Temporary Relationships
Dal 08 Settembre 2014 al 03 Ottobre 2014
Firenze
Luogo: SACI Gallery - Palazzo dei Cartelloni
Indirizzo: via Sant'Antonino 11
Orari: da lunedì a venerdì 9-19; sabato e domenica 13-19
Curatori: Manuela Mancioppi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 289948
E-Mail info: gallery@saci-florence.edu
Sito ufficiale: http://www.manuelamancioppi.com/eventi_temporaryrelationships.htm
Progetto relazionale in progress (2011-2014). Evento dinamico, non solo un'esposizione temporanea di abiti relazionali ma uno studio d'artista, uno spazio aperto a danzatori, performers e pubblico che potranno indossare gli abiti collettivi in cotone e lana, uno spazio per momenti di confronto con incontri ed happenings di artisti, poeti, scrittori. Il progetto prevede delle situazioni, collaborazioni e accadimenti temporanei durante l'arco di tempo a disposizione. La temporaneità è parte fondamentale dell'intero evento. Temporary Relationships, oltre la condivisione temporanea di multiabiti è anche un invito per danzatori, performers, artisti, musicisti, poeti/scrittori per confrontarsi ed esprimersi sulla tematica del corpo, relazioni e temporaneità. L'evento prevede un opening lunedì 8 settembre dalle 18 alle 21 con presentazione del progetto, due performance collettive il 13 e il 20 settembre con performers, danzatori e pubblico che indosseranno gli abiti relazionali, la documentazione video e foto sarà proiettata in loop i giorni successivi, un evento di chiusura il 3 ottobre. All'interno di questo spazio temporale (8 settembre-3 ottobre) si succederanno eventi in progress: Incontri, Happenings, Performances che presenteranno qualità basi di relazionalità e temporaneità.
L'evento relazionale collettivo si sviluppa attraverso l'utilizzo di abiti in cotone e lana allestiti nello spazio in modo da essere indossati e riposti; a parete foto-disegni con istruzioni per l'uso: Abiti relazionali da indossare e condividere tra due-tre-quattro persone, "costrette" ad abitarsi. Abiti temporanei per sedute e movimenti da indossare singolarmente o con altre persone: abito-sedia, abito-tappeto. Multiabiti elastici dalle numerose maniche che costringono o liberano i movimenti e le interpretazioni. Abiti camouflage che si nascondono tra le sculture morbide dalle stesse forme.
Dal testo di Pietro Gaglianò Manuela Mancioppi. Anatomia della condizione sociale Le nuove forme di interazione sociale che nascono dalla frequentazione della websfera dove, quasi sempre nella scia di una tendenza largamente condivisa, i singoli utenti si trasformano occasionalmente in attori di un’aggregazione sensoriale e fisica, rappresentano – io credo – solo un rivestimento: una superficie che si ritiene abbastanza impegnata o, in base alle vocazioni, alla moda, o nient’altro che divertente, riempitiva. Niente che interferisca con le scelte morali delle persone, con la loro effettiva apertura verso la condivisione di una costruzione di senso, che stimoli la comprensione di esigenze e necessità esterne alla propria sfera personale, e l’impegno concreto e duraturo in comportamenti sostenibili e tesi al raggiungimento di un obiettivo. I così detti flash mob, e la presunta dimensione partecipativa, molto millantata nel discorso politico progressista e democratico, sono manifestazioni di una stessa condizione di dittatura del pensiero in cui l’illusoria partecipazione (agli eventi istantanei o alla democrazia diretta) sono solo una pellicola stesa su un individualismo che potremmo definire dogmatico rispetto alla cultura sociale corrente, in quanto promosso e imposto dal sistema di consumo capitalista che fonda sulla soddisfazione del desiderio personale la percezione del benessere.
La partecipazione dovrebbe implicare almeno due direzioni che potrebbero essere figurate come altrettanti movimenti opposti: l’acquisizione di qualcosa e la cessione di qualcos’altro, dove la seconda azione dovrebbe essere quella con il maggior valore formativo, utile alla crescita e alla consapevolezza di chi la agisce. Questo impone un tempo lungo, una volontà precisa di ascolto e la certezza che la condivisione può anche limitare le prerogative del singolo ma lo fa nell’interesse e nella prospettiva di un bene comune, quindi più alto, più sostenibile, fisiologicamente più desiderabile nell’ambito della pluralità sociale. Il lavoro di Manuela Mancioppi senza molte parole mette in opera una sintesi visibile ed esperibile di questa possibilità lavorando contemporaneamente su due piani. In primo luogo la volontarietà dell’azione, dove viene messa a disposizione degli spettatori la possibilità di lasciare la condizione neutra e di entrare in gioco.
Questo richiede anche l’assunzione di una responsabilità soggettiva rispetto ai comportamenti, al contesto, alla situazione in cui si entra in azione e al paesaggio che si lascia dopo il proprio passaggio. Allo stesso tempo le opere, con il loro carattere di temporaneità, prevedono che l’uso (o l’interpretazione) che ne viene fatto non pregiudichi la possibilità per altri partecipanti, in futuro, di avvantaggiarsi delle stesse condizioni. L’altro aspetto importante è proprio nella riflessione specifica che nasce dalla condivisione di un indumento che imbriglia e modifica il movimento, e sul fatto che le scelte da compiere devono tenere conto di una prossimità fisica con altre persone che va oltre la semplice vicinanza: niente di quello che viene fatto è senza conseguenze, ed esiste un legame per niente metaforico che tiene insieme le strutture collettive. Ignorare tutto questo significa coltivare la sopraffazione, e le esperienze messe a disposizione dal lavoro dell’artista permettono di verificarlo in modo diretto, autonomo e contemporaneamente condiviso.
Incontri/Performances /Happenings con:
Emanuela Baldi (Love Difference), Gianni Barelli, Martina Belloni, Elisa Biagini, Alessio Doveri, Aldo Frangioni, Simonetta Fratini, Riccardo Lestini, Edoardo Malagigi, Sabrina Mazzuoli, Laura Monaldi, Fiorella Nicosia, Angela Nocentini, Alessandra Palma di Cesnola, Elena Salvini Pierallini, Elisa Prati, Valentina Sorgi, Loredana Valoroso, Tatiana Villani. Testi di Lara Carbonara, Pietro Gaglianò. Composizioni sonore Alessandro Grego. Sponsor Bolli Sartoria Creativa - Arezzo, confezione due prototipi di multiabiti MM e recupero di tessuti di scarto.
L'evento relazionale collettivo si sviluppa attraverso l'utilizzo di abiti in cotone e lana allestiti nello spazio in modo da essere indossati e riposti; a parete foto-disegni con istruzioni per l'uso: Abiti relazionali da indossare e condividere tra due-tre-quattro persone, "costrette" ad abitarsi. Abiti temporanei per sedute e movimenti da indossare singolarmente o con altre persone: abito-sedia, abito-tappeto. Multiabiti elastici dalle numerose maniche che costringono o liberano i movimenti e le interpretazioni. Abiti camouflage che si nascondono tra le sculture morbide dalle stesse forme.
Dal testo di Pietro Gaglianò Manuela Mancioppi. Anatomia della condizione sociale Le nuove forme di interazione sociale che nascono dalla frequentazione della websfera dove, quasi sempre nella scia di una tendenza largamente condivisa, i singoli utenti si trasformano occasionalmente in attori di un’aggregazione sensoriale e fisica, rappresentano – io credo – solo un rivestimento: una superficie che si ritiene abbastanza impegnata o, in base alle vocazioni, alla moda, o nient’altro che divertente, riempitiva. Niente che interferisca con le scelte morali delle persone, con la loro effettiva apertura verso la condivisione di una costruzione di senso, che stimoli la comprensione di esigenze e necessità esterne alla propria sfera personale, e l’impegno concreto e duraturo in comportamenti sostenibili e tesi al raggiungimento di un obiettivo. I così detti flash mob, e la presunta dimensione partecipativa, molto millantata nel discorso politico progressista e democratico, sono manifestazioni di una stessa condizione di dittatura del pensiero in cui l’illusoria partecipazione (agli eventi istantanei o alla democrazia diretta) sono solo una pellicola stesa su un individualismo che potremmo definire dogmatico rispetto alla cultura sociale corrente, in quanto promosso e imposto dal sistema di consumo capitalista che fonda sulla soddisfazione del desiderio personale la percezione del benessere.
La partecipazione dovrebbe implicare almeno due direzioni che potrebbero essere figurate come altrettanti movimenti opposti: l’acquisizione di qualcosa e la cessione di qualcos’altro, dove la seconda azione dovrebbe essere quella con il maggior valore formativo, utile alla crescita e alla consapevolezza di chi la agisce. Questo impone un tempo lungo, una volontà precisa di ascolto e la certezza che la condivisione può anche limitare le prerogative del singolo ma lo fa nell’interesse e nella prospettiva di un bene comune, quindi più alto, più sostenibile, fisiologicamente più desiderabile nell’ambito della pluralità sociale. Il lavoro di Manuela Mancioppi senza molte parole mette in opera una sintesi visibile ed esperibile di questa possibilità lavorando contemporaneamente su due piani. In primo luogo la volontarietà dell’azione, dove viene messa a disposizione degli spettatori la possibilità di lasciare la condizione neutra e di entrare in gioco.
Questo richiede anche l’assunzione di una responsabilità soggettiva rispetto ai comportamenti, al contesto, alla situazione in cui si entra in azione e al paesaggio che si lascia dopo il proprio passaggio. Allo stesso tempo le opere, con il loro carattere di temporaneità, prevedono che l’uso (o l’interpretazione) che ne viene fatto non pregiudichi la possibilità per altri partecipanti, in futuro, di avvantaggiarsi delle stesse condizioni. L’altro aspetto importante è proprio nella riflessione specifica che nasce dalla condivisione di un indumento che imbriglia e modifica il movimento, e sul fatto che le scelte da compiere devono tenere conto di una prossimità fisica con altre persone che va oltre la semplice vicinanza: niente di quello che viene fatto è senza conseguenze, ed esiste un legame per niente metaforico che tiene insieme le strutture collettive. Ignorare tutto questo significa coltivare la sopraffazione, e le esperienze messe a disposizione dal lavoro dell’artista permettono di verificarlo in modo diretto, autonomo e contemporaneamente condiviso.
Incontri/Performances /Happenings con:
Emanuela Baldi (Love Difference), Gianni Barelli, Martina Belloni, Elisa Biagini, Alessio Doveri, Aldo Frangioni, Simonetta Fratini, Riccardo Lestini, Edoardo Malagigi, Sabrina Mazzuoli, Laura Monaldi, Fiorella Nicosia, Angela Nocentini, Alessandra Palma di Cesnola, Elena Salvini Pierallini, Elisa Prati, Valentina Sorgi, Loredana Valoroso, Tatiana Villani. Testi di Lara Carbonara, Pietro Gaglianò. Composizioni sonore Alessandro Grego. Sponsor Bolli Sartoria Creativa - Arezzo, confezione due prototipi di multiabiti MM e recupero di tessuti di scarto.
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