Nelle sale il 27, 28 e 29 settembre
Arriva al cinema The Arch, un viaggio tra i segreti (e nel futuro) dell'architettura
Un'immagine da The Arch. | Regia di Alessandra Stefani | Courtesy Scarabeo Entertainment / Adler Entertainment
Samantha De Martin
20/09/2021
Simile a un esploratore moderno, Dada decide di imbarcarsi su un volo per l’Australia, alla volta di un epico viaggio attraverso quattro continenti. Questa avventura lo porterà a confrontarsi con nove illustri architetti del nostro tempo, i quali, alla maniera di oracoli, riveleranno come il destino dell’umanità prenda forma attraverso lo strumento dell’architettura.
Anche Dada è un architetto, italiano, e le conversazioni con i colleghi di tutto il mondo gli apriranno prospettive inedite sollevando in lui nuove domande. Cosa significa realmente qualità della vita? La fine della cultura automobilistica lascerà il posto a un ambiente socialmente più interconnesso? E ancora, qual è il ruolo della tecnologia nell’ambito delle costruzioni? Come viene interpretata la sostenibilità ora e cosa significherà nel futuro?
Sono questi alcuni interrogativi che, dai grattacieli high-tech di Seoul, sfiorando gli interni della Business School dell’Università di Sydney al China Zun, il grattacielo più alto di Pechino, passando dall’Ospedale San Raffaele di Milano, approderanno al grande schermo grazie a The Arch., il film documentario di Alessandra Stefani prodotto da Scarabeo Entertainment, al cinema il 27, 28 e 29 settembre.
La locandina del film documentario "The Arch." di Alessandra Stefani, prodotto da Scarabeo Entertainment, al cinema il 27, 28 e 29 settembre
“Ho deciso di realizzare questo film - spiega Alessandra Stefani - per un pubblico di viaggiatori cosmopoliti adulti impegnati a rimanere in contatto con un mondo modellato dall’architettura. The Arch. è un racconto di scoperta di sé e rivelazione che fa eco al viaggio archetipico di un eroe (Dada) e ai suoi incontri quasi magici. Dal punto di vista del protagonista, l’architettura è l’apparenza delle cose, il segno esteriore che rivela mentalità, abitudini sociali e la visione del futuro. Volevo collegare il passato al futuro, l’est con l’ovest. Il personaggio di Dada è un dispositivo, un veicolo per forgiare questa connessione. Grazie a lui incontriamo gli straordinari architetti che ci guidano verso una comprensione più profonda di concetti come la responsabilità, la sostenibilità e la felicità. In un crescendo di suggestioni e provocazioni, attraverso il tempo e l’esposizione alla vita, Dada si trasformerà in un essere umano completamente nuovo”.
Un'immagine da The Arch., il film documentario di Alessandra Stefani prodotto da Scarabeo Entertainment
E così, se con l’aiuto di Glenn Scott, direttore dello studio Hassell di Sydney, scopriremo l’International Convention Center, il suo progetto più famoso che domina Darling Harbour come una delle icone della città, Sue Carr, fondatrice e direttrice del design presso lo studio Carr Design di Melbourne, ci introduce alla sua filosofia che unisce la forma alla funzionalità, lasciando un’impronta tangibile sul contesto circostante.
L’innovazione ha radici profonde. A svelarcelo nel documentario sarà Dae-Hong Minn, direttore dello studio Ratio-SMDP di Chicago e padre delle Centropolis Towers, nel quartiere Insa-dong di Seoul, un moderno edificio per uffici diventato il più grande affare immobiliare nella storia della Corea del Sud.
Un'immagine di Sydney dal film documentario The Arch., al cinema il 27, 28 e 29 settembre
Da sostenitore illuminato delle costruzioni ecosostenibili, Dermot Sweeny ha vestito di questa filosofia tutte le sue opere, come la One York Street a Toronto. Anche Wuren Wang - responsabile nel campo del management della costruzione China Zun, il grattacielo più alto di Pechino - e ancora Sven Fuchs, Alexander Mezhevidze - padre delle Axis Towers - Andrés Cajiga - con il suo progetto dell’Hyatt Regency Andares a Guadalajara - Mario Cucinella, fondatore di MC Architects a Bologna - come gli altri architetti presenti in questo film hanno creato ciascuno manufatti architettonici di riferimento.
La permanenza di questi edifici e l’impatto duraturo sui paesaggi urbani continueranno ad attrarre e coinvolgere. Una cosa è certa: gli architetti non spariranno mai, mentre sarà il loro lavoro a cambiare evolvendosi.
E quindi, quale forma architettonica assumerà il nostro futuro? Ma soprattutto, l'architettura potrà salvarci? A Dada e ai suoi illustri colleghi protagonisti di The Arch., l’ardua sentenza.
Un'immagine dal film documentario The Arch., al cinema il 27, 28 e 29 settembre
Vedi anche:
• FOTO - The Arch.
Anche Dada è un architetto, italiano, e le conversazioni con i colleghi di tutto il mondo gli apriranno prospettive inedite sollevando in lui nuove domande. Cosa significa realmente qualità della vita? La fine della cultura automobilistica lascerà il posto a un ambiente socialmente più interconnesso? E ancora, qual è il ruolo della tecnologia nell’ambito delle costruzioni? Come viene interpretata la sostenibilità ora e cosa significherà nel futuro?
Sono questi alcuni interrogativi che, dai grattacieli high-tech di Seoul, sfiorando gli interni della Business School dell’Università di Sydney al China Zun, il grattacielo più alto di Pechino, passando dall’Ospedale San Raffaele di Milano, approderanno al grande schermo grazie a The Arch., il film documentario di Alessandra Stefani prodotto da Scarabeo Entertainment, al cinema il 27, 28 e 29 settembre.
La locandina del film documentario "The Arch." di Alessandra Stefani, prodotto da Scarabeo Entertainment, al cinema il 27, 28 e 29 settembre
“Ho deciso di realizzare questo film - spiega Alessandra Stefani - per un pubblico di viaggiatori cosmopoliti adulti impegnati a rimanere in contatto con un mondo modellato dall’architettura. The Arch. è un racconto di scoperta di sé e rivelazione che fa eco al viaggio archetipico di un eroe (Dada) e ai suoi incontri quasi magici. Dal punto di vista del protagonista, l’architettura è l’apparenza delle cose, il segno esteriore che rivela mentalità, abitudini sociali e la visione del futuro. Volevo collegare il passato al futuro, l’est con l’ovest. Il personaggio di Dada è un dispositivo, un veicolo per forgiare questa connessione. Grazie a lui incontriamo gli straordinari architetti che ci guidano verso una comprensione più profonda di concetti come la responsabilità, la sostenibilità e la felicità. In un crescendo di suggestioni e provocazioni, attraverso il tempo e l’esposizione alla vita, Dada si trasformerà in un essere umano completamente nuovo”.
Un'immagine da The Arch., il film documentario di Alessandra Stefani prodotto da Scarabeo Entertainment
E così, se con l’aiuto di Glenn Scott, direttore dello studio Hassell di Sydney, scopriremo l’International Convention Center, il suo progetto più famoso che domina Darling Harbour come una delle icone della città, Sue Carr, fondatrice e direttrice del design presso lo studio Carr Design di Melbourne, ci introduce alla sua filosofia che unisce la forma alla funzionalità, lasciando un’impronta tangibile sul contesto circostante.
L’innovazione ha radici profonde. A svelarcelo nel documentario sarà Dae-Hong Minn, direttore dello studio Ratio-SMDP di Chicago e padre delle Centropolis Towers, nel quartiere Insa-dong di Seoul, un moderno edificio per uffici diventato il più grande affare immobiliare nella storia della Corea del Sud.
Un'immagine di Sydney dal film documentario The Arch., al cinema il 27, 28 e 29 settembre
Da sostenitore illuminato delle costruzioni ecosostenibili, Dermot Sweeny ha vestito di questa filosofia tutte le sue opere, come la One York Street a Toronto. Anche Wuren Wang - responsabile nel campo del management della costruzione China Zun, il grattacielo più alto di Pechino - e ancora Sven Fuchs, Alexander Mezhevidze - padre delle Axis Towers - Andrés Cajiga - con il suo progetto dell’Hyatt Regency Andares a Guadalajara - Mario Cucinella, fondatore di MC Architects a Bologna - come gli altri architetti presenti in questo film hanno creato ciascuno manufatti architettonici di riferimento.
La permanenza di questi edifici e l’impatto duraturo sui paesaggi urbani continueranno ad attrarre e coinvolgere. Una cosa è certa: gli architetti non spariranno mai, mentre sarà il loro lavoro a cambiare evolvendosi.
E quindi, quale forma architettonica assumerà il nostro futuro? Ma soprattutto, l'architettura potrà salvarci? A Dada e ai suoi illustri colleghi protagonisti di The Arch., l’ardua sentenza.
Un'immagine dal film documentario The Arch., al cinema il 27, 28 e 29 settembre
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• FOTO - The Arch.
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