Donne e soldati. Vestirsi alla piemontese secondo Antonio Maria Stagnon
Dal 14 Marzo 2014 al 14 Aprile 2014
Torino
Luogo: Palazzo Madama
Indirizzo: piazza Castello
Orari: da martedì a sabato 10-18
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8
Telefono per informazioni: +39 011 4433501
E-Mail info: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it/
Dal 14 marzo Palazzo Madama presenta una serie di incisioni acquerellate di Antonio Maria Stagnon nelle vetrine del Gabinetto Cinese al primo piano del museo. Antonio Maria Stagnon (Mondelli [Valle Anzasca, Domodossola] 1751 – Torino 1805) è incisore e intagliatore di sigilli, si forma a Parigi nell’atelier di Jacques-Philippe Le Bas, uno dei caposcuola della stampa d’invenzione e nel 1774, due anni dopo il ritorno a Torino, per la sua abilità viene premiato da Vittorio Amedeo III di Savoia con la nomina a “incisore dei Regi sigilli”. La sua produzione è molto varia e spazia dalla geografia al ritratto, dalle illustrazioni di libri ai repertori di costumi. Le sue capacità migliori si esprimono nella resa di disegni minuti, come nel caso delle matrici di sigilli, e in tutte quelle figure dove è importante restituire fedelmente ogni dettaglio della realtà. Due sono le raccolte a cui appartengono i fogli esposti a Palazzo Madama: il Recueil général des modes d’habillement des femmes des états de Sa Majesté le Roi de Sardaigne e l’État général des uniformes des troupes de S.M. le Roy de Sardaigne.
Il Recueil général des modes d’habillement des femmes des états de Sa Majesté le Roi de Sardaigne, è composto da 40 figurini di costumi femminili di diverse province del regno sabaudo, pubblicato da Stagnon nel 1780. La serie è dedicata alla principessa di Piemonte Adelaide Clotilde di Francia, sorella di Luigi XVI re di Francia, che nel 1775 aveva sposato Carlo Emanuele IV di Savoia. Stagnon aveva progettato di pubblicare una vasta raccolta di 120 costumi divisa in tre volumi, ma solo il primo fu dato alle stampe. A partire dagli anni venti del Settecento le autorità sabaude si impegnano a promuovere le attività manifatturiere tessili della regione, che devono competere con le manifatture più evolute dei paesi d’Oltralpe. Il significato del repertorio è chiaro: illustrare la qualità e la varietà delle stoffe e degli abiti sabaudi, ambientandoli nei luoghi dove le donne li indossano per le loro attività quotidiane. Le immagini rappresentano quindi dame di corte, aristocratiche, ma anche “madamine” borghesi, cameriere, contadine e pastorelle di tutte le zone del Piemonte vestite con i loro abiti tradizionali. Palazzo Madama possiede la serie completa di 40 tavole. Il loro arrivo in museo nel 1934 si deve alla donazione della raccolta di libri, disegni e incisioni radunata dai fratelli torinesi Gustavo e Federico Chiantore, industriali tessili, tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento. La collezione Chiantore sviluppa precisi interessi legati alla moda, argomento di grande attualità soprattutto a partire dalla prima Mostra nazionale della moda, inaugurata al Valentino nell’aprile del 1933.
La seconda raccolta, l’État général des uniformes des troupes de S.M. le Roy de Sardaigne, include 84 figurini di uniformi in uso nell'esercito sardo. A questa prima raccolta, di cui conosciamo oggi sette esemplari in collezioni pubbliche e private, avrebbe dovuto seguire un secondo volume dedicato alla cavalleria e agli altri corpi militari. L’artista, però, non soddisfatto del successo commerciale del primo album, abbandona il progetto dopo aver realizzato diverse tavole, che oggi si presentano come fogli sciolti. Negli anni successivi, spinto dalla comparsa sul mercato torinese di altri album di uniformi militari, Stagnon decide di dare alle stampe una seconda opera, più completa ma al tempo stesso più economica. Nel 1795 esce un volume di dimensioni ridotte, che illustra tutti i reparti dell’esercito sabaudo e le milizie create da Vittorio Amedeo III a difesa dello stato nella guerra contro la Francia (“guerra delle Alpi”), combattuta tra il 1792 e il 1796. Di questo volume è nota un’unica copia alla John Hay Library della Brown University (Providence, Usa). Le incisioni qui esposte appartengono al nucleo di 30 figurini donato al museo da Giuseppe Agosti nel 1908.
A chiusura del percorso vengono presentati due fogli di congedo, attestati che vengono consegnati ai militari dell’esercito sardo alla fine della loro carriera. Ogni reggimento ha il proprio congedo e il capitano si rivolge agli artisti più noti, spesso gli stessi che lavorano a corte, per ordinare una stampa illustrata con simboli sabaudi e motivi derivati dalla storia del reparto. Al momento del congedo, il foglio viene compilato e consegnato al soldato in ricordo della sua carriera militare. I due congedi esposti si riferiscono alla Milizia Urbana di Torino (l’attuale polizia), 1796, e al reggimento di fanteria “Piemonte”, 1817-1822.
Il Recueil général des modes d’habillement des femmes des états de Sa Majesté le Roi de Sardaigne, è composto da 40 figurini di costumi femminili di diverse province del regno sabaudo, pubblicato da Stagnon nel 1780. La serie è dedicata alla principessa di Piemonte Adelaide Clotilde di Francia, sorella di Luigi XVI re di Francia, che nel 1775 aveva sposato Carlo Emanuele IV di Savoia. Stagnon aveva progettato di pubblicare una vasta raccolta di 120 costumi divisa in tre volumi, ma solo il primo fu dato alle stampe. A partire dagli anni venti del Settecento le autorità sabaude si impegnano a promuovere le attività manifatturiere tessili della regione, che devono competere con le manifatture più evolute dei paesi d’Oltralpe. Il significato del repertorio è chiaro: illustrare la qualità e la varietà delle stoffe e degli abiti sabaudi, ambientandoli nei luoghi dove le donne li indossano per le loro attività quotidiane. Le immagini rappresentano quindi dame di corte, aristocratiche, ma anche “madamine” borghesi, cameriere, contadine e pastorelle di tutte le zone del Piemonte vestite con i loro abiti tradizionali. Palazzo Madama possiede la serie completa di 40 tavole. Il loro arrivo in museo nel 1934 si deve alla donazione della raccolta di libri, disegni e incisioni radunata dai fratelli torinesi Gustavo e Federico Chiantore, industriali tessili, tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento. La collezione Chiantore sviluppa precisi interessi legati alla moda, argomento di grande attualità soprattutto a partire dalla prima Mostra nazionale della moda, inaugurata al Valentino nell’aprile del 1933.
La seconda raccolta, l’État général des uniformes des troupes de S.M. le Roy de Sardaigne, include 84 figurini di uniformi in uso nell'esercito sardo. A questa prima raccolta, di cui conosciamo oggi sette esemplari in collezioni pubbliche e private, avrebbe dovuto seguire un secondo volume dedicato alla cavalleria e agli altri corpi militari. L’artista, però, non soddisfatto del successo commerciale del primo album, abbandona il progetto dopo aver realizzato diverse tavole, che oggi si presentano come fogli sciolti. Negli anni successivi, spinto dalla comparsa sul mercato torinese di altri album di uniformi militari, Stagnon decide di dare alle stampe una seconda opera, più completa ma al tempo stesso più economica. Nel 1795 esce un volume di dimensioni ridotte, che illustra tutti i reparti dell’esercito sabaudo e le milizie create da Vittorio Amedeo III a difesa dello stato nella guerra contro la Francia (“guerra delle Alpi”), combattuta tra il 1792 e il 1796. Di questo volume è nota un’unica copia alla John Hay Library della Brown University (Providence, Usa). Le incisioni qui esposte appartengono al nucleo di 30 figurini donato al museo da Giuseppe Agosti nel 1908.
A chiusura del percorso vengono presentati due fogli di congedo, attestati che vengono consegnati ai militari dell’esercito sardo alla fine della loro carriera. Ogni reggimento ha il proprio congedo e il capitano si rivolge agli artisti più noti, spesso gli stessi che lavorano a corte, per ordinare una stampa illustrata con simboli sabaudi e motivi derivati dalla storia del reparto. Al momento del congedo, il foglio viene compilato e consegnato al soldato in ricordo della sua carriera militare. I due congedi esposti si riferiscono alla Milizia Urbana di Torino (l’attuale polizia), 1796, e al reggimento di fanteria “Piemonte”, 1817-1822.
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