SPECIALE REVOLUTION - L'arte ai tempi della Rivoluzione in Russia
Kandinskij nelle collezioni museali italiane
Vasily Kandinsky, Verso l'alto (Empor), 1929, Olio su cartone, 70 x 49 cm, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Samantha De Martin
16/02/2017
Cerchi, rette, triangoli, ma anche croci e paesaggi che si svuotano dei connotati reali per trasformarsi in visioni emotive e spirituali, ora assumendo la forma misteriosa e allungata di un campanile, ora diventando musica.
Il genio di Vasilij Kandinskij, l'artista che considerava “il colore la tastiera, gli occhi il martelletto, l'anima il pianoforte dalle tante corde”, brilla in alcune collezioni museali italiane, che, da Bergamo a Milano, da Venezia a Roma, accolgono disegni, stampe, acquerelli, quasi tutti posteriori al 1922. Sono anni, quelli tra il 1922 e il 1933, in cui l'artista lavora come insegnante di decorazione murale al Bauhaus, prima a Weimar poi a Dessau, anni che cementano l'amicizia con Paul Klee e che assistono alla pubblicazione del saggio “Punto e linea sul Piano”.
L'artista promotore del culto del colore - capace a suo avviso di provocare effetti fisici e psichici sullo spettatore - il convinto sostenitore del legame inscindibile tra l'arte e la dimensione spirituale, approda, nel Novecento, in alcune grandi collezioni museali italiane, grazie soprattutto all'impegno di chi, come lo storico direttore della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Palma Bucarelli, ha voluto acquisire testimonianze che documentassero i grandi cambiamenti nel panorama artistico mondiale.
Aguzzo rotondo (1925)
Bergamo, GAMeC
Alla Raccolta Spajani conservata presso la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea - GAMeC di Bergamo appartiene il capolavoro di VasilijKandinskij Spitz Rund. Realizzata nel 1925 quando l'artista era stato chiamato da Gropius a insegnare al Bauhaus di Weimar, l’opera racchiude la profonda trasformazione che la nuova esperienza aveva generato nella sua produzione artistica.
Le linee, che prima si muovevano liberamente nello spazio pittorico, vengono adesso ricondotte alle forme geometriche elementari della retta, del cerchio, del triangolo. Anche i colori in questo Aguzzo rotondovengono disciplinati e domati attraverso complessi equilibri su un fondo monocromatico.
Linea angolare (1930)
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Linea angolare, conservata nel Salone delle Avanguardie Storiche della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, è una delle opere di VasilijKandinskij più rappresentative del movimento astratto.
Fu Palma Bucarelli, storica direttrice della Galleria, strenua promotrice dell'astrattismo e dell'informale, ad acquistare l'opera nel 1961 da Nina Kandinskij.
Il capolavoro, datato 1930, fonde alcune delle figure geometriche e simboliche attraverso la ripresa di motivi e vocaboli del Bauhaus, ormai distante dai principi del Blaue Reiter, il gruppo di artisti formatosi a Monaco nel 1911 e attivo fino al 1914, del quale Kandinskij fu uno dei fondatori.
La tela fu acquistata con il fine di documentare i grandi cambiamenti nel panorama artistico mondiale.
Vassilij Kandinskij, Zig Zag bianchi, 1938 Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia. Ph. by Jean Pierre Dalbéra via Flickr
Zig Zag bianchi (1938)
Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia
Una superficie all'apparenza animata, caratterizzata da tinte scure e dalla contrapposizione tra colori caldi e freddi, incanta lo spettatore.
È la forza sprigionata da Zig zag bianchi, tela del 1922conservata alla Galleria Internazionale Ca' Pesaro. Il museo accoglie anche il disegno Tempera su carta nera, realizzato dall'artista nel 1938, una composizione astratta e geometrica nella quale dominano i triangoli.
Vassilij Kandinskij, Composizione, 1916. Museo del Novecento, Milano Ph. By Pensierarte (Own work)via Wikimedia Commons
Composizione (1916)
Milano, Museo del Novecento
Punta di diamante della Sala delle Avanguardie internazionali del Museo del Novecento è la Composizione del 1916.
L’acquerello a matita su carta entra a far parte delle Raccolte Civiche milanesi nel 1992 con l'acquisizione della Collezione Jucker attraverso la quale il Museo si arricchisce di un sostanzioso nucleo di capolavori delle Avanguardie Internazionali del Novecento.
In basso a destra è possibile scorgere il monogramma “K16”con la data e la firma dell'artista.
Le Composizioni rappresentano il culmine degli sforzi dell'artista nel creare una pittura “pura”, capace di offrire la stessa potenza emotiva che scaturisce da una composizione melodica.
Kandinskij, infatti, affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che sottolineano il legame della sua arte con la musica. Se le Impressioni includono i quadri nei quali resta ancora invisibile l'impressione diretta della natura esteriore, e le Improvvisazioni alludono alle opere nate dall'intimo, improvvisamente e inconsciamente, le Composizioni racchiudono quei lavori alla cui costruzione il cosciente partecipa attivamente, attraverso una serie di studi.
Paesaggio con macchie rosse (1913), La croce bianca (1922) e Verso l'Alto (1929)
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
La Peggy Guggenheim Collection di Venezia accoglie tre opere dell'artista russo.
Realizzato quando insegnava al Bauhaus di Weimar, Verso l'altoè un olio su cartone datato 1929. Il dipinto è caratterizzato da forme geometriche e semicerchi sospesi su fondo turchese e verde, che si sviluppano a partire da una linea verticale continua, e che conferiscono all'opera la direzione verso l'alto. Le due forme che ricordano la lettera E, come anche la forma nera ritagliata nella base del motivo centrale, costituiscono, probabilmente, un'ammiccante allusione al titolo originale del dipinto, Empor.
È del 1913, invece, un'altra opera dell'artista presente nella preziosa collezione veneziana. Si tratta di Paesaggio con macchie rosse, un olio su tela ispirato al paesaggio della cittadina di Murnau, nell'Alta Baviera, dove la compagna di Kandinskij, Gabriele Münter, aveva acquistato una casa. Ricorre in quest'opera il motivo delle visioni luminose e immateriali, di un paesaggio presentato come visione emotiva e spirituale, in cui spicca il campanile di una chiesa, trasformato in una forma misteriosa e allungata. I colori freddi si ritirano sullo sfondo, mentre il rosso, con la sua forza espansiva, si sprigiona verso l'osservatore.
L'ultimo dipinto, Croce bianca del 1922 appartiene a quegli anni definiti dallo stesso artista “il periodo freddo”, caratterizzato da una presenza costante delle forme geometriche. Il titolo di quest'opera isola un dettaglio della composizione, la croce bianca, un particolare dall'intensa carica emotiva e simbolica.
Vassilij Kandinskij, Rot in Spitzform, 1925. MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Collezione L.F. Courtesy of Mart
Paese (1906), Rot in Spitzform (1925), disegni in china
Trento, MART
Al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto sono conservate cinque opere dell'astrattista russo. Paese è una tempera su cartone del 1906 dove ancora le linee e i contorni delle case del villaggio si distinguono con nitidezza.
A questo si accompagnano l'acquerello Rot in Spitzform, del 1925, una composizione in china su carta senza titolo del 1932 e un'altra china su carta applicata su cartone del 1933.
Litografie
Terni, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice
Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Terni, ospitato all'interno del CAOS (Centro Arti Opificio Siri) accoglie, nella collezione delle grafiche alcune litografie di Kandinskij.
Si tratta di lavori provenienti da una donazione fatta al comune di Terni da Aurelio De Felice, finalizzata a testimoniare il ruolo cruciale svolto dall'artista umbro nella costruzione di connessioni tra il territorio e il panorama artistico internazionale del tempo. Il museo nasce dalla fusione con la collezione della Pinacoteca comunale “Orneore Metelli”.
Da leggere:
- Quando gli artisti fanno la rivoluzione
- In Italia e nel mondo, tutte le mostre sulle Avanguardie russe
- Marc Chagall in Italia. Dove si trovano le sue opere
- I capolavori di Malevic a Mosca, New York e Amsterdam
Il genio di Vasilij Kandinskij, l'artista che considerava “il colore la tastiera, gli occhi il martelletto, l'anima il pianoforte dalle tante corde”, brilla in alcune collezioni museali italiane, che, da Bergamo a Milano, da Venezia a Roma, accolgono disegni, stampe, acquerelli, quasi tutti posteriori al 1922. Sono anni, quelli tra il 1922 e il 1933, in cui l'artista lavora come insegnante di decorazione murale al Bauhaus, prima a Weimar poi a Dessau, anni che cementano l'amicizia con Paul Klee e che assistono alla pubblicazione del saggio “Punto e linea sul Piano”.
L'artista promotore del culto del colore - capace a suo avviso di provocare effetti fisici e psichici sullo spettatore - il convinto sostenitore del legame inscindibile tra l'arte e la dimensione spirituale, approda, nel Novecento, in alcune grandi collezioni museali italiane, grazie soprattutto all'impegno di chi, come lo storico direttore della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Palma Bucarelli, ha voluto acquisire testimonianze che documentassero i grandi cambiamenti nel panorama artistico mondiale.
Aguzzo rotondo (1925)
Bergamo, GAMeC
Alla Raccolta Spajani conservata presso la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea - GAMeC di Bergamo appartiene il capolavoro di VasilijKandinskij Spitz Rund. Realizzata nel 1925 quando l'artista era stato chiamato da Gropius a insegnare al Bauhaus di Weimar, l’opera racchiude la profonda trasformazione che la nuova esperienza aveva generato nella sua produzione artistica.
Le linee, che prima si muovevano liberamente nello spazio pittorico, vengono adesso ricondotte alle forme geometriche elementari della retta, del cerchio, del triangolo. Anche i colori in questo Aguzzo rotondovengono disciplinati e domati attraverso complessi equilibri su un fondo monocromatico.
Linea angolare (1930)
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Linea angolare, conservata nel Salone delle Avanguardie Storiche della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, è una delle opere di VasilijKandinskij più rappresentative del movimento astratto.
Fu Palma Bucarelli, storica direttrice della Galleria, strenua promotrice dell'astrattismo e dell'informale, ad acquistare l'opera nel 1961 da Nina Kandinskij.
Il capolavoro, datato 1930, fonde alcune delle figure geometriche e simboliche attraverso la ripresa di motivi e vocaboli del Bauhaus, ormai distante dai principi del Blaue Reiter, il gruppo di artisti formatosi a Monaco nel 1911 e attivo fino al 1914, del quale Kandinskij fu uno dei fondatori.
La tela fu acquistata con il fine di documentare i grandi cambiamenti nel panorama artistico mondiale.
Vassilij Kandinskij, Zig Zag bianchi, 1938 Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia. Ph. by Jean Pierre Dalbéra via Flickr
Zig Zag bianchi (1938)
Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia
Una superficie all'apparenza animata, caratterizzata da tinte scure e dalla contrapposizione tra colori caldi e freddi, incanta lo spettatore.
È la forza sprigionata da Zig zag bianchi, tela del 1922conservata alla Galleria Internazionale Ca' Pesaro. Il museo accoglie anche il disegno Tempera su carta nera, realizzato dall'artista nel 1938, una composizione astratta e geometrica nella quale dominano i triangoli.
Vassilij Kandinskij, Composizione, 1916. Museo del Novecento, Milano Ph. By Pensierarte (Own work)via Wikimedia Commons
Composizione (1916)
Milano, Museo del Novecento
Punta di diamante della Sala delle Avanguardie internazionali del Museo del Novecento è la Composizione del 1916.
L’acquerello a matita su carta entra a far parte delle Raccolte Civiche milanesi nel 1992 con l'acquisizione della Collezione Jucker attraverso la quale il Museo si arricchisce di un sostanzioso nucleo di capolavori delle Avanguardie Internazionali del Novecento.
In basso a destra è possibile scorgere il monogramma “K16”con la data e la firma dell'artista.
Le Composizioni rappresentano il culmine degli sforzi dell'artista nel creare una pittura “pura”, capace di offrire la stessa potenza emotiva che scaturisce da una composizione melodica.
Kandinskij, infatti, affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che sottolineano il legame della sua arte con la musica. Se le Impressioni includono i quadri nei quali resta ancora invisibile l'impressione diretta della natura esteriore, e le Improvvisazioni alludono alle opere nate dall'intimo, improvvisamente e inconsciamente, le Composizioni racchiudono quei lavori alla cui costruzione il cosciente partecipa attivamente, attraverso una serie di studi.
Paesaggio con macchie rosse (1913), La croce bianca (1922) e Verso l'Alto (1929)
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
La Peggy Guggenheim Collection di Venezia accoglie tre opere dell'artista russo.
Realizzato quando insegnava al Bauhaus di Weimar, Verso l'altoè un olio su cartone datato 1929. Il dipinto è caratterizzato da forme geometriche e semicerchi sospesi su fondo turchese e verde, che si sviluppano a partire da una linea verticale continua, e che conferiscono all'opera la direzione verso l'alto. Le due forme che ricordano la lettera E, come anche la forma nera ritagliata nella base del motivo centrale, costituiscono, probabilmente, un'ammiccante allusione al titolo originale del dipinto, Empor.
È del 1913, invece, un'altra opera dell'artista presente nella preziosa collezione veneziana. Si tratta di Paesaggio con macchie rosse, un olio su tela ispirato al paesaggio della cittadina di Murnau, nell'Alta Baviera, dove la compagna di Kandinskij, Gabriele Münter, aveva acquistato una casa. Ricorre in quest'opera il motivo delle visioni luminose e immateriali, di un paesaggio presentato come visione emotiva e spirituale, in cui spicca il campanile di una chiesa, trasformato in una forma misteriosa e allungata. I colori freddi si ritirano sullo sfondo, mentre il rosso, con la sua forza espansiva, si sprigiona verso l'osservatore.
L'ultimo dipinto, Croce bianca del 1922 appartiene a quegli anni definiti dallo stesso artista “il periodo freddo”, caratterizzato da una presenza costante delle forme geometriche. Il titolo di quest'opera isola un dettaglio della composizione, la croce bianca, un particolare dall'intensa carica emotiva e simbolica.
Vassilij Kandinskij, Rot in Spitzform, 1925. MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Collezione L.F. Courtesy of Mart
Paese (1906), Rot in Spitzform (1925), disegni in china
Trento, MART
Al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto sono conservate cinque opere dell'astrattista russo. Paese è una tempera su cartone del 1906 dove ancora le linee e i contorni delle case del villaggio si distinguono con nitidezza.
A questo si accompagnano l'acquerello Rot in Spitzform, del 1925, una composizione in china su carta senza titolo del 1932 e un'altra china su carta applicata su cartone del 1933.
Litografie
Terni, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice
Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Terni, ospitato all'interno del CAOS (Centro Arti Opificio Siri) accoglie, nella collezione delle grafiche alcune litografie di Kandinskij.
Si tratta di lavori provenienti da una donazione fatta al comune di Terni da Aurelio De Felice, finalizzata a testimoniare il ruolo cruciale svolto dall'artista umbro nella costruzione di connessioni tra il territorio e il panorama artistico internazionale del tempo. Il museo nasce dalla fusione con la collezione della Pinacoteca comunale “Orneore Metelli”.
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