FILMSTUDIO

filmstudio
 

30/04/2002

Nel 1967 nacque a Roma Filmstudio, un’associazione culturale che si proponeva di mostrare il cinema d’arte e di sperimentazione; come ci spiega il suo presidente attuale, nonché fondatore, Americo Sbardella “L’idea era quella di creare un cinema privato che permettesse la proiezione di film senza visto di censura”. Un luogo che ben presto divenne anche un centro di ricerca e di elaborazione culturale, dove potevano essere sperimentate nuove proposte artistiche, ogni forma d’arte e che veniva trasformato a volte in set cinematografico. Una delle attività più interessanti del Filmstudio è stata quella di esplorare con vaste rassegne l’interazione del cinema con le altre arti, gli altri media e le nuove tecnologie: molti artisti, oggi affermati professionisti, hanno disegnato locandine e programmi per l'associazione(a Ugo Nespolo si deve la locandina della riapertura). Nel 1983 Filmstudio fu inserito nell’elenco delle “Istituzioni Culturali di interesse nazionale” redatto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La sala, chiusa per sfratto nel 1985, ha riaperto i battenti nel 2000 con un’interessante rassegna intitolata “Roma nel cinema” con la presentazione al pubblico di film ispirati all’antica Roma, film storici e non girati a Cinecittà e altri ancora ripresi negli scenari reali, maestosi e sconosciuti della città. I locali sono stati ristrutturati con attrezzature d’avanguardia dall’architetto Paolo Portoghesi, che ha vinto un bando di concorso istituito dalla Regione Lazio. Come continua a raccontarci Americo Sbardella: “Gli spazi sono rimasti quelli di una volta, con la differenza che l’architetto si è trovato a fare delle sale pubbliche, con tutti i limiti delle nuove leggi. Ha rimpicciolito le sale, diminuendone i posti perché ha voluto, giustamente, ingrandirne l’ingresso, che prima era quasi inesistente; ma per il resto è rimasto abbastanza fedele alla struttura”. Oggi come allora, la programmazione mantiene la linea del cinema indipendente, ma anche del cinema d’autore e la strttura si ripropone di tornare un centro culturale a tutti gli effetti, “Il problemaoggi come ieri" afferma Sbardella "è quello di riconquistare il pubblico giovanile, lo zoccolo duro del Filmstudio, e far conoscere soprattutto a loro quello che Fimstudio è stato ed ha rappresentato ma anche quello che può essere oggi”.

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