Un'iniziativa per i 200 anni dalla prima apertura pubblica del museo di Venezia
Un nuovo capolavoro di Giorgione alle Gallerie dell'Accademia
Giorgio o Zorzi da Castelfranco detto Giorgione, Il Concerto, olio su tela, 70 x 86 cm, Collezione privata. Foto: © Matteo De Fina. Courtesy of Archivio fotografico GAve “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Samantha De Martin
26/06/2018
Venezia - Un personaggio identificato con Giorgione stesso, con Sansone deriso o con il Davide biblico in atto di cantare, stretto tra due figure sorridenti, si fa spazio tra la celebre Tempesta e la Vecchia del maestro di Castelfranco Veneto.
Si tratta della tela intitolata Concerto o Davide cantore, opera concessa in comodato quinquennale da un collezionista privato alle Gallerie dell’Accademia in occasione del bicentenario della prima apertura pubblica del museo.
Le tre opere - un tempo tutte parte della collezione veneziana del patrizio Gabriele Vendramin, raffinato uomo di cultura, committente di Giorgione e di Tiziano - saranno esposte insieme per un mese nella sala XXIII. La Vecchia sarà poi sottoposta a un importante restauro, mentre rimarranno visibili gli altri due dipinti.
L’allestimento temporaneo vedrà i tre lavori dialogare tra loro, consentendo ai visitatori di cogliere, in un’unica visione d’insieme, le diverse declinazioni dell’arte di Giorgione alle Gallerie. Dalla Tempesta - un’innovazione verso la pittura di paesaggio - lo sguardo punta all'anziana donna, al centro di un ritratto del tempo, per poi cogliere, nei tre personaggi protagonisti di Concerto, una nuova monumentalità della figura.
La menzione del Concerto si rintraccia nell’elenco - redatto tra il 1667 e il 1669 - della collezione lasciata in eredità dal pittore Nicolas Régnier, costituita proprio al momento della dispersione nel 1657 della raccolta Vendramin, ad opera degli eredi. Vi si legge: “un quadro di Giorgione de Castelfranco dove è dipinto Sansone mezza figura del viso quale s’appoggia con una mano sopra d’un sasso mostra rammaricarsi della chioma tagliata con dietro due figure che ridono di lui”.
Il fraintendimento si deve alla trasformazione dell’oggetto su cui la figura centrale poggia la mano, andato incontro, nel tempo, ad ampie ridipinture destinate a nascondere i danni causati da una pulitura a soda del quadro.
L’intervento di restauro, realizzato da Giovanni Rossi nel 1985, ha consentito di riconoscere nell’oggetto “una lira da braccio del primo Cinquecento vista da tergo con un disegno geometrico in lacca rossa parzialmente visibile lungo i bordi” anziché una pietra, attributo compatibile con Sansone.
Con il nuovo Giorgione alle Gallerie dell’Accademia prosegue pertanto l’ampio programma di iniziative di conservazione e valorizzazione iniziato nel settembre 2017 con la mostra Canova, Hayez, Cicognara. L'ultima gloria di Venezia in corso sino al prossimo 8 luglio.
La ricorrenza del bicentenario coincide con l’eccezionale incremento del patrimonio artistico del museo, reso possibile dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la collaborazione di Fondazione Venetian Heritage Onlus e Fondazione Venice in Peril Fund. Da poco è stata attivata, insieme all'Accademia di Belle Arti, la prima residenza d'artista che si svolgerà nel 2019.
Leggi anche:
• Un nuovo Giorgione alle Gallerie dell'Accademia
• Giorgione protagonista di una grande mostra a Roma
• Giorgione e i labirinti del cuore. L'universo dei sentimenti in mostra a Roma
• Canova, Hayez, Cicognara. L'ultima gloria di Venezia
Si tratta della tela intitolata Concerto o Davide cantore, opera concessa in comodato quinquennale da un collezionista privato alle Gallerie dell’Accademia in occasione del bicentenario della prima apertura pubblica del museo.
Le tre opere - un tempo tutte parte della collezione veneziana del patrizio Gabriele Vendramin, raffinato uomo di cultura, committente di Giorgione e di Tiziano - saranno esposte insieme per un mese nella sala XXIII. La Vecchia sarà poi sottoposta a un importante restauro, mentre rimarranno visibili gli altri due dipinti.
L’allestimento temporaneo vedrà i tre lavori dialogare tra loro, consentendo ai visitatori di cogliere, in un’unica visione d’insieme, le diverse declinazioni dell’arte di Giorgione alle Gallerie. Dalla Tempesta - un’innovazione verso la pittura di paesaggio - lo sguardo punta all'anziana donna, al centro di un ritratto del tempo, per poi cogliere, nei tre personaggi protagonisti di Concerto, una nuova monumentalità della figura.
La menzione del Concerto si rintraccia nell’elenco - redatto tra il 1667 e il 1669 - della collezione lasciata in eredità dal pittore Nicolas Régnier, costituita proprio al momento della dispersione nel 1657 della raccolta Vendramin, ad opera degli eredi. Vi si legge: “un quadro di Giorgione de Castelfranco dove è dipinto Sansone mezza figura del viso quale s’appoggia con una mano sopra d’un sasso mostra rammaricarsi della chioma tagliata con dietro due figure che ridono di lui”.
Il fraintendimento si deve alla trasformazione dell’oggetto su cui la figura centrale poggia la mano, andato incontro, nel tempo, ad ampie ridipinture destinate a nascondere i danni causati da una pulitura a soda del quadro.
L’intervento di restauro, realizzato da Giovanni Rossi nel 1985, ha consentito di riconoscere nell’oggetto “una lira da braccio del primo Cinquecento vista da tergo con un disegno geometrico in lacca rossa parzialmente visibile lungo i bordi” anziché una pietra, attributo compatibile con Sansone.
Con il nuovo Giorgione alle Gallerie dell’Accademia prosegue pertanto l’ampio programma di iniziative di conservazione e valorizzazione iniziato nel settembre 2017 con la mostra Canova, Hayez, Cicognara. L'ultima gloria di Venezia in corso sino al prossimo 8 luglio.
La ricorrenza del bicentenario coincide con l’eccezionale incremento del patrimonio artistico del museo, reso possibile dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la collaborazione di Fondazione Venetian Heritage Onlus e Fondazione Venice in Peril Fund. Da poco è stata attivata, insieme all'Accademia di Belle Arti, la prima residenza d'artista che si svolgerà nel 2019.
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