Opere sull'acqua
Biennale: installazioni galleggianti in Laguna
L. Sanfelice
06/05/2015
Venezia - La Biennale d’arte sbarca ai Giardini e all’Arsenale ma la sua energia si propaga in ogni angolo di Venezia, specchi d’acqua inclusi. La caratteristica natura anfibia della città lagunare è infatti fonte di ispirazione per diversi artisti che assegnano al waterfront un ruolo molto eloquente nella creazione delle loro opere.
A testimonianza di questo fenomeno arriva ad esempio il gigantesco iceberg in acciaio inox alto tre metri che l’8 maggio viaggerà per due ore tra le acque di Venezia portando l’attenzione sul tema delle grandi navi in Laguna, e volgendo lo sguardo anche ai problemi ambientali del surriscaldamento globale e del conseguente scioglimento dei ghiacciai. Dopo la “deriva” pilotata, l’opera, realizzata dall’artista italo albanese Helidon Xhixha per il Padiglione della Repubblica Araba Siriana, andrà a scomporsi sull’isola di San Servolo trasformandosi in una serie di pilastri verticali che costituiranno l’installazione “Iceberg a Venezia”, visibile fino al 22 novembre.
Galleggiante è anche l’opera “Lampedusa” di Vik Muniz, artista brasiliano attivissimo in ambito sociale (suo il documentario Waste Land candidato all’Oscar), che con la rappresentazione di una barchetta di carta grande come un vaporetto e realizzata in legno ricoperto di un materiale che riproduce la prima pagina del giornale La Nuova Venezia, invita il pubblico della Biennale a riflettere sul tema del supporto ai rifugiati nel Mediterraneo. L’opera che naviga come una normale imbarcazione ma non può trasportare passeggeri, sarà rimorchiata e ormeggiata in luoghi strategici per tutto il periodo dell'esposizione.
A testimonianza di questo fenomeno arriva ad esempio il gigantesco iceberg in acciaio inox alto tre metri che l’8 maggio viaggerà per due ore tra le acque di Venezia portando l’attenzione sul tema delle grandi navi in Laguna, e volgendo lo sguardo anche ai problemi ambientali del surriscaldamento globale e del conseguente scioglimento dei ghiacciai. Dopo la “deriva” pilotata, l’opera, realizzata dall’artista italo albanese Helidon Xhixha per il Padiglione della Repubblica Araba Siriana, andrà a scomporsi sull’isola di San Servolo trasformandosi in una serie di pilastri verticali che costituiranno l’installazione “Iceberg a Venezia”, visibile fino al 22 novembre.
Galleggiante è anche l’opera “Lampedusa” di Vik Muniz, artista brasiliano attivissimo in ambito sociale (suo il documentario Waste Land candidato all’Oscar), che con la rappresentazione di una barchetta di carta grande come un vaporetto e realizzata in legno ricoperto di un materiale che riproduce la prima pagina del giornale La Nuova Venezia, invita il pubblico della Biennale a riflettere sul tema del supporto ai rifugiati nel Mediterraneo. L’opera che naviga come una normale imbarcazione ma non può trasportare passeggeri, sarà rimorchiata e ormeggiata in luoghi strategici per tutto il periodo dell'esposizione.
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