Torna a splendere anche il fregio di Nicolò Bambini
La luce e le tenebre: Tiepolo restaurato a Palazzo Sandi
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio), Palazzo Sandi, Venezia. Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Francesca Grego
15/11/2021
Venezia - Nel 2020 mostre e iniziative speciali hanno celebrato i 250 anni dalla morte di Giambattista Tiepolo, riaccendendo i riflettori su un artista geniale. Non tutte le sue opere, tuttavia, hanno goduto della stessa attenzione: alcune di esse sono rimaste silenziosamente al loro posto nei sontuosi edifici privati per i quali furono concepite, lontane dai clamori della scena espositiva e pressoché sconosciute al grande pubblico. è il caso dell’affresco del Trionfo dell’Eloquenza, dipinto per lo storico Palazzo Sandi, oggi sede dell’ANCE di Venezia. Nel 75° anniversario della fondazione dell’Associazione, il soffitto affrescato di Tiepolo torna a far parlare di sé grazie a un restauro che gli ha restituito le luci, i colori e il disegno originario, eliminando la patina del tempo e le ridipinture posticce che nei secoli ne avevano alterato l’aspetto.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza; Nicolò Bambini, L’Umanità primitiva o Allegoria della lascivia. Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
I lavori hanno interessato l’intero piano nobile dell’edificio, che conserva i dipinti voluti dal conte e avvocato Tomaso Sandi in occasione delle nozze del figlio Vettor, nel 1724. Cuore del palazzo è il salone impreziosito da Tiepolo e dal pittore veneziano Nicolò Bambini con decori che si estendono dalle pareti al soffitto, componendo insieme un’opera unica e indivisibile. Dell’originale settecentesco mancano all'appello alcune tele - tre di Tiepolo, due di Bambini - oggi conservate presso l’Hotel Hilton di Roma. “Ci auguriamo che si possa un giorno ricreare la scenografia della sala completa”, ha spiegato il presidente dell’ANCE di Venezia Giovanni Salmistrari: “In ogni caso, per rendere l’idea di come si presentava il salone nella sua configurazione originaria, abbiamo elaborato una ricostruzione virtuale e interattiva, molto suggestiva, dell’insieme delle opere che abbellivano la sala”.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
“La decorazione pittorica del salone del piano nobile di Palazzo Sandi è stata studiata finora soprattutto per la presenza del primo affresco a soggetto profano del giovane Giambattista Tiepolo, mentre si è dedicata minore attenzione all’opera attribuita al Bambini”, racconta l’architetto Federica Restiani, responsabile scientifica dell'Istituto Veneto per i Beni Culturali e direttrice dei lavori, insieme al restauratore Jean Pierre Zocca e a Monica Rovea, Annalisa Nardin e Anna Zulian. “Tuttavia, per comprendere pienamente le ragioni e il significato dell’intero schema decorativo, che rappresenta un unicum nel panorama della pittura veneziana del XVIII secolo, le opere dei due artisti (e le aspirazioni della committenza) non sono separabili”, continua Restiani. “Il programma iconografico infatti, seppur articolato su superfici differenti, è unitario e si svolge attraverso la narrazione pittorica di due concetti opposti ma reciprocamente connessi: il soggetto principale, nel piatto centrale del soffitto, Trionfo dell’eloquenza, e in contrapposizione, immediatamente sotto, l’Umanità primitiva (o Allegoria della lascivia) confinata entro un lungo fregio dipinto a monocromo che corre ininterrotto sulle quattro pareti della stanza, ove, entro rilievi a stucco, erano incorniciate altre tre tele a corollario della narrazione allegorica”.
Il salone di Palazzo Sandi. Dettaglio del soffitto con l'affresco di Giambattista Tiepolo e il fregio di Nicolò Bambini I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Se il soffitto di Tiepolo celebra il potere della parola, espressione di un’umanità evoluta e illuminata, il fregio di Bambini mostra l’esistenza primordiale in un mondo che ancora non ne conosceva l’uso. Creature primitive come centauri, satiri, pegasi e fauni popolano le scene alle pareti: esseri nudi ed errabondi in lotta tra loro, la cui crudeltà è sottolineata dall’assonanza con i combattimenti feroci tra animali come tori, leoni, ippogrifi e unicorni.
Come mai la scelta di Tomaso Sandi cadde su un soggetto di questo tipo? “Non potendo ostentare una nobiltà di antiche origini”, spiega ancora l’architetto Restiani, “il padre di Vettor decide di celebrare la propria casata attraverso l’esaltazione delle virtù, saggezza ed eloquenza, associate all’esercizio della propria professione, l’avvocatura. I Sandi celebrano quindi ‘la civiltà della parola’, regolata dall’esercizio della virtù, che guida l’intelletto dell’uomo e inonda di luce l’intera sala (Tiepolo), relegando ai margini, brancolante nel buio, un mondo primitivo fatto di mostruosità, vizio e sofferenze (Bambini)”.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio); Nicolò Bambini, L’Umanità primitiva o Allegoria della lascivia (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Grazie al restauro integrale, oggi è possibile apprezzare le decorazioni del salone come un’unica opera che si estende dagli stucchi alle cornici, dall’affresco del soffitto al fregio sulle pareti. Ed è proprio quest’ultimo ad aver richiesto le cure più complesse: realizzata con la tecnica del marouflage (con la pittura a olio applicata non direttamente sul muro, bensì su una tela poi fissata alle pareti), l’opera di Bambini era stata seriamente danneggiata dalle variazioni del microclima del salone: un ambiente privo di riscaldamento per 250 anni, e quindi soggetto all’umidità tipica di Venezia, nel quale verso la metà del Novecento erano stati introdotti i termosifoni.
Anche per l’affresco di Tiepolo il restauro è stato foriero di importanti scoperte. Cancellando dal dipinto le tracce di interventi successivi e restituendo all’opera l’aspetto voluto dal suo autore, i restauratori si sono imbattuti in dettagli prima sconosciuti. Come il ritratto del committente Tomaso Sandi, l’unico personaggio del dipinto in abiti settecenteschi.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Leggi anche:
• La luce sull'abisso: 250 anni di Giambattista Tiepolo
• Il "Mondo Nuovo" di Giambattista Tiepolo: l'evasione e la speranza in tempi di incertezza
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza; Nicolò Bambini, L’Umanità primitiva o Allegoria della lascivia. Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
I lavori hanno interessato l’intero piano nobile dell’edificio, che conserva i dipinti voluti dal conte e avvocato Tomaso Sandi in occasione delle nozze del figlio Vettor, nel 1724. Cuore del palazzo è il salone impreziosito da Tiepolo e dal pittore veneziano Nicolò Bambini con decori che si estendono dalle pareti al soffitto, componendo insieme un’opera unica e indivisibile. Dell’originale settecentesco mancano all'appello alcune tele - tre di Tiepolo, due di Bambini - oggi conservate presso l’Hotel Hilton di Roma. “Ci auguriamo che si possa un giorno ricreare la scenografia della sala completa”, ha spiegato il presidente dell’ANCE di Venezia Giovanni Salmistrari: “In ogni caso, per rendere l’idea di come si presentava il salone nella sua configurazione originaria, abbiamo elaborato una ricostruzione virtuale e interattiva, molto suggestiva, dell’insieme delle opere che abbellivano la sala”.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
“La decorazione pittorica del salone del piano nobile di Palazzo Sandi è stata studiata finora soprattutto per la presenza del primo affresco a soggetto profano del giovane Giambattista Tiepolo, mentre si è dedicata minore attenzione all’opera attribuita al Bambini”, racconta l’architetto Federica Restiani, responsabile scientifica dell'Istituto Veneto per i Beni Culturali e direttrice dei lavori, insieme al restauratore Jean Pierre Zocca e a Monica Rovea, Annalisa Nardin e Anna Zulian. “Tuttavia, per comprendere pienamente le ragioni e il significato dell’intero schema decorativo, che rappresenta un unicum nel panorama della pittura veneziana del XVIII secolo, le opere dei due artisti (e le aspirazioni della committenza) non sono separabili”, continua Restiani. “Il programma iconografico infatti, seppur articolato su superfici differenti, è unitario e si svolge attraverso la narrazione pittorica di due concetti opposti ma reciprocamente connessi: il soggetto principale, nel piatto centrale del soffitto, Trionfo dell’eloquenza, e in contrapposizione, immediatamente sotto, l’Umanità primitiva (o Allegoria della lascivia) confinata entro un lungo fregio dipinto a monocromo che corre ininterrotto sulle quattro pareti della stanza, ove, entro rilievi a stucco, erano incorniciate altre tre tele a corollario della narrazione allegorica”.
Il salone di Palazzo Sandi. Dettaglio del soffitto con l'affresco di Giambattista Tiepolo e il fregio di Nicolò Bambini I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Se il soffitto di Tiepolo celebra il potere della parola, espressione di un’umanità evoluta e illuminata, il fregio di Bambini mostra l’esistenza primordiale in un mondo che ancora non ne conosceva l’uso. Creature primitive come centauri, satiri, pegasi e fauni popolano le scene alle pareti: esseri nudi ed errabondi in lotta tra loro, la cui crudeltà è sottolineata dall’assonanza con i combattimenti feroci tra animali come tori, leoni, ippogrifi e unicorni.
Come mai la scelta di Tomaso Sandi cadde su un soggetto di questo tipo? “Non potendo ostentare una nobiltà di antiche origini”, spiega ancora l’architetto Restiani, “il padre di Vettor decide di celebrare la propria casata attraverso l’esaltazione delle virtù, saggezza ed eloquenza, associate all’esercizio della propria professione, l’avvocatura. I Sandi celebrano quindi ‘la civiltà della parola’, regolata dall’esercizio della virtù, che guida l’intelletto dell’uomo e inonda di luce l’intera sala (Tiepolo), relegando ai margini, brancolante nel buio, un mondo primitivo fatto di mostruosità, vizio e sofferenze (Bambini)”.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio); Nicolò Bambini, L’Umanità primitiva o Allegoria della lascivia (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
Grazie al restauro integrale, oggi è possibile apprezzare le decorazioni del salone come un’unica opera che si estende dagli stucchi alle cornici, dall’affresco del soffitto al fregio sulle pareti. Ed è proprio quest’ultimo ad aver richiesto le cure più complesse: realizzata con la tecnica del marouflage (con la pittura a olio applicata non direttamente sul muro, bensì su una tela poi fissata alle pareti), l’opera di Bambini era stata seriamente danneggiata dalle variazioni del microclima del salone: un ambiente privo di riscaldamento per 250 anni, e quindi soggetto all’umidità tipica di Venezia, nel quale verso la metà del Novecento erano stati introdotti i termosifoni.
Anche per l’affresco di Tiepolo il restauro è stato foriero di importanti scoperte. Cancellando dal dipinto le tracce di interventi successivi e restituendo all’opera l’aspetto voluto dal suo autore, i restauratori si sono imbattuti in dettagli prima sconosciuti. Come il ritratto del committente Tomaso Sandi, l’unico personaggio del dipinto in abiti settecenteschi.
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza (dettaglio). Palazzo Sandi, Venezia I Courtesy ANCE - Associazione Costruttori Edili Venezia
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