La risata
MoMA - Museum of Modern Art di New York
Questo quadro, dipinto in una prima redazione subito prima del viaggio a Parigi del 1911 e ripreso subito dopo sotto la suggestione delle opere dei cubisti, è fondamentale per capire il decollo della pittura futurista dalla posizione iniziale, ancora fortemente influenzata dal clima simbolista, impostata su una grammatica divisionista, a quella che apre un dialogo con le maggiori correnti progressiste della pittura europea. Una recensione, apparsa dopo la prima esposizione del quadro, ne parla come di un'opera con forti accenti realistici. Non è certo più così dopo che i "tagli" scompositivi di origine cubista segmentano i volumi, moltiplicando i punti di vista della scena. Boccioni non se la sente, tuttavia, di modificare il viso di donna cui è dovuto il titolo dell'opera, che risulta quasi uguale nei disegni preparatori della prima versione. La risata vuole essere un emblema moderno, denso com'è di riferimenti al clima della vita notturna delle grandi metropoli che, per Boccioni, rappresentano un lato del progresso, quello della sfrenata vitalità e dell'irrisione agli schemi di vita tradizionale.
LE OPERE
Dinamismo di un cavallo in corsa + case
1915 | Olio su tela
Forme uniche nella continuità dello spazio
Statua
La città che sale
1910 | Olio su tela | 200 x 290 cm.
Nudo di spalle
1909 | Olio su tela | 55 x 60 cm.
Forme uniche della continuità nello spazio
1913 | Bronzo
Sviluppo di una bottiglia nello spazio
1913 | Bronzo
La risata
1911 | Olio su tela | 145 x 110 cm.