Le Gallerie dell'Accademia e Palazzo Ducale celebrano il maestro

L'omaggio di Venezia a Tintoretto per i 500 anni dalla nascita

Jacopo Tintoretto, Estate, 1546-1548 circa, Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection | Il giovane Tintoretto
 

Samantha De Martin

06/09/2018

Venezia - “Mai sono stato così totalmente schiacciato a terra dinanzi a un intelletto umano, quanto oggi davanti a Tintoretto” scriveva John Ruskin al padre dopo aver visitato la Scuola Grande di San Rocco.
Oggi, non lontano da questa monumentale sede che accoglie il più celebre ciclo pittorico di Jacopo Robusti, inaugurano due mostre fortemente attese, volte a festeggiare, prima di volare oltreoceano, i 500 anni dalla nascita del genio che consegnò Venezia agli occhi del mondo con la sua mano sublime.

Il primo appuntamento con cui la perla della laguna rende omaggio al suo illustre pennello è alle Gallerie dell’Accademia, dove una mostra accoglie i capolavori del primo decennio di attività di un giovane Tintoretto, realizzati durante il contesto fecondo in cui il maestro avviò il suo percorso artistico.
Curata da Roberta Battaglia, Paola Marini, Vittoria Romani, la retrospettiva Il giovane Tintoretto ripercorre, attraverso 60 opere, il primo decennio di attività del pittore veneziano, dal 1538 - anno in cui il maestro prende in affitto una casa e uno studio nella parrocchia di san Cassiano - al 1548, annus mirabilis grazie al clamoroso successo del Il miracolo dello schiavo, la sua prima opera di impegno pubblico per la Scuola Grande di San Marco, oggi fiore all’occhiello delle Gallerie dell’Accademia.
 FOTO: Tintoretto 500
Un percorso avvincente restituisce al pubblico un periodo straordinario, ricco di stimoli e sperimentazioni grazie ai quali l’artista ha profondamente rinnovato la pittura lagunare, in un'epoca di grandi cambiamenti.
La Conversione di San Paolo della National Gallery of Art di Washington - esposta accanto ad una copia della celebre Battaglia di Cadore di Tiziano - e la Contesa tra Apollo e Marsia di Hartford - originariamente realizzato per la camera da letto dell’Aretino, esposti ora assieme e per la prima volta in Italia, affiancheranno la Disputa di Gesù  nel tempio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Cena in Emmaus di Budapest e i soffitti provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, ora alle Gallerie Estensi di Modena.

Ventisei dipinti eccezionali affiancano le opere delle collazione permanente del museo, proposte all’interno di una nuova prospettiva ed esposte accanto a prestiti provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche e private del mondo, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Washington, dal Museo del Prado di Madrid agli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Borghese di Roma al Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Scandito in quattro sezioni, disposte in ordine cronologico, il percorso indaga quel periodo tuttora fortemente dibattuto della formazione di Tintoretto, non facilmente riconducibile a una bottega o a una personalità individuata, e lo pone in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli Trenta e Quaranta del Cinquecento.
Al visitatore sarà spiegato in che modo Jacopo Robusti abbia acquisito e trasformato i propri modelli per sviluppare uno stile drammatico e rivoluzionario, accogliendo le suggestioni ricevute da Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari, Jacopo Sansovino, anch’essi presenti in mostra con opere significative.
Accanto ai suoi capolavori ci sono i dipinti e le sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarono nello stesso ambiente, da Andrea Schiavone a Bartolomeo Ammannati.

L’appuntamento veneziano con il genio della luce prosegue a Palazzo Ducale, nell’Appartamento del Doge, dove oggi inaugura la straordinaria monografica dal titolo - TINTORETTO 1519 - 1594 - aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2019.
Lungo questo itinerario espositivo, incentrato sul periodo più fecondo della sua arte - dalla piena affermazione, verso metà degli anni Quaranta del Cinquecento, fino agli ultimi lavori - sfilano 50 dipinti del maestro e un nucleo di 20 disegni autografi. Prestiti eccezionali giungono dai musei italiani e da quelli di Londra - dalla National Gallery al Victoria and Albert Museum - ma anche da Parigi, Gent, Lione, Dresda, Otterlo, Praga, Rotterdam.

E se il Prado di Madrid ha concesso in prestito cinque opere straordinarie, comprese Giuseppe e la moglie di Putifarre, Giuditta e Oloferne e Il ratto di Elena, quest'ultima di oltre tre metri di lunghezza, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna arriva Susanna e i vecchioni, celebre e fascinoso capolavoro del 1555-1556.

Importanti prestiti sono giunti a Venezia anche dagli Stati Uniti, mentre i due emblematici autoritratti che aprono e chiudono il percorso espositivo - eseguiti uno all’inizio e uno alla fine della carriera di Jacopo - provengono rispettivamente dal Philadelphia Museum of Art e dal Musée du Louvre.

Al termine delle celebrazioni italiane, i festeggiamenti in onore del pittore veneziano proseguiranno oltreoceano, alla National Gallery of Art di Washington, a partire dal 10 marzo 2019. Si tratterà di una mostra epocale, nella quale verrà presentata, per la prima volta in Nord America, tutta la pittura del grande maestro italiano.

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