire la pubblica umiliazione. Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Giorgio Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 15 ottobre 2023.
L’opera si potrà vedere tutti i giorni, ad accezione del martedì, dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.15).
Veduta esterna di Palazzo Cini | Courtesy Palazzo Cini
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