Fino all'8 giugno nella Sala XVII della Pinacoteca vaticana

Caltagirone-Musei Vaticani A/R. Il Trono di Grazia del fiammingo van der Stockt in mostra dopo un restauro

Vrancke van der Stockt, Trono di Grazia Interlandi, 1485-1495 ca, olio su tavola, Caltagirone, Museo Diocesano
 

Samantha De Martin

02/04/2019

Roma - Il rosso della cintura della Maddalena e le tinte delle raffinate stoffe alla moda che avvolgono le figure tornano a risplendere, gli incarnati appaiono meno pallidi e più naturali e le quattro assi di rovere, in origine incollate e unite da perni in legno, completamente distaccatesi nel tempo, sono state nuovamente ricongiunte restituendo complanarità alla superficie della tavola.
La nuova vita del Trono di Grazia Interlandi - l’opera del pittore fiammingo Vrancke van der Stockt (1420 ca. - 1495) custodita nel Museo Diocesano di Caltagirone, in Sicilia - ricomincia dai laboratori di restauro vaticani.
Questo raffinato olio su tavola, realizzato tra il 1485 e il 1495 dal «diretto erede e divulgatore» di Rogier van der Weyden, sarà eccezionalmente esposto fino all’8 giugno nella Pinacoteca Vaticana prima di rientrare nella sua sede espositiva presso il Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali di Caltagirone (Catania) all’indomani delle indagini scientifiche e dell’intervento conservativo eseguiti proprio nei laboratori vaticani.
L’esposizione, a cura di Adele Breda, si propone di introdurre e spiegare il complesso tema iconografico del Trono di Grazia attraverso un breve percorso didattico che illustra alcune rappresentazioni del Mistero Trinitario dal periodo tardoantico al Cinquecento.

Nel corso del XV secolo, nell’ambito della religiosità germanica e fiamminga prevale infatti un nuovo tipo di Trono di Grazia, con Dio padre raffigurato con le sembianze di un vecchio maestoso che non sostiene più Cristo sulla croce, ma ne sorregge direttamente il corpo in un doloroso gesto di offerta.
Nel 1777 la baronessa Agata Interlandi di Favarotta aveva disposto nel suo testamento che, alla sua morte, questo dipinto fosse esposto alla pubblica venerazione nella Basilica di San Giorgio a Caltagirone.
La grande sfera che simboleggia il mondo, posta sotto i piedi del Cristo morto - che con la mano mostra la ferita del costato - l’apocalittica nube rossa, gli Arcangeli ai lati del trono, sono tracce che indirizzano il visitatore verso il tema dell’Ultimo Giudizio. Nella parte inferiore del dipinto lo sguardo viene catturato dall’immagine della Madonna, accasciata tra le braccia di San Giovanni Evangelista, e da quella della Maddalena, colta in un gesto di dolore straziante.

Nella piccola Sala XVII della Pinacoteca Vaticana, il Trono di Grazia di van der Stockt sorprende con la dettagliata rappresentazione della scena sacra, l’uso delle vesti alla moda delle due protagoniste e il realismo che rende attuale l’evento. Molto ben curato anche l'allestimento, con la descrizione dettagliata della storia della tavola e dell’intervento di restauro.

Accanto all’opera del pittore fiammingo il piccolo percorso espositivo accoglie anche un Trono di Grazia di tipologia più antica - con Dio padre nell’atto di accogliere il figlio inchiodato sulla croce - dipinto a Firenze nella prima metà del Quattrocento, custodito nella Pinacoteca vaticana.

Chiude la mostra il Trono di Grazia di Ludovico Carracci, un’originale immagine della Trinità che condensa le due tipologie di Trono di Grazia (Cristo Crocifisso e Cristo deposto). Dio Padre, sovrastato dalla Colomba dello Spirito santo, mostra il corpo pallido del figlio segnato dalle ferite, abbandonato alla morte. Come se non riuscisse a sopportare questa tragica visione, volta il capo, mentre cinque angeli si affollano meditando sugli strumenti della passione, apparentemente scorporati dalla scena: i chiodi, la croce con appesa la corona di spine, la colonna della flagellazione, la lancia. Un altro putto, al centro di una scena dal forte realismo, fa invece capolino sotto le ginocchia di Gesù.

La mostra segue l’orario dei Musei Vaticani (9.00-18.00 con ultimo ingresso alle 16.00), mentre il biglietto è incluso nel biglietto di ingresso ai Musei.

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