Dal 29 maggio una grande mostra al Pompidou-Metz

La Francia riscopre Arcimboldo, inventore dell'arte moderna

Giuseppe Arcimboldo, Primavera, 1573. Olio su tavola, cm 66,7x50,4. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid
 

Francesca Grego

25/03/2021

Mondo - I suoi curiosi ritratti composti di frutta, ortaggi e ogni genere di oggetti strappano a tutti un sorriso, mentre ingannano l’occhio con stupefacenti illusioni. Amatissimo nel Cinquecento, quando Massimiliano II d’Asburgo lo volle a Vienna come consigliere e artista di corte, vilipeso nei secoli a venire e riscoperto solo all’inizio del Novecento da Dada e Surrealisti, Arcimboldo deve la sua fama soprattutto alle celebri Teste Composte. Ma lo spirito burlesco delle sue invenzioni è solo la faccia più appariscente di una figura artistica di grande profondità. Pontus Hultén e Yasha David, curatori della prima grande retrospettiva a lui dedicata (a Palazzo Grassi, nel 1987), non a caso presentarono Arcimboldo come un precursore della modernità, con quasi cinque secoli di anticipo. 
Oggi una nuova mostra si propone di fare luce sulla sua arte in modo più completo. Nella cornice del Centre Pompidou di Metz, una selezione di capolavori emblematici del maestro milanese dialogherà con opere di grandi artisti che con Arcimboldo hanno più di un debito. L’elenco è ben nutrito: da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Lavinia Fontana a Cindy Sherman, da Francis Picabia a Jan Svankmaier, per andare avanti con Otto Dix, Hans Bellmer, Mario Merz, Wolfgang Tillmans, Annette Messager (presente con un’installazione site specific), in un percorso trasversale alle epoche e ai movimenti.  

L’idea è dell’italiana Chiara Parisi, da un anno alla guida del Pompidou-Metz, che, fresca di nomina, raccontò al quotidiano La Stampa di una precoce passione per l’arte sbocciata proprio in occasione della storica mostra Effect Arcimboldo, durante una gita scolastica a Venezia. Accanto a lei nell’ideazione del progetto troviamo il vulcanico Maurizio Cattelan.


Giuseppe Arcimboldo, Winter, 1573 I Louvre, Paris, France

In programma dal 29 maggio al 22 novembre 2021, Face à Arcimboldo (Di fronte ad Arcimboldo) è concepita come un ritratto del maestro cinquecentesco attraverso gli occhi di artisti che, in modo più o meno consapevole, hanno tratto ispirazione dalla sua opera. “Se Salvador Dalì e André Breton sono i primi a riconoscere l'importanza della sua arte geniale e paradossale”, scrivono i curatori, “le riflessioni che attraversano il lavoro di Arcimboldo continuano a risuonare ben oltre il clan surrealista. La sua passione per l'illusione e per i rebus letterari, il suo pensiero sulla frammentazione, la sua ricerca sull'antropomorfismo e sui meccanismi anamorfici, il suo modo di animare nature morte o di fondere l'uomo e il regno vegetale come animale, rendono l'arte di Arcimboldo profondamente singolare”, oltre che intellettualmente raffinata. 

In una passeggiata che assomiglia a un collage arcimboldiano, rivedremo le celebri Stagioni del Louvre, la Primavera della Real Academia di Madrid, il Bibliotecario in arrivo dalla Svezia, i disegni del Carnet di Rodolfo II degli Uffizi alla luce di una straordinaria libertà immaginativa, ripercorrendo, di frammento in frammento, l’evoluzione dell’artista. Sarà l’occasione per scoprire anche aspetti meno noti dell’arte di Arcimboldo, come i cartoni per le vetrate del Duomo di Milano o le scenografie e i costumi creati per le feste alla corte degli Asburgo.
Al di là della sua natura giocosa o del suo gusto per le curiosità da wunderkammer, a Metz Arcimboldo ritrova il suo spirito da inventore - non a caso si è formato tra i seguaci di Leonardo - e si fa interprete di un modo di pensare all’arte per nulla a disagio nel confronto con il contemporaneo. 


Giuseppe Arcimboldo (copia da), Il Bibliotecario, Olio su tela, 71 x 97 cm, Svezia, Castello di Skokloster

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FOTO - Il fascino alchemico di Arcimboldo