La Guardia di Finanza recupera una sfinge egizia che stava per finire nel mercato clandestino
Adnkronos |
Sfinge di età tolemaica
07/12/2012
Viterbo - Da un sito sepolcrale della Tuscia, per la precisione di Monterosi, in provincia di Viterbo, è stata recuperata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma una sfinge egizia di età tolemaica in granito africano, probabile decoro di un ambiente funerario gentilizio etrusco o di una villa suburbana. La scultura, insieme ad altri reperti, stava per essere trafugata per essere inserita nel circuito del mercato clandestino internazionale.
Il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, durante un indagine, aveva trovato diverse foto della scultura. A quel punto ha intensificato le ricerche fino a rinvenire l’opera, già imballata in una cassa occultata, nella necropoli di Montem Rossulum. Dalla cassa è emersa questa preziosa sfinge di 120 x 60 centimetri, coperta da concrezioni calcaree, segno inequivocabile della sua provenienza da un contesto ipogeo. La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale ha spiegato che la presenza, episodica, di questo genere di opere nella zona del viterbese dimostra l’esistenza nell’antichità di scambi culturali con gli altri popoli del Mediterraneo. L'importazione nel territorio della penisola di materiali egiziani iniziatò, infatti, nel I sec. A.C. con la conquista romana dell'Egitto per andare intensificandosi poi in età imperiale, specie tra la fine del I e l'inizio del II sec. d.C., a seguito della diffusione dei culti legati alla dea Iside in Occidente e in particolare a Roma.
Nicoletta Speltra
Il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, durante un indagine, aveva trovato diverse foto della scultura. A quel punto ha intensificato le ricerche fino a rinvenire l’opera, già imballata in una cassa occultata, nella necropoli di Montem Rossulum. Dalla cassa è emersa questa preziosa sfinge di 120 x 60 centimetri, coperta da concrezioni calcaree, segno inequivocabile della sua provenienza da un contesto ipogeo. La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale ha spiegato che la presenza, episodica, di questo genere di opere nella zona del viterbese dimostra l’esistenza nell’antichità di scambi culturali con gli altri popoli del Mediterraneo. L'importazione nel territorio della penisola di materiali egiziani iniziatò, infatti, nel I sec. A.C. con la conquista romana dell'Egitto per andare intensificandosi poi in età imperiale, specie tra la fine del I e l'inizio del II sec. d.C., a seguito della diffusione dei culti legati alla dea Iside in Occidente e in particolare a Roma.
Nicoletta Speltra
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Fino al 23 marzo al Museo di Roma a Palazzo Braschi
Roma riscopre le "sue" pittrici con oltre 130 opere in mostra a Palazzo Braschi
-
Fino al 2 marzo 2025 al secondo livello dell'Anfiteatro Flavio
Göbeklitepe tra enigma e mistero. Al Colosseo una mostra racconta il sito archeologico tra i più antichi al mondo
-
Roma | L'artista americana parla dei prossimi progetti
Kristin Jones: "Dal Tevere al Pantheon vi racconto le mie sfide impossibili, nel nome di Roma"
-
Roma | Dal 31 ottobre al 26 gennaio a Roma
Guercino ospite d'onore alle Scuderie del Quirinale
-
Roma | Il 17 novembre a Roma un open day per visitare l’area al chilometro 11,700
Una storia lunga dieci secoli. La via Cassia invita a riscoprire un'importante area archeologica
-
Roma | A Roma un importante intervento di valorizzazione
Tornano a splendere i gioielli del Vittoriano. Nuova luce grazie al restauro firmato Bulgari