ART TALK | Gli Innovatori #02 Marco Balich
Michelangelo Superstar
Una ricostruzione dello show Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel courtesy © 2017 Artainment - Balich Worldwide Shows
Piero Muscarà
11/11/2017
Milano - In quell’angolo di Milano che miracolosamente in una giornata piovosa di novembre pare richiamare persino Venezia, non foss’altro che per il nome che porta la strada - Via San Marco appunto - o forse per quel piccolo ponte che pare sospeso in mezzo a quello che oggi è solo il ricordo di un canale, si apre l’ingresso di Balich Worldwide Shows. Sono gli headquarter dove si trova una delle società di produzione di eventi live di maggiore successo al mondo.
“We create shows that amaze and speak to the people’s hearts”. E’ il motto che campeggia cubitale - quasi un contraltare alla via meneghina su cui si affacciano gli uffici di BWS, così shabby chic con le sue biciclette e quell’aria un po’ retrò - sulla homepage del sito web della società italiana. Parole accompagnate da immagini spettacolari, pirotecniche, grandiose di eventi ciclopici organizzati da questi maghi dello showbiz che girano il pianeta.
La società porta il nome del suo fondatore - Marco Balich (ma al suo fianco ci sono due altri soci, Simone Merico e Gianmaria Serra) - un veneziano “globale” che partendo dalle esperienze giovanili nella musica e nei concerti (tra cui il famoso dei Pink Floyd in laguna del 1989) seguite poi dalla produzione videomusicale e televisiva (Film Master Clip e l’Heineken Jammin’ Festival) è approdato al mondo dei grandi eventi divenendo uno dei punti di riferimento più conosciuti e apprezzati internazionalmente.
"Portano la firma di Balich una serie di manifestazioni colossali: dal lancio della Fiat 500 nel 2007, alle cerimonie di apertura della Donbass Arena a Donesk in Ucraina nel 2009 e dello Juventus Stadium nel 2010, a Intimissimi on Ice all’Arena di Verona dal 2014 al 2017. Marco Balich è anche uno dei creativi più apprezzati ad occuparsi di Olimpiadi: Salt Lake City (2002 - Flag Handover), Torino (2006, cerimonie delle Olimpiadi e Paralimpiadi), London (2012, Flag Handover), Sochi (2014, cerimonia di chiusura olimpica e cerimonie paralimpiche), Rio de Janeiro (2016, executive producer con CC2016). E non ultima la direzione artistica del Padiglione Italia a Expo 2015 Milano e l’ormai famoso Albero della vita.
ARTE.it ha incontrato Marco Balich a qualche giorno dall’annuncio del lancio di un mega show, un po’ broadway un po’ experience, Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel che inaugurerà il 15 marzo 2018 all’Auditorium della Conciliazione a Roma.
Marco Balich a Rio de Janeiro di spalle al Museu do Amanha | Photo: Estudio Liquido - Courtesy of © 2017 Artainment
Una produzione che promette di sconvolgere il panorama italiano e internazionale dell’arte portando grande entertainment in un mondo sino ad oggi non proprio votato all’innovazione e alla sperimentazione.
Dopo le Olimpiadi, dunque l’Arte. Ma come è avvenuto questo incontro, Balich?
“Sono nato e cresciuto a Venezia e ho sempre goduto dell’arte in tutte le sue espressioni. Non è stata quindi una folgorazione improvvisa. Il progetto sul Giudizio Universale è frutto della nostra esperienza maturata in oltre vent’anni di eventi e spettacoli grandiosi. Olimpiadi ma non solo. Abbiamo lavorato ai vertici di macchine organizzative e creative complesse, avendo accesso a tecnologie, innovazioni, talenti artistici e professionali incredibili. Un patrimonio di know how che pochi altri al mondo possono vantare e che ci consente oggi di essere così temerari da realizzare per la prima volta uno spettacolo di questo calibro, partendo dall’Italia”.
Una prima volta davvero. Non ci sono esempi di progetti così ambiziosi in circolazione in Italia nel campo dell’arte.
“Se prendiamo le grandi metropoli del mondo, da Londra a New York a Parigi, Roma è l’unica destinazione a non avere alcun grande spettacolo live. Non c’è Broadway, non c’è una programmazione di show di livello internazionale. Ed è incredibile se si pensa che Roma è una città dove ogni anno arrivano 7 milioni e mezzo di turisti e si contano oltre 15 milioni di pernottamenti”.
Numeri importanti. Mancano i capitani coraggiosi?
“La considerazione è più ampia. Guardi a Disney o a Marvel Studios, colossi della produzione cinematografica e televisiva mondiale. Sono aziende che hanno costruito una fortuna intorno a personaggi dei comics come Spider Man o Thor che continuano a rinnovare di anno in anno con nuove produzioni che fanno incassi spettacolari globalmente. Se Hugo Pratt fosse nato a Los Angeles forse Corto Maltese avrebbe potuto raggiungere un successo planetario ben oltre le dimensioni che pur questo celebrato personaggio del fumetto italiano ha potuto toccare in Italia o in Francia. Con questo voglio dire: il problema è a monte. Se non si capisce come funziona l’industria dell’entertainment globale - e se non si ha l’esperienza e il know how adeguato - certe cose non vengono neppure in mente”.
Il musical su Nerone la scorsa estate è stato un flop…
“Senza infierire, il problema è il dilettantismo, frutto del provincialismo”.
Voi siete partiti col piede giusto, dall’accordo con i Musei Vaticani, il museo in Italia che attrae più visitatori in assoluto, sei milioni ogni anno.
“La consulenza scientifica dei Musei Vaticani è un punto fondamentale del progetto. Ci dà la possibilità di provare a sperimentare in questo campo avendo alle nostre spalle una guida sicura con un’autorevolezza indiscutibile e un prestigio unico al mondo. Per approcciare l’arte serve grande cautela, ma non possiamo permetterci che un patrimonio artistico come quello italiano sia lasciato in mano solo agli storici dell’arte. Non dobbiamo aver paura di rendere “fico” un personaggio come Michelangelo. Io voglio renderlo famoso come una rockstar. Perché no ?”.
Un'altra visualizzazione dello show Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel | Courtesy of © 2017 Artainment
Immagino la stiano attendendo al varco, i critici più conservatori.
“Non me ne preoccupo troppo. Il mio obiettivo è fare del Giudizio Universale uno spettacolo straordinario, unico, potente. Voglio che il pubblico esca dall’Auditorium emozionato da tutta questa bellezza, con un tonfo al cuore”.
Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel è la prima produzione che Balich realizzerà per tramite di Artainment una società nata in seno al gruppo per produrre live shows dove i codici “emozionali” dello spettacolo dal vivo e i linguaggi visivi contemporanei incontrano l’arte. Lo spettacolo avrà una durata di 60 minuti nell’Auditorium della Conciliazione a Roma dove la platea degli spettatori verrà condotta per mano nel racconto della nascita del capolavoro michelangiolesco, dagli affreschi della volta sino alla realizzazione del gigantesco affresco del Giudizio Universale, passando anche attraverso una ricostruzione di un conclave per l’elezione del papa ambientata nella Cappella Sistina. L’idea a cui Balich sta lavorando con talenti del calibro di Sting (che ha composto la title song originale) e la supervisione teatrale di Gabriele Vacis sarà un format nuovo, sperimentale dove la performance teatrale e la musica si incontreranno con la proiezioni a 270° di video e animazioni ad alta risoluzione dell’opera di Michelangelo Buonarroti.
Che pubblico immagina sarà interessato al Giudizio Universale show? Le ultime ricerche ISTAT parlano di un 37% di italiani che lo scorso anno non hanno svolto alcuna attività in ambito culturale. Niente libri, cinema, teatro, musica e zero musei. Sono i turisti il vostro target?
“Anche i turisti certamente, ma lo show è per tutti, italiani e non. E sarà uno spettacolo rivolto in primo luogo ai più giovani..”.
Non sarà facile convincerli.
“Personalmente quando mi immedesimo con lo spettatore, penso a un sedicenne. Ha presente come è fatto un ragazzo di 16 anni? Impaziente, esigente. Ma anche fresco, curioso”.
Un pubblico con un livello di attenzione sotto i cinque minuti però…
“Infatti il primo termometro per capire se funziona sarà vedere se riusciamo a fare uno spettacolo così bello da convincerli a non connettersi al loro smartphone per un’ora”.
Rendering dello show immersivo Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel | Courtesy of © 2017 Artainment
Lo show resterà all’Auditorium della Conciliazione per un anno. E poi?
“E poi decideremo il da farsi. L’idea di avere uno show permanente incentrato sulla grande arte italiana a Roma mi convince. Ma le possibilità sono molte. Già in seguito alla conferenza stampa stiamo ricevendo diversi segnali positivi. Abbiamo per esempio richieste dalla Russia, dagli Stati Uniti e dall’America Latina per portare il Giudizio Universale in questi paesi. Il vantaggio che è stato immediatamente colto è che i running cost del nostro spettacolo sono contenuti, grazie alle musiche, ai video e alla dimensione immersiva dello show, tutto funzionerà con un cast limitato di 8 talenti artistici e meno di una ventina di tecnici. Per gli standard di Broadway, poca cosa”.
Quindi spazio alla distribuzione internazionale. E lo show italiano? Nove milioni di budget, un anno per andare a break even sono un risultato ambizioso, non crede?
“Siamo forti, temerari e abbiamo le spalle larghe - ride Balich - e poi in poche settimane abbiamo già venduto 10mila biglietti. Se pensa che lo spettacolo aprirà i battenti a metà marzo 2018, mi pare un buon inizio”.
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“We create shows that amaze and speak to the people’s hearts”. E’ il motto che campeggia cubitale - quasi un contraltare alla via meneghina su cui si affacciano gli uffici di BWS, così shabby chic con le sue biciclette e quell’aria un po’ retrò - sulla homepage del sito web della società italiana. Parole accompagnate da immagini spettacolari, pirotecniche, grandiose di eventi ciclopici organizzati da questi maghi dello showbiz che girano il pianeta.
La società porta il nome del suo fondatore - Marco Balich (ma al suo fianco ci sono due altri soci, Simone Merico e Gianmaria Serra) - un veneziano “globale” che partendo dalle esperienze giovanili nella musica e nei concerti (tra cui il famoso dei Pink Floyd in laguna del 1989) seguite poi dalla produzione videomusicale e televisiva (Film Master Clip e l’Heineken Jammin’ Festival) è approdato al mondo dei grandi eventi divenendo uno dei punti di riferimento più conosciuti e apprezzati internazionalmente.
"Portano la firma di Balich una serie di manifestazioni colossali: dal lancio della Fiat 500 nel 2007, alle cerimonie di apertura della Donbass Arena a Donesk in Ucraina nel 2009 e dello Juventus Stadium nel 2010, a Intimissimi on Ice all’Arena di Verona dal 2014 al 2017. Marco Balich è anche uno dei creativi più apprezzati ad occuparsi di Olimpiadi: Salt Lake City (2002 - Flag Handover), Torino (2006, cerimonie delle Olimpiadi e Paralimpiadi), London (2012, Flag Handover), Sochi (2014, cerimonia di chiusura olimpica e cerimonie paralimpiche), Rio de Janeiro (2016, executive producer con CC2016). E non ultima la direzione artistica del Padiglione Italia a Expo 2015 Milano e l’ormai famoso Albero della vita.
ARTE.it ha incontrato Marco Balich a qualche giorno dall’annuncio del lancio di un mega show, un po’ broadway un po’ experience, Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel che inaugurerà il 15 marzo 2018 all’Auditorium della Conciliazione a Roma.
Marco Balich a Rio de Janeiro di spalle al Museu do Amanha | Photo: Estudio Liquido - Courtesy of © 2017 Artainment
Una produzione che promette di sconvolgere il panorama italiano e internazionale dell’arte portando grande entertainment in un mondo sino ad oggi non proprio votato all’innovazione e alla sperimentazione.
Dopo le Olimpiadi, dunque l’Arte. Ma come è avvenuto questo incontro, Balich?
“Sono nato e cresciuto a Venezia e ho sempre goduto dell’arte in tutte le sue espressioni. Non è stata quindi una folgorazione improvvisa. Il progetto sul Giudizio Universale è frutto della nostra esperienza maturata in oltre vent’anni di eventi e spettacoli grandiosi. Olimpiadi ma non solo. Abbiamo lavorato ai vertici di macchine organizzative e creative complesse, avendo accesso a tecnologie, innovazioni, talenti artistici e professionali incredibili. Un patrimonio di know how che pochi altri al mondo possono vantare e che ci consente oggi di essere così temerari da realizzare per la prima volta uno spettacolo di questo calibro, partendo dall’Italia”.
Una prima volta davvero. Non ci sono esempi di progetti così ambiziosi in circolazione in Italia nel campo dell’arte.
“Se prendiamo le grandi metropoli del mondo, da Londra a New York a Parigi, Roma è l’unica destinazione a non avere alcun grande spettacolo live. Non c’è Broadway, non c’è una programmazione di show di livello internazionale. Ed è incredibile se si pensa che Roma è una città dove ogni anno arrivano 7 milioni e mezzo di turisti e si contano oltre 15 milioni di pernottamenti”.
Numeri importanti. Mancano i capitani coraggiosi?
“La considerazione è più ampia. Guardi a Disney o a Marvel Studios, colossi della produzione cinematografica e televisiva mondiale. Sono aziende che hanno costruito una fortuna intorno a personaggi dei comics come Spider Man o Thor che continuano a rinnovare di anno in anno con nuove produzioni che fanno incassi spettacolari globalmente. Se Hugo Pratt fosse nato a Los Angeles forse Corto Maltese avrebbe potuto raggiungere un successo planetario ben oltre le dimensioni che pur questo celebrato personaggio del fumetto italiano ha potuto toccare in Italia o in Francia. Con questo voglio dire: il problema è a monte. Se non si capisce come funziona l’industria dell’entertainment globale - e se non si ha l’esperienza e il know how adeguato - certe cose non vengono neppure in mente”.
Il musical su Nerone la scorsa estate è stato un flop…
“Senza infierire, il problema è il dilettantismo, frutto del provincialismo”.
Voi siete partiti col piede giusto, dall’accordo con i Musei Vaticani, il museo in Italia che attrae più visitatori in assoluto, sei milioni ogni anno.
“La consulenza scientifica dei Musei Vaticani è un punto fondamentale del progetto. Ci dà la possibilità di provare a sperimentare in questo campo avendo alle nostre spalle una guida sicura con un’autorevolezza indiscutibile e un prestigio unico al mondo. Per approcciare l’arte serve grande cautela, ma non possiamo permetterci che un patrimonio artistico come quello italiano sia lasciato in mano solo agli storici dell’arte. Non dobbiamo aver paura di rendere “fico” un personaggio come Michelangelo. Io voglio renderlo famoso come una rockstar. Perché no ?”.
Un'altra visualizzazione dello show Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel | Courtesy of © 2017 Artainment
Immagino la stiano attendendo al varco, i critici più conservatori.
“Non me ne preoccupo troppo. Il mio obiettivo è fare del Giudizio Universale uno spettacolo straordinario, unico, potente. Voglio che il pubblico esca dall’Auditorium emozionato da tutta questa bellezza, con un tonfo al cuore”.
Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel è la prima produzione che Balich realizzerà per tramite di Artainment una società nata in seno al gruppo per produrre live shows dove i codici “emozionali” dello spettacolo dal vivo e i linguaggi visivi contemporanei incontrano l’arte. Lo spettacolo avrà una durata di 60 minuti nell’Auditorium della Conciliazione a Roma dove la platea degli spettatori verrà condotta per mano nel racconto della nascita del capolavoro michelangiolesco, dagli affreschi della volta sino alla realizzazione del gigantesco affresco del Giudizio Universale, passando anche attraverso una ricostruzione di un conclave per l’elezione del papa ambientata nella Cappella Sistina. L’idea a cui Balich sta lavorando con talenti del calibro di Sting (che ha composto la title song originale) e la supervisione teatrale di Gabriele Vacis sarà un format nuovo, sperimentale dove la performance teatrale e la musica si incontreranno con la proiezioni a 270° di video e animazioni ad alta risoluzione dell’opera di Michelangelo Buonarroti.
Che pubblico immagina sarà interessato al Giudizio Universale show? Le ultime ricerche ISTAT parlano di un 37% di italiani che lo scorso anno non hanno svolto alcuna attività in ambito culturale. Niente libri, cinema, teatro, musica e zero musei. Sono i turisti il vostro target?
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Non sarà facile convincerli.
“Personalmente quando mi immedesimo con lo spettatore, penso a un sedicenne. Ha presente come è fatto un ragazzo di 16 anni? Impaziente, esigente. Ma anche fresco, curioso”.
Un pubblico con un livello di attenzione sotto i cinque minuti però…
“Infatti il primo termometro per capire se funziona sarà vedere se riusciamo a fare uno spettacolo così bello da convincerli a non connettersi al loro smartphone per un’ora”.
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“E poi decideremo il da farsi. L’idea di avere uno show permanente incentrato sulla grande arte italiana a Roma mi convince. Ma le possibilità sono molte. Già in seguito alla conferenza stampa stiamo ricevendo diversi segnali positivi. Abbiamo per esempio richieste dalla Russia, dagli Stati Uniti e dall’America Latina per portare il Giudizio Universale in questi paesi. Il vantaggio che è stato immediatamente colto è che i running cost del nostro spettacolo sono contenuti, grazie alle musiche, ai video e alla dimensione immersiva dello show, tutto funzionerà con un cast limitato di 8 talenti artistici e meno di una ventina di tecnici. Per gli standard di Broadway, poca cosa”.
Quindi spazio alla distribuzione internazionale. E lo show italiano? Nove milioni di budget, un anno per andare a break even sono un risultato ambizioso, non crede?
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