A Palazzo Forti dal 22 maggio
Dario Fo dipinge Maria Callas

Dario Fo, I ravanelli, 2014, Tecnica mista su tavola, 57x62 cm (64x69 cm con cornice) Archivio Franca Rame e Dario Fo
Ludovica Sanfelice
22/05/2015
Verona - "Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista” ama ripetere Dario Fo anche in occasione dell’apertura a Verona della mostra di dipinti che ha realizzato tra il 2013 e il 2015 scegliendo come soggetto Maria Callas.
Il singolare incontro tra il Premio Nobel e la Divina riversa nelle sale di Palazzo Forti, sede di AMO (Arena Museo Opera), il Museo della Fondazione Arena di Verona, oltre settanta opere che Fo espone descrivendo personalmente ai visitatori la storia della leggendaria soprano che debuttò proprio all’Arena di Verona nel 1947.
Nell’intreccio di legami che uniscono la città, il canto, il teatro e i grandi talenti, dal 22 maggio al 27 settembre, si accenderà quindi la scintilla di un racconto in grado di rievocare la personalità potente e carismatica della Callas e il melodramma che caratterizzò la sua esistenza.
Diversi aneddoti come quello sul mazzo di ravanelli lanciato in segno di disapprovazione e raccolto dalla cantante miope che lo scambiò per un omaggio floreale, o l’incontro con Visconti, si alternano alle tormentate vicende sentimentali e ai disturbi alimentari che segnarono l’immagine dell’artista contribuendo a trasformarla in un’eroina tragica come le donne che interpretava sui palchi di tutto il mondo, nel quadro di un reportage pittorico ricco di spunti e di colore.
Il singolare incontro tra il Premio Nobel e la Divina riversa nelle sale di Palazzo Forti, sede di AMO (Arena Museo Opera), il Museo della Fondazione Arena di Verona, oltre settanta opere che Fo espone descrivendo personalmente ai visitatori la storia della leggendaria soprano che debuttò proprio all’Arena di Verona nel 1947.
Nell’intreccio di legami che uniscono la città, il canto, il teatro e i grandi talenti, dal 22 maggio al 27 settembre, si accenderà quindi la scintilla di un racconto in grado di rievocare la personalità potente e carismatica della Callas e il melodramma che caratterizzò la sua esistenza.
Diversi aneddoti come quello sul mazzo di ravanelli lanciato in segno di disapprovazione e raccolto dalla cantante miope che lo scambiò per un omaggio floreale, o l’incontro con Visconti, si alternano alle tormentate vicende sentimentali e ai disturbi alimentari che segnarono l’immagine dell’artista contribuendo a trasformarla in un’eroina tragica come le donne che interpretava sui palchi di tutto il mondo, nel quadro di un reportage pittorico ricco di spunti e di colore.
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