La più grande esposizione monografica dopo quella del '39 a Venezia

La stagione di Veronese dalla National Gallery alla Gran Guardia

Paolo Veronese, La famiglia di Dario ai piedi di Alessandro, 1565-7, The National Gallery, Londra
 

E. Bramati

09/03/2014

Verona - La National Gallery di Londra si prepara con grande emozione ad ospitare una mostra dedicata a un celebre maestro italiano del '500, Paolo Caliari da Verona, detto il Veronese.
Tutto è quasi pronto per l'evento, che resterà nella capitale britannica dal 19 marzo al 15 giugno e che accoglierà oltre 50 opere, provenienti da prestigiose istituzioni europee ed americane.

La galleria londinese, che ne possiede dieci, ha realizzato il progetto in collaborazione con il Museo di Castelvecchio e con il Comune, la Soprintendenza e l'Università di Verona, città natale di Paolo Caliari, dove l'esposizione si trasferirà dal prossimo 5 luglio al 5 ottobre, nella sede della Gran Guardia. In questo secondo appuntamento, intitolato "Paolo Veronese. L'illusione della Realtà" la collezione si arricchirà di ulteriori capolavori, fino ad un totale di 100 tele, che illustreranno il lavoro dell'artista e la sua grande influenza nei confronti della produzione pittorica del suo tempo.

Il duplice evento, a cura di Paola Marini e Bernard Aikema, costituisce la più grande mostra monografica mai realizzata sul Veronese dopo quella che si tenne a Venezia nel lontano 1939. Inoltre, i suoi lavori ritorneranno nella città natale dopo ben ventisei anni, da quando lo stesso museo di Castelvecchio li presentò nel 1988.

In attesa del loro arrivo in Italia, l'arte del maestro può già essere ammirata in molti luoghi, prima fra tutti la chiesa di San Francesco al Corso nella città scaligera, dove è quasi concluso il restauro della grande tela "Cena il casa di Levi", in deposito dal 1910 presso Palazzo Barbieri. E a proposito di restauro, si è concluso di recente, nell'autunno del 2013, anche quello della  Chiesa di San Sebastiano a Venezia, considerata il "tempio" del Veronese per la ricchezza dei suoi dipinti.