Dal 14 dicembre 2023 al 7 aprile 2024 alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo
Le trecce di Faustina. A Vicenza una mostra racconta l'acconciatura, tra costume e rivoluzione
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Allestimento | Foto: © Marco Zorzanello
Laura Bellucci e Samantha De Martin
13/12/2023
Vicenza - Già nel Cinquecento la poetessa veneziana Moderata Fonte, nel suo dialogo Il merito delle donne, rivendicava la libertà delle donne, “nate per allegrar e adornar el mondo”, di fare dei propri capelli “ciò che ne piace”, volgendoli ora da un lato ora dall’altro senza che gli uomini avessero “da impicciarsi”.
Ed in effetti, al di là del colore o della foggia del ricciolo, l’acconciatura ha svolto nella storia un ruolo talvolta “politico” che va ben oltre la singola ciocca, e che ha permesso, soprattutto alle donne, di proporre valori culturali e modelli di comportamento, esprimendo il desiderio di rappresentare sé stesse.
Dalla bionda ciocca di Lucrezia Borgia a quelle delle donne iraniane, recise in segno di protesta, un percorso polifonico avvincente, a tratti divertente, declinato attraverso diverse chiavi di lettura, inno scherzoso alle nostre origini elleniche, simbolo di libertà e autoaffermazione nel rispetto delle diversità, prende forma negli spazi di Palazzo Leoni Montanari, sede del Museo di Intesa Sanpaolo di Vicenza, dove una mostra affronta per la prima volta il tema delle acconciature femminili.
Andrea di Michele, detto il Verrocchio, Un’eroina antica (Olimpiade?), 1461-1464 circa, Marmo, bassorilievo, Milano, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco | © Comune di Milano / Ranzani
Dal 14 dicembre 2023 al 7 aprile 2024 l'esposizione Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, a cura di Howard Burns, Vincenzo Farinella e Mauro Mussolin, abbraccia una selezione di circa 70 opere provenienti da importanti musei nazionali ed internazionali, oltre che dalla Collezione Intesa Sanpaolo. Busti imperiali e rinascimentali, dipinti, monete, sculture, disegni, volumi a stampa, medaglie moderne ricostruiscono l’universo affascinante delle capigliature del Quattro e del Cinquecento, con i loro spunti offerti all’arte e il ruolo svolto nella società e nella moda del Belpaese.
Protagoniste di questo percorso di ricerca corale che ha visto coinvolti con entusiasmo architetti, archeologi, storici dell’arte e del costume, sono le donne e le loro acconciature che diventano per i curatori il punto di partenza di un viaggio a più piani di lettura. L'acconciatura diviene iconografia dei tempi, delle mode e dei costumi, ma anche presa di coscienza e auto affermazione del sé, come bene illustra Mauro Mussolin attraverso un'avvincente disamina della molteplicità di codici espressivi del fluttuante mondo delle chiome.
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Allestimento | Foto: © Marco Zorzanello
Punto di partenza di questo viaggio è una delle acconciature più spettacolari e famose della storia, quella dell’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, divenuta simbolo di concordia e amore coniugale. Il suo busto, presente nelle più celebri raccolte antiquarie rinascimentali di artisti come Lorenzo Ghiberti e Andrea Mantegna, oltre che di committenti del calibro di Lorenzo il Magnifico e Isabella d’Este, divenne un celebrato modello artistico, mentre numerose copie e rielaborazioni diedero grande visibilità all’eccentrica capigliatura che finì per essere adottata da moltissime donne, soprattutto in Veneto.
L’acconciatura di Faustina ispirerà le donne del Rinascimento che scioglieranno i loro capelli per acconciarli facendone un manifesto, una dichiarazione di emancipazione, un messaggio che percorre i secoli e arriva forte e chiaro fino ai giorni nostri. Guidato da un suadente profumo emanato da diffusori che ripropongono le essenze ricreate dell’epoca, il visitatore attraversa una sala dopo l'altra dell'opulento palazzo barocco vagando tra le effigi memorabili di eterne regine, ed imbattendosi anche in un inedito video a cura di Cineteca Italiana, Milano che mette insieme una spassosa teoria di spezzoni di film che, grazie ad un'accurata ricerca a piene mani nella filmografia di ogni tempo, ammiccano al tema della capigliatura a 360°.
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Vicenza, Gallerie d'Italia | Foto: © ARTE.it
L’itinerario è accolto in otto sale. Dopo un prologo dedicato al tema della “Chioma di Berenice”, la prima sala racconta la riscoperta del ritratto di Faustina Maggiore e della sua particolarissima acconciatura. Dopo una breve storia del ritratto femminile nell’arte greca e romana, ripercorsa attraverso la grande varietà delle acconciature scelte dalle donne antiche, il percorso racconta la liberazione dei capelli delle donne, raggiunta nel Quattrocento anche grazie al prestigio dei modelli classici.
Da un doveroso e inevitabile confronto con le acconciature maschili, che al pari di quelle femminili, hanno rappresentato il prodotto del recupero di modelli classici combinati con sensibilità più moderne, si passa all’interesse nutrito da Michelangelo per la raffigurazione dei capelli femminili, come dimostrano i disegni con le ”teste divine” e l’invenzione della Leda, maestosa regina nuda ammantata di regalità grazie al solo copricapo. Non mancano poi le pettinature come testimonianza della nuova visibilità della donna in società, dalle corti ai bordelli, ed uno sguardo al cinema che osserva con interesse le acconciature femminili antiche e moderne.
L’ottava ed ultima sala della mostra documenta come l’acconciatura di Faustina - filo rosso dell'esposizione - abbia continuato ad esercitare grande fascino anche nell’età neoclassica e, in particolare, nella ritrattistica di Antonio Canova.
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Vicenza, Gallerie d'Italia | Foto: © ARTE.it
“Apriamo, nella cornice suggestiva di Palazzo Leoni Montanari, un progetto politico importante, capace di sorprendere per la bellezza delle opere esposte e l’originalità del tema che le collega, portando a Vicenza capolavori dall’antichità al Rinascimento che ancora oggi offrono riflessioni attuali - spiega Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo -. Proprio qui a Vicenza, a Palazzo Leoni Montanari, nasce una banca dedicata alla cultura. La provenienza dei prestiti racconta il respiro internazionale dell’iniziativa e conferma il contributo della Banca, attraverso le Gallerie d’Italia, a impreziosire una città fortemente legata alla storia del nostro irrinunciabile impegno in cultura, ma che guarda anche al futuro”.
Perché, nel 2023, una mostra sulle acconciature?
“Perché no" commenta Vincenzo Farinella, che chiarisce come i capelli siano anche un simbolo politico (esempio emblematico quello dell'Iran), al centro di un tema drammaticamente attuale. "Riflettere sul peso delle acconciature femminili nella società e nella cultura del passato - continua Farinella - ci ha permesso di rivedere storicamente una vicenda universale, nel Quattrocento come nell'antichità. Durante il Rinascimento le donne si liberano dalle costrizioni medievali (i capelli secondo San Paolo erano un elemento pericoloso). Abbiamo un mutamento di orizzonte. Questa mostra risulta quindi molto utile per guardare le opere d'arte da un nuovo punto di vista. Abbiamo voluto costruire una bibliografia per un argomento assolutamente originale. Costruire una mostra originale implica infatti una ricerca molto approfondita e multidisciplinare”.
A Vicenza “città dinamica che guarda al futuro”, come l’ha definita il sindaco Giacomo Possamai, Palazzo Leoni Montanari accoglie anche una selezione di ritratti di protagoniste del Rinascimento, tra cui Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Vittoria Colonna ed Eleonora da Toledo, approfondendo l’espressività delle acconciature nella ritrattistica ufficiale ed evidenziando come le stesse donne le abbiano utilizzate per proporre valori culturali e modelli di comportamento.
Il museo di Vicenza, insieme a quelli di Milano, Napoli e Torino, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.
Giovanni Bellini, Sacra Conversazione Renier (Madonna con il Bambino tra le sante Caterina d’Alessandria e Maddalena), 1488 circa, Olio su tavola, 107 × 58 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia | © G.A.VE - Archivio fotografico | Courtesy Ministero della Cultura
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Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Allestimento | Foto: © Marco Zorzanello
Punto di partenza di questo viaggio è una delle acconciature più spettacolari e famose della storia, quella dell’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, divenuta simbolo di concordia e amore coniugale. Il suo busto, presente nelle più celebri raccolte antiquarie rinascimentali di artisti come Lorenzo Ghiberti e Andrea Mantegna, oltre che di committenti del calibro di Lorenzo il Magnifico e Isabella d’Este, divenne un celebrato modello artistico, mentre numerose copie e rielaborazioni diedero grande visibilità all’eccentrica capigliatura che finì per essere adottata da moltissime donne, soprattutto in Veneto.
L’acconciatura di Faustina ispirerà le donne del Rinascimento che scioglieranno i loro capelli per acconciarli facendone un manifesto, una dichiarazione di emancipazione, un messaggio che percorre i secoli e arriva forte e chiaro fino ai giorni nostri. Guidato da un suadente profumo emanato da diffusori che ripropongono le essenze ricreate dell’epoca, il visitatore attraversa una sala dopo l'altra dell'opulento palazzo barocco vagando tra le effigi memorabili di eterne regine, ed imbattendosi anche in un inedito video a cura di Cineteca Italiana, Milano che mette insieme una spassosa teoria di spezzoni di film che, grazie ad un'accurata ricerca a piene mani nella filmografia di ogni tempo, ammiccano al tema della capigliatura a 360°.
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Vicenza, Gallerie d'Italia | Foto: © ARTE.it
L’itinerario è accolto in otto sale. Dopo un prologo dedicato al tema della “Chioma di Berenice”, la prima sala racconta la riscoperta del ritratto di Faustina Maggiore e della sua particolarissima acconciatura. Dopo una breve storia del ritratto femminile nell’arte greca e romana, ripercorsa attraverso la grande varietà delle acconciature scelte dalle donne antiche, il percorso racconta la liberazione dei capelli delle donne, raggiunta nel Quattrocento anche grazie al prestigio dei modelli classici.
Da un doveroso e inevitabile confronto con le acconciature maschili, che al pari di quelle femminili, hanno rappresentato il prodotto del recupero di modelli classici combinati con sensibilità più moderne, si passa all’interesse nutrito da Michelangelo per la raffigurazione dei capelli femminili, come dimostrano i disegni con le ”teste divine” e l’invenzione della Leda, maestosa regina nuda ammantata di regalità grazie al solo copricapo. Non mancano poi le pettinature come testimonianza della nuova visibilità della donna in società, dalle corti ai bordelli, ed uno sguardo al cinema che osserva con interesse le acconciature femminili antiche e moderne.
L’ottava ed ultima sala della mostra documenta come l’acconciatura di Faustina - filo rosso dell'esposizione - abbia continuato ad esercitare grande fascino anche nell’età neoclassica e, in particolare, nella ritrattistica di Antonio Canova.
Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, Vicenza, Gallerie d'Italia | Foto: © ARTE.it
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A Vicenza “città dinamica che guarda al futuro”, come l’ha definita il sindaco Giacomo Possamai, Palazzo Leoni Montanari accoglie anche una selezione di ritratti di protagoniste del Rinascimento, tra cui Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Vittoria Colonna ed Eleonora da Toledo, approfondendo l’espressività delle acconciature nella ritrattistica ufficiale ed evidenziando come le stesse donne le abbiano utilizzate per proporre valori culturali e modelli di comportamento.
Il museo di Vicenza, insieme a quelli di Milano, Napoli e Torino, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.
Giovanni Bellini, Sacra Conversazione Renier (Madonna con il Bambino tra le sante Caterina d’Alessandria e Maddalena), 1488 circa, Olio su tavola, 107 × 58 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia | © G.A.VE - Archivio fotografico | Courtesy Ministero della Cultura
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