Venezia: in mostra il fascino della musica di Wagner tradotto in immagini
Palazzo Fortuny |
Fortuny e Wagner, mostra Venezia 2012
27/11/2012
Venezia - Il 2013 è l'anno del bicentenario della nascita di Richard Wagner (e insieme anche quello di un altro gigante della musica, Giuseppe Verdi). Nei teatri dell'opera sono in corso i preparativi per le celebrazioni. E non solo nei teatri. A Palazzo Fortuny arriva una mostra attesa e annunciata da tempo: il 7 dicembre 2012 si apre "Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia", evento frutto di un lungo lavoro di ricerca, che indaga l’influsso, a livello iconografico ed estetico, esercitato da Richard Wagner, dalla sua musica e dal suo immaginario sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Era inevitabile che non influenzassero altre forme espressive le melodie "infinite", senza interruzioni tra un episodio e l’altro, aperte a continui sviluppi dei suoi“drammi musicali” - come Wagner stesso li definiva - insieme al “titanismo” e al sentimento eroico di cui è intrisa la sua musica e ai personaggi attinti ora dalla realtà ora dai territori dei miti e delle leggende nordiche. Impossibile che la potente capacità evocativa delle note di questa musica non suggestionasse al primo ascolto e non lasciasse un segno anche nelle arti visive, soprattutto nelle opere del tardo-naturalismo del Simbolismo e del Liberty.
Un tema, questo, che però - dicono gli organizzatori della mostra - non è mai stato oggetto di uno studio specifico. Per quanto riguarda la sede espositiva, va ricordato che a Venezia Wagner soggiornò a lungo e finì i suoi giorni, che la città fu per lui fonte di grande ispirazione e che proprio all'eclettico Mariano Fortuny, spetta un ruolo di primo piano se si parla dell’arte ispirata alla musica del compositore sassone, come autore del Ciclo wagneriano, costituito da 47 dipinti di proprietà dello stesso Museo Fortuny e da numerose incisioni e presentato, per la prima volta in quest’occasione, nella sua interezza e posto a confronto con le opere di artisti coevi. Il percorso espositivo è completato da una selezione di opere di autori contemporanei (Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer), insieme a sculture e documenti come libri, manifesti, cartoline e a una preziosa gouache inedita del bozzetto preparatorio del ritratto della figliastra di Wagner del pittore Mario De Maria, che soggiornò a lungo in Germania e fu, sul finire dell'Ottocento, un personaggio di spicco del dibattito artistico veneziano.
Nicoletta Speltra
Era inevitabile che non influenzassero altre forme espressive le melodie "infinite", senza interruzioni tra un episodio e l’altro, aperte a continui sviluppi dei suoi“drammi musicali” - come Wagner stesso li definiva - insieme al “titanismo” e al sentimento eroico di cui è intrisa la sua musica e ai personaggi attinti ora dalla realtà ora dai territori dei miti e delle leggende nordiche. Impossibile che la potente capacità evocativa delle note di questa musica non suggestionasse al primo ascolto e non lasciasse un segno anche nelle arti visive, soprattutto nelle opere del tardo-naturalismo del Simbolismo e del Liberty.
Un tema, questo, che però - dicono gli organizzatori della mostra - non è mai stato oggetto di uno studio specifico. Per quanto riguarda la sede espositiva, va ricordato che a Venezia Wagner soggiornò a lungo e finì i suoi giorni, che la città fu per lui fonte di grande ispirazione e che proprio all'eclettico Mariano Fortuny, spetta un ruolo di primo piano se si parla dell’arte ispirata alla musica del compositore sassone, come autore del Ciclo wagneriano, costituito da 47 dipinti di proprietà dello stesso Museo Fortuny e da numerose incisioni e presentato, per la prima volta in quest’occasione, nella sua interezza e posto a confronto con le opere di artisti coevi. Il percorso espositivo è completato da una selezione di opere di autori contemporanei (Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer), insieme a sculture e documenti come libri, manifesti, cartoline e a una preziosa gouache inedita del bozzetto preparatorio del ritratto della figliastra di Wagner del pittore Mario De Maria, che soggiornò a lungo in Germania e fu, sul finire dell'Ottocento, un personaggio di spicco del dibattito artistico veneziano.
Nicoletta Speltra
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