Crocifissione e santi di Santa Maria Nuova
La Crocifissione e santi di Santa Maria Nuova è un affresco staccato (355 x 285) di Andrea del Castagno, databile al 1440-1441 e situato nell'Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze.
L'opera è ricordata sia nel Libro di Antonio Billi, che da Vasari e l'anonimo Gaddiano, che confermano l'autografia a Andrea del Castagno.
Berti mise l'opera in relazione con gli affreschi di San Zaccaria a Venezia, immediatamente successivi (1442), tanto che ha ipotizzato che all'opera lavorasse lo stesso aiuto del maestro nella chiesa veneziana, cioè Francesco da Faenza
Barucca (1982) ha collegato la presenza dei santi Romualdo e Benedetto a una commissione magari del monastero camaldolese di Santa Maria degli Angeli.
Durante lo stacco un incendio distrusse la metà inferiroe dell'affresco, richiedendo un reintegro che Tintori fece fare usando foto d'archivio anteriori. Si conserva nei depositi della soprintendenza anche la sinopia dell'opera, che è lacunosa.
All'interno di una cornice dipinta che imita un'architettura classicheggiante si trova la Crocifissione di Gesù affiancata dalle figure tradizionali di Maria, Giovanni e la Maddalena inginocchiata, mentre alle estremità si trovano i due santi monaci Romualdo, fondatore dei Camaldolesi, e Benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale.
La linea di contorno delle figure è vibrante e nervosa, ed evidenzia espressivamente le figura, tanto che alcuni hanno parlato di "esasperazione realistica". Nei manti la luce si impasta col colore, con effetti di accentuato luminismo, che arriva ad assmogliare al marmo scolpito nelle vesti bianche.
Il Cristo è raffigurato con un'anatomia pefetta, con la testa scorciata come se si proiettasse coerentemente verso l'esterno. Le aureole, inclinate a seconda della disposizione nello spazio, hanno effetti di lustro metallico che le fanno assomigliare all'oro.
Madonna col bambino e santi o Madonna Pazzi:
La Madonna col Bambino e santi (o Madonna Pazzi) è un affresco staccato (290x212 cm) di Andrea del Castagno, datato al 1443 e conservato nella Collezione Contini Bonacossi agli Uffizi di Firenze.
L'affresco proviene dall'altare della cappella di Andrea de' Pazzi al castello del Trebbio. Venne staccato nel XIX secolo e il Salmi si lamentò che nello sguancio dell'arcata era stata lasciata "una ghirlanda di testine angeliche" che completava la composizione.
L'opera viene collocata al 1443, appena dopo il rientro dell'artista a Firenze dopo il soggiorno a Venezia, come suggerisce l'analisi stilistica e anche la presenza dei due gemelli: a quella data infatti Andrea de' Pazzi aveva due figli gemelli all'incirca di quell'età.
Spencer invece attribuisce l'opera a un assistente di Andrea del Castagno e la data al 1445 o oltre.
L'opera è una sacra conversazione, con la Madonna col Bambino su un trono circondata da due angeli, i santi Giovanni Battista e Girolamo e, alle estremità, due fanciulli maschio e femmina che portano rispettivamente un vaso di fiori e una ghirlanda.
Colpisce lo sfondo composto da un sontuoso drappo con arabeschi dorati, tenuto su da due angeli che volano quasi a testa in giù. La ricchezza di questo tipo di ornamentazione risale sicuramente all'ambiente veneziano, all'epoca ancora influenzato dalla tradizione bizantina.
Il volto della Vergine ricorda le opere dell'Angelico, soprattutto la pala di San Marco (1438-1439), con la quale ha alcuni elementi in comune, come il tappeto.
Nel medaglione sopra la Vergine doveva trovarsi una tavola o un bassorilievo.