Il 20 agosto 1995 moriva il padre di Corto Maltese

25 anni senza Hugo Pratt, il "fumettaro" sognatore che ha conquistato la nona arte con la letteratura disegnata

Hugo Pratt, Corto Maltese. La giovinezza. Copertina | © 1985 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati
 

Samantha De Martin

20/08/2020

È il 1° novembre 1913, Tarowean: il "Giorno delle Sorprese". L’Oceano Pacifico in persona racconta di una gran tempesta appena trascorsa, mentre i flutti restituiscono la figura di un uomo legato ad una zattera. È Corto Maltese, il gentiluomo di ventura dallo spirito anarcoide, il marinaio senza padrone né patria, il comandante, la spia, il giustiziere in balia del suo destino incerto, l’avventuriero senza tempo che attraversa i marosi del reale senza perdere la fantasiosa rotta del sogno.
Non è un caso che sia proprio l’Oceania - l’eremo a colori di Gauguin - a partorire le storie del mitico protagonista di Una ballata del mare salato, la graphic novel ante-litteram, scritta nel 1967, che ha fatto scuola trasformando, negli anni, il suo protagonista nel personaggio cult di “sua maestà” la nona arte, il fumetto.

Nella “letteratura disegnata” di Hugo Pratt
Corto Maltese - il cui nome apparterrebbe all'argot andaluso, "svelto di mano” - di professione fa il marinaio, anzi il pirata al servizio dei più deboli. Figlio di marinaio inglese e di una gitana di Siviglia, nipote di una strega, Corto, originario di Malta, viaggia dal Pacifico e dalla mitica Escondida alle paludi di Cayenna, dalle bianche pietre della laguna veneziana alle steppe innevate dell’Asia profonda, sfuggendo allo squallore di trincee insanguinate e agli ipocriti cliché della società borghese.

Come il suo autore - che era nato a Rimini nel 1927, non proprio di fronte al mare come avrebbe voluto, “ma poco distante” - di avventura in avventura Corto rincorre sogni, leggende di tesori perduti, scorrendo i mari con il vento che gli scompiglia i capelli e le fresche notti trascorse sotto la luna ad accarezzargli il volto.
I suoi compagni di strada sono il vile e il generoso, il ruffiano e l’eroe, figure grandiose e soggetti meschini, cuori pulsanti nel male e nel bene, idealisti e delusi, accomunati dall’essere distanti da una realtà sempre più piatta e disumanizzante.
La sua vita è fatta di sangue - da quando, con il rasoio del padre, si incise sulla mano sinistra quella linea della fortuna che una zingara gli aveva detto di non possedere - ma anche delle grandi lune e nebbie veneziane che riempiono di magia la città con i suoi misteri, le emozioni avvolgenti, l’intreccio di solitudine e libertà, le donne dagli sguardi complici, specchio di seduzione e tentazione.



Hugo Pratt, Corto Maltese nelle isole Yap. Avevo un appuntamento | © 1994 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati

Le vicende di Ugo si intrecciano a quelle di Corto, il suo alter ego. Tra avventure caraibiche e la mappa del mitico Eldorado rinvenuta in un monastero di Venezia, il malinconico marinaio viaggia dalla Polinesia all’Africa, si sposta anche a Trieste, dove incontra James Joyce, aiutandolo a vincere la timidezza con le donne, e ancora in Veneto dove assiste allo scempio della Prima guerra mondiale, ritrovandosi più volte impegnato in azioni belliche. In questo, il mitico personaggio interpreta in parte il suo autore, nome d'arte di Ugo Eugenio Prat, il fumettista di quello che, assieme a La rivolta dei racchi di Guido Buzzelli, è considerato uno dei primi esempi di romanzo a fumetti italiano.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia di Prat era nell'Africa Orientale Italiana, dove il padre di Ugo era stato arruolato nella Polizia dell'Africa Italiana. Nel 1941 finì in un campo di concentramento a Dire Daua dove Rulando Pratt morì. Rientrato in Italia, Ugo frequentò, a Città di Castello, un collegio militare, per aderire l’anno dopo alla Repubblica Sociale Italiana e diventare marò della Xª Flottiglia MAS militando nel Battaglione Lupo. Finché la nonna - la stessa che lo aveva avviato in tenera età al mondo del disegno invitandolo a riprodurre quello che vedeva al cinema - lo costrinse a far ritorno a casa.
Nel 1945 raggiunse gli angloamericani e fu impiegato come interprete per le armate Alleate. Sempre lo stesso anno organizzò a Venezia spettacoli per le truppe della coalizione vincitrice.

Il “fumettaro” che disegnava l’avventura
Il tratto di Hugo Pratt cominciava a fare proseliti, anche quando la vita lo condusse in Argentina, dal 1949 al 1962. In Brasile tenne dei corsi di disegno presso la Escuela Panamericana de Arte diretta da Enrique Lipszyc, oltre a suonare la chitarra nei locali notturni, a disegnare historietas per la stampa locale e a compiere escursioni in Amazzonia, nel Mato Grosso e in altri luoghi esotici.

“La parola evasione che dà tanto fastidio ai materialisti storici, significa scappare da qualche cosa; l'avventura è cercare qualche cosa, che può essere bella o pericolosa, ma che vale la pena di vivere” scriveva Pratt. Ed infatti, oltre alla serie di Corto Maltese, l’avventura risuona in diverse serie, da Gli scorpioni del deserto, ambientata in Africa durante la seconda guerra mondiale, alla collana Un uomo, un'avventura, edita da Bonelli. La svolta importante arrivò invece con l’incontro dell’editore genovese Florenzo Ivaldi, nel 1967. I due decisero di aprire una rivista dal titolo Sgt. Kirk, nella quale pubblicare le storie argentine del cartoonist, alcuni classici americani e degli inediti. Sul numero 1 fece il suo esordio proprio Una ballata del mare salato, la prima avventura di Corto Maltese.


Hugo Pratt, Ghula, Gli scorpioni del deserto. Brise de Mer | © 1994 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati

Attraverso le avventure del marinaio con l’orecchino, Pratt si afferma come uno dei più importanti autori di fumetti al mondo, le cui storie non si possono riassumere, ma soltanto evocare. Dietro il suo stile grafico essenziale ed espressivo, che non trascura la lezione del maestro statunitense Milton Caniff, né le soluzioni della "linea chiara" franco-belga, si cela un immaginario colto e, al tempo stesso popolare, raccontato con un’inimitabile abilità narrativa. E così il lettore - divenuto anch’egli avventuriero - si ritrova in Cina durante la guerra dei Boxer, per poi approdare in Patagonia in compagnia di Butch Cassidy e Sundance Kid, e ancora in Russia all’indomani della rivoluzione bolscevica, per percorre la Via della Seta alla ricerca del tesoro di Alessandro Magno e approdare in Svizzera con Herman Hesse.

Il “fumettaro”, come amava farsi chiamare, il "maestro di Malamocco" come lo definiva Oreste Del Buono, moriva 25 anni fa, il 20 agosto 1995, senza riuscire a vedere la sua creatura, Corto Maltese, finire protagonista in televisione di una serie animata.

Appena 20 anni prima, con Corte Sconta detta Arcana, Pratt aveva virato verso uno stile diverso, tendente alla semplificazione. "Vorrei arrivare a dire tutto con una linea" ripeteva. Ed in effetti, da allora, le storie del suo malinconico marinaio ebbero sempre la consistenza di romanzi a fumetti affermandosi come classici assoluti del fumetto, da Favola di Venezia, a La casa dorata di Samarcanda.



Hugo Pratt, Rasputin. La casa dorata di Samarcanda | © 1992 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati

Attraverso i suoi disegni, il maestro della nona arte - non un artista e nemmeno un disegnatore, ma una sorta di artigiano di sogni - ritrae popoli e paesaggi consentendo a chi legge di sfogliare un autentico atlante o un manuale di antropologia.
I disegni del genio, che ha sedotto anche Woody Allen e Tim Burton, restituiscono al lettore l’intensità della luce e del vento, la potenza del mare, le atmosfere sinistre che preannunciano sorprese, situazioni ed emozioni.

Come un pittore figurativo, Pratt traduce gli stati d’animo del suo marinaio, i suoi giudizi che passano attraverso espressioni anche solo accennate. Simile a un guizzo carico di intuizione, il suo disegno racchiude gli sguardi che l’autore scambiava con Corto Maltese prima d’iniziare ogni storia: “Ogni volta che disegno Corto Maltese - diceva - inizio dagli occhi, ci scambiamo uno sguardo e poi partiamo insieme verso l’avventura”.

La “letteratura disegnata” di Hugo Pratt
Il tratto del disegno di Hugo Pratt è impregnato di echi letterari, da Sogno di un mattino di mezzo inverno, un racconto breve a fumetti ispirato alla famosa commedia di William Shakespeare, a Favola di Venezia, dove il protagonista partecipa ad una riunione massonica dove aver incontrato D’Annunzio in un campiello. Di Jorge Luis Borges lesse avidamente tutte le opere, prima ancora che venissero tradotte in Italia, a partire dalle Finzioni, nelle quali trovò il grande segreto che avrebbe fatto maturare la sua fiction: raccontare cose vere facendole apparire come fantastiche.



Hugo Pratt, Rapa Nui. Una ballata del mare salato | © 1989 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati

Ad animare le storie di Pratt, quell’ universo pittorico di acquarelli, tempere, chine, tavole, sono i tanti rimandi letterari a Jack London e alla poetica di William Yeats e Arthur Rimbaud.
Anna nella jungla, Cato Zulù, Jesuit Joe tratteggiano immagini indimenticabili, ispirate alla letteratura avventurosa classica di stampo anglosassone. I disegni del maestro giramondo, ma del tutto veneziano (aveva il suo studio a Malamocco) ha restituito al lettore-sognatore l’importanza del mare, il gioco di specchi, le atmosfere tipiche della letteratura picaresca, quelle dell’arte astratta e i caratteri del realismo fotografico.

Il fumetto e la Pop Art
“Io faccio della pittura - scriveva Pratt nei primi anni Settanta - forse figurativa?” E ancora “Io posso dire che dopo l’esplosione della Pop art in America, tutto il mondo ne parla quando in verità, tutto è partito dai comics. Io, ho cercato di fare una cosa diversa… lavorare in un altro senso. La Pop art è un fumetto ingrandito; i pittori si sono impadroniti di questa forma popolare per fare dei quadri tratti dal fumetto. In verità, io prendo una porzione di uno dei miei disegni e la ingrandisco, così quella parte diventa astratta. Ma rimane sempre un fumetto". 

Sull’onda lunga dei successi di Roy Lichtenstein, Pratt volle percorrere un cammino inverso: partire dal fumetto per arrivare all’arte. Nacque così la serie di dodici serigrafie intitolata BRR... BRRR! The British Winter’s Grenadiers, esposta per la prima volta nella Galleria L’Elefante di Venezia, dal dicembre 1967 al febbraio 1968. Erano gli anni in cui prendeva il largo Corto Maltese.

Dal cinema all’opera: un artista a 360 gradi
Ma lo scaltro marinaio Corto Maltese ha navigato anche attraverso altri linguaggi, dai film di animazione ai romanzi, dal teatro, alle canzoni, prestando il suo nome, in Svizzera, Francia e Portogallo, a statue e addirittura a strade. D’altra parte, l’educazione di Ugo, oltre che dal cinema e dai tarocchi, attingeva anche dall’opera. Aveva sette anni quando la zia, attrice di teatro, lo portava alla Fenice a sentire e vedere L’anello dei Nibelunghi di Wagner, svelandogli il mondo delle divinità germaniche e raccontandogli contemporaneamente i miti ebrei e la Cabala.

Le carte, i tarocchi, il cinema, l’opera, l’universo fantastico e mitologico, l’ambiente liquido di Venezia attraversano dunque l’intera opera di Hugo Pratt. Forse per questo Milo Manara, suo amico e allievo, lo definiva “un narratore che ti portava dove voleva, non dove ti sembrava di essere ma dove eri veramente”, mentre Umberto Eco la pensava così: “Se voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi leggo Corto Maltese”.

“Corto Maltese non morirà”
Della fine di Corto Maltese non sappiamo nulla di certo. E proprio oggi, nel giorno in cui ricorre un quarto di secolo dalla morte del suo inventore, vengono in mente le parole di Pratt. “Corto Maltese non morirà, Corto Maltese se ne andrà perché in un mondo dove tutto è elettronica, è calcolato, tutto è industrializzato, è consumo, non c’è posto per un tipo come lui”.
È davvero così? Chissà. Eppure, con la sua idea di viaggio, con la curiosità, con l’educazione al rispetto delle culture e delle opinioni, l’eroe cult del fumetto continua a piacerci e a sedurci non poco. Se le musiche di Paolo Conte hanno tradotto i suoi schizzi veloci, le linee morbide e i personaggi che affondano lo sguardo nell’orizzonte, Ornella Vanoni ha rubato poesie dal suo “cuore marinaio pieno di stelle e di bugie”. “Mi son persa nelle lune / che mi hai disegnato tu /ma per tanta fantasia / ci vorrebbe una vita in più /sogni che fai volano /sogni che dai /sogni che poi tornano / sogni che mai /non hai paura di naufragare / se ci fosse ancora mondo / lo vorresti conquistare".


Hugo Pratt, Corto Maltese. La giovinezza | © 1985 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati

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