La Madonna col bambino, sant’Elisabetta e san Giovannino del Bronzino dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in mostra a Torino
Dal 21 Dicembre 2017 al 07 Gennaio 2018
Torino
Luogo: Grattacielo Intesa Sanpaolo
Indirizzo: corso Inghilterra 3
Orari: 15,00-20,00 nei giorni feriali e il 1° gennaio (ultimo ingresso ore 19.30); 9,30-20,00 sabato e nei giorni festivi (ultimo ingresso ore 19.30); 9,30-18,00 nei giorni 24 e 31 dicembre (ultimo ingresso ore 17.30); l’esposizione resterà chiusa il 25 dicembre
Enti promotori:
- MiBACT - Museo di Capodimonte
Costo del biglietto: Ingresso gratuito previa prenotazione sul sito
Sito ufficiale: http://www.grattacielointesasanpaolo.com/
Dal 21 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 presso il grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino sarà esposta la Madonna col bambino, sant’Elisabetta e san Giovannino di Agnolo di Cosimo di Mariano, anche detto il Bronzino, opera proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, che ne ha appena completato il restauro. Il dipinto sarà esposto al 36esimo piano, nell'ambito de L'Ospite illustre, rassegna che propone nelle sedi museali di Intesa Sanpaolo un'opera di rilievo in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e stranieri.
“Il Museo e Real Bosco di Capodimonte crede in una mirata politica di prestiti per valorizzare la nostra prestigiosa collezione, tra le 10 più importanti d’Europa. Purtroppo il suo inestimabile valore è misconosciuto anche nella stessa Italia – afferma il direttore Sylvain Bellenger – ed è per questo che sono favorevole alla circolazione delle nostre opere, preziose ambasciatrici della nostra bellezza, nei più importanti musei e istituzioni culturali al mondo con cui collaboriamo. Ringrazio, perciò, Intesa Sanpaolo con le sue Gallerie d'Italia per il ruolo fondamentale nella cura e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano”.
La Madonna col Bambino, Sant’Elisabetta e San Giovannino è opera di Agnolo Bronzino, esponente di spicco tra gli artisti michelangioleschi fiorentini. La tavola propone una revisione manierista, alla maniera di Michelangelo, del tradizionale tema dell'incontro fra i due bambini, di gran moda a Firenze sin dalla fine del Quattrocento. La scena rappresenta la convergenza tra Antico e Nuovo Testamento: attraverso una complessa serie di gesti San Giovanni, il Precursore, passa il pomo, simbolo del peccato originale, al Bambino Gesù, futuro Cristo Redentore. Dietro ai bambini e alla Vergine si trova Sant’Elisabetta, rappresentata in età molto avanzata rispetto alla sua cugina Maria e nell’atto di tenere aperto un libro.
Il dipinto, di ignota provenienza, risulta ricordato per la prima volta tra quelli recuperati a Roma da Domenico Venuti, commissario del Re di Napoli Ferdinando di Borbone. La tavola si trovava nel deposito che i rivoluzionari francesi avevano allestito nella loro chiesa nazionale di San Luigi a Roma, insieme a molte altre opere in attesa di essere spedite in Francia. Da lì Venuti, inviato per recuperare opere sottratte ai Borbone ma che requisì svariati pezzi di diversa provenienza, la spedì a Napoli il 28 febbraio del 1800.
Nei primi inventari napoletani la tavola viene attribuita ad Andrea del Sarto (1486-1530), uno dei protagonisti del pieno Rinascimento fiorentino, mentre dal 1827 è indicata come opera di Agnolo Bronzino. Presenta rapporti convincenti con la produzione tarda del pittore, intorno al 1560, ed in particolare con le Sacre famiglie oggi a Portland e Auckland, nelle quali si nota lo stesso allungamento delle figure e la torsione dei corpi manierista che evidenzia influssi di Michelangelo. Ne esiste un’altra versione in Inghilterra, delle stesse misure con alcune piccole varianti, di cui l’esemplare di Capodimonte è probabilmente il prototipo. D’altronde nella bottega di Bronzino, molto attiva sin dagli anni Quaranta del secolo, era prassi replicare opere dal soggetto molto richiesto.
L’opera, che si caratterizza per l’alta qualità nella rappresentazione delle fattezze e delle vesti dei personaggi, disegnati con una volumetria incisiva che li rende come scolpiti nel marmo, mette in scena un intricato gioco di sguardi tra le figure. La Vergine, che pare proteggere i gigli e le rose nelle mani di San Giovannino, è ritratta con alterea dignità aristocratica, tale da ricordare i ritratti delle dame Medici per i quali Bronzino è universalmente noto.
Agnolo di Cosimo (Monticelli di Firenze 1503 - Firenze 1572), anche detto il Bronzino, forse per il colore dei suoi capelli, fu allievo di Pontormo, da cui presto si differenziò con uno stile personale, frutto della sintesi fra naturalismo ed astrazione. Lasciò Firenze solo per brevissimi periodi e svolse gran parte della sua attività al servizio dei Medici. Celebri i suoi ritratti dei membri della famiglia ducale e la decorazione della cappella della duchessa Eleonora de Toledo a Palazzo Vecchio. Nelle migliori opere sacre - ed è il caso del dipinto di Capodimonte - egli riesce ad aggiungere note di tenera umanità alla consueta preziosità delle forme e dei colori. Bronzino fu anche poeta versatile e membro dell’Accademia della Crusca.
Orario: 15-20 nei giorni feriali e il 1° gennaio (ultimo ingresso ore 19.30); 9,30-20 sabato e nei giorni festivi (ultimo ingresso ore 19.30); 9,30-18 nei giorni 24 e 31 dicembre (ultimo ingresso ore 17.30); l’esposizione resterà chiusa il 25 dicembre
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