Al Museo della Città fino al 16 febbraio opere dalle collezioni Netter e Alexandre

Modì torna nella sua Livorno assieme agli artisti di Montparnasse

Amedeo Modigliani, Chaïm Soutine, 1916, olio su tela, 65 x 100  cm, collezione Jonas Netter
 

Samantha De Martin

12/11/2019

Livorno - Era il 24 gennaio 1920 quando Amedeo Modigliani, dopo essere stato ricoverato, incosciente, all'ospedale della Carità di Parigi, moriva all'età di 36 anni. Quel giorno la Ville lumière e il mondo dell’arte piansero uno dei più grandi artisti di tutti i tempi che non solo era riuscito a rendere immortali amici ed amanti, collezionisti e i figli della notte parigina, ma, a detta di coloro che avevano posato per lui, era stato in grado, attraverso i suoi dipinti, di “spogliarli dell’anima”.
Per celebrare il centesimo anniversario della sua scomparsa, “Dedo” torna nella sua Livorno in occasione della mostra Modigliani e l’avventura di Montparnasse che presenta, fino al 16 febbraio al Museo della Città, i capolavori delle collezioni Netter e Alexandre.

Si tratta di 14 dipinti e 12 disegni del pittore dei colli lunghi, raramente esposti al pubblico e appartenuti ai due collezionisti più importanti che hanno sostenuto Modì durante tutta la sua vita. Paul Alexandre supportò il pittore al suo arrivo a Parigi oltre che durante i suoi ritorni a Livorno nel 1909 e 1913, mentre Jonas Netter, in quanto esperto e geniale collezionista, riunì i più bei capolavori del giovane livornese.

Il pubblico potrà ammirare in mostra il ritratto di grandi dimenioni Fillette en Bleu del 1918, che raffigura una bambina di circa 8 anni avvolta nel suo vestitino azzurro in un ambiente imbevuto di dolcezza e innocenza.
Il ritratto di Chaïm Soutine del 1916, seduto con le mani appoggiate sulle ginocchia, ricorda invece un caro amico dell’artista durante i difficili anni parigini.

Tra i capolavori in mostra c’è poi il ritratto Elvire au col blanc dipinto tra il ’18 e il ’19, con la giovane Elvira, conosciuta ed ammirata a Parigi per la sua bellezza, ritratta da Modigliani quattro volte. Non mancano i disegni, tra i quali la Cariatide (bleue) del 1913, un’opera a sé stante nella quale la figura femminile appare più rotonda e voluttuosa con contorni più sfumati.

Le opere di Modigliani sono affiancate da un centinaio di altri capolavori, anch'essi collezionati da Jonas Netter a partire dal 1915, rappresentativi della grande École de Paris. Tra questi i dipinti di Chaïm Soutine come L'Escalier rouge à Cagnes, La Folle, L'Homme au chapeau e Autoportrait au rideau, eseguite dal 1917 al 1920. Non mancano i lavori di Maurice Utrillo come Place de l'église à Montmagny o Rue Marcadet à Paris, caratterizzati da spazi sereni dove nulla traspare dei soggiorni del pittore negli ospedali psichiatrici per tentati suicidi legati alla dipendenza dall’alcol.

Uno dei ritratti più emblematici del collezionista Jonas Netter è invece Portrait d’homme dell’artista polacco Moïse Kisling.
Si tratta di personaggi con i quali Modigliani aveva stretto amicizia nei quartieri di Montparnasse e di Montmartre, dove era apprezzato per il suo talento geniale e l'approccio intransigente all'arte. Quell’arte nella quale cercava ogni giorno una via di fuga al tragico destino offuscato da alcol e droghe, sfidando la morte.
La mostra Modigliani e l’avventura di Montparnasse si potrà visitare tutti i giorni, inclusi i giorni di Natale e Capodanno, fino al 16 febbraio.
Per informazioni 0586 824551 e 0586 824567.

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