L’esposizione porterà a Vicenza 80 capolavori
Notturni d’autore
Vincent van Gogh, Sentiero di notte in Provenza, 1890, 92 x 73 cm, Otterlo, Kröller-Müller Museum
Ludovica Sanfelice
27/12/2013
Vicenza - “Se una notte nel tempo. Van Gogh e Tutankhamen. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, Sarà questo il titolo della terza grande mostra ideata e curata dal direttore di Linea d’ombra Marco Goldin per la Basilica Palladiana di Vicenza, che avrà luogo dal 24 dicembre del 2014 al 2 giugno 2015 e andrà ad occupare il monumentale salone del primo piano.
Con un anno di anticipo il Comune annuncia l’evento presentando anche un progetto culturale legato al tema della notte che preparerà il cammino all’esposizione con iniziative trasversali legate al teatro, alla letteratura, al cinema e alla musica. Lo anticipa il vice sindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci dichiarando: “la città può proseguire il percorso di uscita dalla zona d’ombra, anzi dalla vera e propria notte culturale in cui è rimasta chiusa troppo a lungo per molti anni, per entrare in una zona di luce che la consacri come punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello nazionale”.
La mostra svilupperà una ricerca avviata da Goldin nel 2008 che sul filo della “notte” percorrerà la storia dell’arte dagli echi lontani della cultura egizia fino al Novecento attraverso la raccolta di circa ottanta dipinti provenienti dai musei di tutto il mondo. Tra i capolavori più attesi spicca “Sentiero di notte in Provenza” di Vincent Van Gogh, eletto ad immagine dell’esposizione palladiana.
Con un anno di anticipo il Comune annuncia l’evento presentando anche un progetto culturale legato al tema della notte che preparerà il cammino all’esposizione con iniziative trasversali legate al teatro, alla letteratura, al cinema e alla musica. Lo anticipa il vice sindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci dichiarando: “la città può proseguire il percorso di uscita dalla zona d’ombra, anzi dalla vera e propria notte culturale in cui è rimasta chiusa troppo a lungo per molti anni, per entrare in una zona di luce che la consacri come punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello nazionale”.
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