Aldo De Vidal. Sui sentieri di una vita
Dal 24 Luglio 2021 al 25 Luglio 2021
Lorenzago di Cadore | Belluno
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Enti promotori:
- Magnifica Comunità di Cadore
- Comune di Lorenzago
- Cooperativa Cadore Scs
- Ca’ Lozzio Incontri di Oderzo
- Associazione culturale ImmaginAria
Telefono per informazioni: +39 0435 32262
E-Mail info: info@magnificacomunitadicadore.it
Aldo De Vidal. Sui sentieri di una vita è il titolo della grande retrospettiva che la Magnifica Comunità di Cadore, il Comune di Lorenzago, la Cooperativa Cadore Scs, Ca’ Lozzio Incontri di Oderzo e l’Associazione culturale ImmaginAria con il patrocinio dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, del Comune di Oderzo e il contributo della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Fondazione Cariverona e Unione Montana Centro Cadore, dedicano nell’estate 2021 ad Aldo De Vidal, pittore visionario, lucido interprete della storia del Novecento. La mostra si svilupperà in tre sedi: una sezione con una ventina di opere al Palazzo municipale di Lorenzago di Cadore (Belluno), che aprirà sabato24 luglio, una sezione di oltre quaranta opere al Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore (Belluno) e una, più raccolta e con la valorizzazione della grafica a Ca’ Lozzio a Piavon di Oderzo (Treviso), delle quali l’inaugurazione è fissata per domenica 25 luglio.
Tre sentieri per raccontare De Vidal. Le tre sedi testimoniano tutte un legame profondo con De Vidal, “il pittore della montagna”. Lorenzago è il suo paese d’origine, qui nacque il 27 maggio 1912, iniziò a dipingere (erano gli ultimi anni Venti) e visse fino al 1948, quando emigrò in Argentina, nel 1948; vi tornò due anni più tardi e qui visse fino alla morte, avvenuta nel 2006. Pieve di Cadore rappresenta la prima grande occasione per il pittore, che nel 1945 partecipò alla collettiva organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani nella sede mandamentale nel Casinò municipale, e un luogo in cui tornò ad esporre spesso nel corso della propria vita. Infine, Oderzo: nella cittadina trevigiana espose nel 1971, si trattava della prima di una serie di esposizioni a cui partecipò il gruppo da lui fondato, i Pittori del “Picchio Verde 70”, in cui spiccavano Augusto Murer, Gina Roma e Vico Calabrò. Gina Roma, che di lui disse che era “il più pittore tra i pittori”, fu direttrice artistica di Ca’ Lozzio a Piavon di Oderzo.
I linguaggi, la vita e le opere. La pittura ad olio, la grafica, i murales: De Vidal ha sposato diversi linguaggi per rispondere alla propria “urgenza espressiva” e lasciare il proprio segno. “Aldo De Vidal – evidenzia la critica e storica dell’arte Lorena Gava - ha individuato nel linguaggio segnico un medium espressivo potente che nel tempo ha rivestito di essenze cromatiche e pigmenti assolutamente originali e personali. Ma l’impalcatura grafica rimane il terreno sul quale ha edificato il suo universo immaginifico e lo documenta il nutrito corpus di disegni, incisioni, serigrafie e litografie che accompagna la sua produzione”.
De Vidal dipinse per vocazione fin dall'adolescenza: negli anni Quaranta conobbe il celebre Emilio Vedova, e assieme a lui arricchì il proprio bagaglio tecnico e culturale. In seguito, partecipò varie rassegne, ottenendo lusinghieri riconoscimenti: nel 1947 vinse il Premio Auronzo con Renato Guttuso, Remo Brindisi e Fiorenzo Tomea; sul finire degli anni Quaranta, emigrato in Argentina, allestì una personale presso il Casinò di Mar del Plata. Durante la sua permanenza in America Latina, sempre a Mar de Plata, eseguì vari murales, alcuni poi divenuti molto importanti. Una volta tornato in Cadore, fu promotore con Vico Calabrò dei murales a Cibiana e, in qualità di frescante, successivamente lavorò a Roma, eseguendo gli affreschi alla Cinematografia Dorigo in via Teulada. Nel settore della grafica è stato autore di litografie, acqueforti e serigrafie: risalgono al 1976 la cartella La danza dei caprioli, con testi di Mario Rigoni Stern; al 1976 la serie di incisioni Omaggio a Tiziano, assieme a Magnolato, Zancanaro, Calabrò, Pregnolato, Murer e Zotti; e nel
1980 ha fatto parte del gruppo Grafici della stamperia Busato, esponendo in Veneto e al museo Puskin di Mosca. Molteplici anche le mostre personali, con significative presenze nelle più prestigiose sedi espositive a Roma, Cortina d’Ampezzo, Venezia.
Il pittore della montagna. “La riscoperta della vita di Aldo De Vidal – spiega il curatore Matteo Da Deppo, direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore - vuole dare consistenza all’idea che sia ancora possibile oggi esprimere una poesia stimolata e meditata, ispirata al contesto della montagna, o in altri termini che sia possibile parlare della montagna in poesia, tenendo conto delle sue caratteristiche peculiari. De Vidal ha indicato quattro elementi ben distinti: essenzialità, complessità, consapevolezza e profondità. L’essenzialità che ha portato le sue opere a superare ogni “retorica” del passato grazie alla capacità di spoliazione e di silenzio di fronte alla natura”.
De Vidal viene definito “il pittore della montagna” e la sua idea riguardo a questo contesto, ostico eppure fragile, è molto ben definita: egli indaga l’ambiente, fatto di uomini e di tradizioni, in netto contrasto con la montagna sublime e mitizzata. Ed è molto critico con il montanaro, che ha dimenticato il proprio ruolo cancellando millenni di conoscenza ed esperienza del territorio.
Emblematica è La danza dei caprioli, una pubblicazione del 1976 che racchiude racconti e immagini, realizzata con Mario Rigoni Stern: sei racconti e sei litografie strettamente legate alla montagna, “a quel mondo che poeti, ragazzi, scienziati vogliono salvare dal partito del consumismo”, come annotava il grande scrittore. L’obiettivo dell’opera era entrare nel dibattito “ecologico” in atto e analizzarne i contenuti: “ecologia non è una moda, anche se come vocabolo è da poco entrato in uso (ed è già logoro!); e come il termine consumismo significa per noi fine e morte, così ecologia equivale a vivere”, ammoniva ancora Rigoni Stern.
Il visionario interprete del Novecento. Ciò che stupisce e incanta di Aldo De Vidal è la capacità di far entrare nelle proprie opere l’essenza, così mutevole e talvolta conflittuale, del Secolo breve. Una “capacità di sintesi” attraverso il segno e la pittura, che comprende le influenze di artisti e intellettuali con cui lavorò e che stimò. Durante la guerra e la resistenza conobbe Emilio Vedova e con lui arricchì le conoscenze completando e affinando le sue tecniche di pittura. Nel 1970 fondò il gruppo dei Pittori del “Picchio Verde 70”, in cui figuravano Augusto Murer, Gina Roma e Vico Calabrò; in seguito fu promotore, assieme a Vico Calabrò, dell'iniziativa dei murales a Cibiana, dove gli artisti invitati recuperano attraverso la pittura murale i mestieri e le professioni antiche del Cadore. È stato autore di diverse litografie ed incisioni e della raccolta La danza dei caprioli, edita da Nuovi Sentieri, che ha sancito il sodalizio con Mario Rigoni Stern.
La rassegna troverà inoltre troverà un ulteriore momento all’interno della rassegna “Lorenzago Aperta” (1 – 22 agosto) con la riscoperta del ciclo di litografie “La sete africana” donata da De Vidal alla scuola media di Lorenzago di Cadore nel 1973 con la specifica finalità didattica di insegnare ai giovani i drammi della storia.
Tre sentieri per raccontare De Vidal. Le tre sedi testimoniano tutte un legame profondo con De Vidal, “il pittore della montagna”. Lorenzago è il suo paese d’origine, qui nacque il 27 maggio 1912, iniziò a dipingere (erano gli ultimi anni Venti) e visse fino al 1948, quando emigrò in Argentina, nel 1948; vi tornò due anni più tardi e qui visse fino alla morte, avvenuta nel 2006. Pieve di Cadore rappresenta la prima grande occasione per il pittore, che nel 1945 partecipò alla collettiva organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani nella sede mandamentale nel Casinò municipale, e un luogo in cui tornò ad esporre spesso nel corso della propria vita. Infine, Oderzo: nella cittadina trevigiana espose nel 1971, si trattava della prima di una serie di esposizioni a cui partecipò il gruppo da lui fondato, i Pittori del “Picchio Verde 70”, in cui spiccavano Augusto Murer, Gina Roma e Vico Calabrò. Gina Roma, che di lui disse che era “il più pittore tra i pittori”, fu direttrice artistica di Ca’ Lozzio a Piavon di Oderzo.
I linguaggi, la vita e le opere. La pittura ad olio, la grafica, i murales: De Vidal ha sposato diversi linguaggi per rispondere alla propria “urgenza espressiva” e lasciare il proprio segno. “Aldo De Vidal – evidenzia la critica e storica dell’arte Lorena Gava - ha individuato nel linguaggio segnico un medium espressivo potente che nel tempo ha rivestito di essenze cromatiche e pigmenti assolutamente originali e personali. Ma l’impalcatura grafica rimane il terreno sul quale ha edificato il suo universo immaginifico e lo documenta il nutrito corpus di disegni, incisioni, serigrafie e litografie che accompagna la sua produzione”.
De Vidal dipinse per vocazione fin dall'adolescenza: negli anni Quaranta conobbe il celebre Emilio Vedova, e assieme a lui arricchì il proprio bagaglio tecnico e culturale. In seguito, partecipò varie rassegne, ottenendo lusinghieri riconoscimenti: nel 1947 vinse il Premio Auronzo con Renato Guttuso, Remo Brindisi e Fiorenzo Tomea; sul finire degli anni Quaranta, emigrato in Argentina, allestì una personale presso il Casinò di Mar del Plata. Durante la sua permanenza in America Latina, sempre a Mar de Plata, eseguì vari murales, alcuni poi divenuti molto importanti. Una volta tornato in Cadore, fu promotore con Vico Calabrò dei murales a Cibiana e, in qualità di frescante, successivamente lavorò a Roma, eseguendo gli affreschi alla Cinematografia Dorigo in via Teulada. Nel settore della grafica è stato autore di litografie, acqueforti e serigrafie: risalgono al 1976 la cartella La danza dei caprioli, con testi di Mario Rigoni Stern; al 1976 la serie di incisioni Omaggio a Tiziano, assieme a Magnolato, Zancanaro, Calabrò, Pregnolato, Murer e Zotti; e nel
1980 ha fatto parte del gruppo Grafici della stamperia Busato, esponendo in Veneto e al museo Puskin di Mosca. Molteplici anche le mostre personali, con significative presenze nelle più prestigiose sedi espositive a Roma, Cortina d’Ampezzo, Venezia.
Il pittore della montagna. “La riscoperta della vita di Aldo De Vidal – spiega il curatore Matteo Da Deppo, direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore - vuole dare consistenza all’idea che sia ancora possibile oggi esprimere una poesia stimolata e meditata, ispirata al contesto della montagna, o in altri termini che sia possibile parlare della montagna in poesia, tenendo conto delle sue caratteristiche peculiari. De Vidal ha indicato quattro elementi ben distinti: essenzialità, complessità, consapevolezza e profondità. L’essenzialità che ha portato le sue opere a superare ogni “retorica” del passato grazie alla capacità di spoliazione e di silenzio di fronte alla natura”.
De Vidal viene definito “il pittore della montagna” e la sua idea riguardo a questo contesto, ostico eppure fragile, è molto ben definita: egli indaga l’ambiente, fatto di uomini e di tradizioni, in netto contrasto con la montagna sublime e mitizzata. Ed è molto critico con il montanaro, che ha dimenticato il proprio ruolo cancellando millenni di conoscenza ed esperienza del territorio.
Emblematica è La danza dei caprioli, una pubblicazione del 1976 che racchiude racconti e immagini, realizzata con Mario Rigoni Stern: sei racconti e sei litografie strettamente legate alla montagna, “a quel mondo che poeti, ragazzi, scienziati vogliono salvare dal partito del consumismo”, come annotava il grande scrittore. L’obiettivo dell’opera era entrare nel dibattito “ecologico” in atto e analizzarne i contenuti: “ecologia non è una moda, anche se come vocabolo è da poco entrato in uso (ed è già logoro!); e come il termine consumismo significa per noi fine e morte, così ecologia equivale a vivere”, ammoniva ancora Rigoni Stern.
Il visionario interprete del Novecento. Ciò che stupisce e incanta di Aldo De Vidal è la capacità di far entrare nelle proprie opere l’essenza, così mutevole e talvolta conflittuale, del Secolo breve. Una “capacità di sintesi” attraverso il segno e la pittura, che comprende le influenze di artisti e intellettuali con cui lavorò e che stimò. Durante la guerra e la resistenza conobbe Emilio Vedova e con lui arricchì le conoscenze completando e affinando le sue tecniche di pittura. Nel 1970 fondò il gruppo dei Pittori del “Picchio Verde 70”, in cui figuravano Augusto Murer, Gina Roma e Vico Calabrò; in seguito fu promotore, assieme a Vico Calabrò, dell'iniziativa dei murales a Cibiana, dove gli artisti invitati recuperano attraverso la pittura murale i mestieri e le professioni antiche del Cadore. È stato autore di diverse litografie ed incisioni e della raccolta La danza dei caprioli, edita da Nuovi Sentieri, che ha sancito il sodalizio con Mario Rigoni Stern.
La rassegna troverà inoltre troverà un ulteriore momento all’interno della rassegna “Lorenzago Aperta” (1 – 22 agosto) con la riscoperta del ciclo di litografie “La sete africana” donata da De Vidal alla scuola media di Lorenzago di Cadore nel 1973 con la specifica finalità didattica di insegnare ai giovani i drammi della storia.
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