Uno straniero a Camerino
Apparizione della Madonna col bambino a San Filippo Neri di Giambattista Tiepolo
14/01/2002
Tra i bar, i negozi e la vita di tutti i giorni, tra le piccole e strette stradine della città, in fondo al Corso sulla destra, si apre una piccola piazzetta alberata sulla quale si affaccia la Chiesa di S. Filippo, di epoca barocca, recuperata dopo il terremoto del 1997. All’interno, come un’apparizione, si erge, silenziosa e maestosa, la famosa pala “Apparizione della Madonna col Bambino a S. Filippo Neri” di Giambattista Tiepolo”.
La pala, un olio su tela, era stata ordinata da un Battibocca, nobile camerinese, nel 1743, per decorare la stessa chiesa in onore del Santo. Tra l’altro, l'opera è l’unica testimonianza del pittore veneto nell’Italia centrale. Fino al 1997 la pala era conservata all’interno del Museo Diocesano, nel Palazzo Arcivescovile della piazza centrale, da dove è stata spostata in seguito al terremoto del 1997 che ha reso il Palazzo inagibile. La pala è così tornata al suo luogo originario, nella chiesa di S. Filippo Neri insieme alle altre sculture che raccontano le storie del Santo.
L’opera ripropone le caratteristiche tipiche della pittura del Tiepolo, o meglio, della svolta “chiara” della sua tavolozza attraverso una tecnica pittorica piuttosto rapida, i colori chiari e le ombre colorate, date per grandi tocchi e macchie trasparenti, che riprendono in maniera del tutto originale i veneziani Sebastiano Ricci e Paolo Veronese.
E' proprio questo il periodo in cui l’artista affianca alle commissioni veneziane, che sono soprattutto per la Chiesa o la nobiltà, altri lavori come quello della pala di Camerino.
Segni convenzionali del suo linguaggio sono ancora la descrizione quasi minuziosa delle architetture che sembrano dividere in due l’opera, strutturandola e le figure in posizioni particolari, estremamente scorciate.
La stessa costruzione dell’opera, in cui la luce evidenzia il senso del miracolo, si basa sull’incrocio di sguardi dei protagonisti, ponendo l’attenzione sulla spettacolarità dell’immagine dovuta all’interazione tra i personaggi ma soprattutto sulle pose, create per incuriosire lo spettatore, una sorta di teatro nel teatro, la rappresentazione di una realtà diversa che si sostituisce alla realtà storica e quindi è lontana dall’imitazione (Alpers e Baxandall, "Tiepolo e l’intelligenza figurativa", 1995).
Come S. Filippo rimane disarmato, lasciando cadere la Bibbia per terra, per la sorpresa di tale visione, così lo spettatore viene colpito da quest’imprevedibile bellezza.
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