Il gran principe. Ferdinando de' Medici (1663 - 1713) collezionista e mecenate
Dal 25 Giugno 2013 al 06 Gennaio 2014
Firenze
Luogo: Galleria degli Uffizi
Indirizzo: piazzale degli Uffizi 6
Orari: da martedì a domenica 8.15-18.50
Costo del biglietto: intero € 6.50, ridotto € 3.25
Telefono per informazioni: +39 055 290383
E-Mail info: m.becherini@operalaboratori.com
Sito ufficiale: http://www.unannoadarte.it
Nel terzo centenario della morte del Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713), la Galleria degli Uffizi dedica una mostra a questo importante personaggio che fu tra i principali collezionisti e mecenati d'arte della famiglia granducale di Toscana.
Figlio di Cosimo III e di Marguerite - Louise d'Orléans, Ferdinando coltivò fin da giovanissimo una grande passione per il teatro, la musica e le arti figurative.
La mostra vuole rendere la complessità dei suoi interessi e la novità delle sue scelte che convogliarono su Firenze, allo scadere del Seicento e nel primo decennio del XVIII secolo, i grandi protagonisti di quell'era (musicisti, strumentisti, pittori, scultori).
Il percorso espositivo si articolerà in sezioni che illustreranno le complesse problematiche legate alle scelte culturali di Ferdinando, presentando anche gli edifici nei quali il suo mecenatismo prese vita.
Una sezione introduttiva presenterà il principe in effige e la famiglia d'appartenenza, con opere di Giovan Battista Foggini, Justus Suttermans, Anton Domenico Gabbiani.
La seconda sezione illustrerà gli inizi del mecenatismo e del collezionismo di Ferdinando, esplicitatisi soprattutto nella villa di Pratolino, luogo prediletto dal principe, nella quale, accanto a musici, cantanti, costumisti e compositori, fanno comparsa i grandi scenografi bolognesi, i Bibbiena, mentre la residenza si trasforma nei decori interni e si arricchisce di opere dei pittori preferiti da Ferdinando in quel periodo: tra questi, i toscani, Livio Mehus, Pier Dandini, Domenico Tempesti ma anche 'stranieri' quali il romano Crescenzio Onofri o il padano Cristoforo Munari, tutti impegnati a produrre opere spesso strettamente legate all'edificio e alle attività ludiche che vi si praticavano.
La terza sezione interesserà invece il rinnovamento di palazzo Pitti, del teatro della Pergola e del Duomo fiorentino in occasione delle nozze di Ferdinando con la principessa Violante Beatrice di Baviera (1689). In questo frangente la reggia subì radicali trasformazioni che interessarono il piano nobile, gli appartamenti degli sposi, i mezzanini rinnovati con grande fantasia, documentati in mostra da memorie e disegni preparatori degli artisti che vi lavorarono (Luca Giordano, Diacinto Maria Marmi, Alessandro Gherardini, Giovanni Battista Foggini, Anton Domenico Gabbiani). Al contempo si darà ragione - esponendo disegni e documenti - delle cerimonie e delle feste fiorentine fatte per gli sponsali del principe.
La quarta sezione illustrerà l'interesse sempre crescente del principe per le arti figurative, per la scultura contemporanea come per la pittura, con i principali artefici allora attivi, spesso specialisti nei moderni 'generi' dell'arte tardo - seicentesca quali la natura morta e il ritratto. In questa parte della mostra si vedranno quindi opere sia sacre come profane (di Carlo Dolci, Carlo Loth, Baldassarre Franceschini, il Volterrano), sia di 'natura dipinta' (di Jacopo Ligozzi, Bartolomeo Bimbi, Margherita Caffi, Fardella, Houbracken, Michelangelo Pace da Campidoglio). Non meno interessante, la presenza di oggetti sontuari, di mobili e di suppellettili evocativi del gusto raffinato di Ferdinando, con opere dei grandi intagliatori, intarsiatori, argentieri allora attivi per la corte.
Una sezione significativa del gusto collezionistico del Gran Principe sarà la quinta, nella quale si esporranno alcune delle opere cinque - secentesche rimosse dalle chiese toscane (e non): tra queste la Madonna delle arpie di Andrea del Sarto, l'Estasi di Margherita da Cortona del Lanfranco, la Pala Farnese di Annibale Carracci, infine la Madonna col collo lungo del Parmigianino una delle acquisizioni più prestigiose d'arte del Rinascimento operata da Ferdinando allo scadere del Seicento.
La sezione successiva, la sesta, sarà invece dedicata all'altra villa preferita dal Gran Principe, quella di Poggio a Caiano, rinnovata con gran fasto decorativo che ospitò, in una stanza al piano nobile, una delle raccolte più originali di Ferdinando, quella di 'opere in piccolo' che in mostra sarà suggestivamente ricostruita, presentando una selezione di opere che ne fecero parte, dando così ragione del gusto articolato del collezionista. La sezione settima della mostra presenterà invece le preferenze del principe per la grande scultura fiorentina di fine secolo ed in pittura il rinnovarsi del gusto di Ferdinando verso scuole 'straniere' ben più moderne di quella locale, quali la veneta - amatissima già in gioventù - la bolognese e la ligure (con opere di Crespi, Cassana, Fumiani, Sebastiano e Marco Ricci, Magnasco e Peruzzini) i cui maggiori protagonisti vengono a Firenze e producono per il principe alcuni dei loro capolavori.
L'ultima sezione sarà dedicata agli anni finali di Ferdinando: si presenteranno gli esiti del suo collezionismo artistico, i disegni relativi al monumento celebrativo che si pensava di erigere in sua memoria, i bozzetti connessi a questo progetto, i materiali sulle esequie.
Figlio di Cosimo III e di Marguerite - Louise d'Orléans, Ferdinando coltivò fin da giovanissimo una grande passione per il teatro, la musica e le arti figurative.
La mostra vuole rendere la complessità dei suoi interessi e la novità delle sue scelte che convogliarono su Firenze, allo scadere del Seicento e nel primo decennio del XVIII secolo, i grandi protagonisti di quell'era (musicisti, strumentisti, pittori, scultori).
Il percorso espositivo si articolerà in sezioni che illustreranno le complesse problematiche legate alle scelte culturali di Ferdinando, presentando anche gli edifici nei quali il suo mecenatismo prese vita.
Una sezione introduttiva presenterà il principe in effige e la famiglia d'appartenenza, con opere di Giovan Battista Foggini, Justus Suttermans, Anton Domenico Gabbiani.
La seconda sezione illustrerà gli inizi del mecenatismo e del collezionismo di Ferdinando, esplicitatisi soprattutto nella villa di Pratolino, luogo prediletto dal principe, nella quale, accanto a musici, cantanti, costumisti e compositori, fanno comparsa i grandi scenografi bolognesi, i Bibbiena, mentre la residenza si trasforma nei decori interni e si arricchisce di opere dei pittori preferiti da Ferdinando in quel periodo: tra questi, i toscani, Livio Mehus, Pier Dandini, Domenico Tempesti ma anche 'stranieri' quali il romano Crescenzio Onofri o il padano Cristoforo Munari, tutti impegnati a produrre opere spesso strettamente legate all'edificio e alle attività ludiche che vi si praticavano.
La terza sezione interesserà invece il rinnovamento di palazzo Pitti, del teatro della Pergola e del Duomo fiorentino in occasione delle nozze di Ferdinando con la principessa Violante Beatrice di Baviera (1689). In questo frangente la reggia subì radicali trasformazioni che interessarono il piano nobile, gli appartamenti degli sposi, i mezzanini rinnovati con grande fantasia, documentati in mostra da memorie e disegni preparatori degli artisti che vi lavorarono (Luca Giordano, Diacinto Maria Marmi, Alessandro Gherardini, Giovanni Battista Foggini, Anton Domenico Gabbiani). Al contempo si darà ragione - esponendo disegni e documenti - delle cerimonie e delle feste fiorentine fatte per gli sponsali del principe.
La quarta sezione illustrerà l'interesse sempre crescente del principe per le arti figurative, per la scultura contemporanea come per la pittura, con i principali artefici allora attivi, spesso specialisti nei moderni 'generi' dell'arte tardo - seicentesca quali la natura morta e il ritratto. In questa parte della mostra si vedranno quindi opere sia sacre come profane (di Carlo Dolci, Carlo Loth, Baldassarre Franceschini, il Volterrano), sia di 'natura dipinta' (di Jacopo Ligozzi, Bartolomeo Bimbi, Margherita Caffi, Fardella, Houbracken, Michelangelo Pace da Campidoglio). Non meno interessante, la presenza di oggetti sontuari, di mobili e di suppellettili evocativi del gusto raffinato di Ferdinando, con opere dei grandi intagliatori, intarsiatori, argentieri allora attivi per la corte.
Una sezione significativa del gusto collezionistico del Gran Principe sarà la quinta, nella quale si esporranno alcune delle opere cinque - secentesche rimosse dalle chiese toscane (e non): tra queste la Madonna delle arpie di Andrea del Sarto, l'Estasi di Margherita da Cortona del Lanfranco, la Pala Farnese di Annibale Carracci, infine la Madonna col collo lungo del Parmigianino una delle acquisizioni più prestigiose d'arte del Rinascimento operata da Ferdinando allo scadere del Seicento.
La sezione successiva, la sesta, sarà invece dedicata all'altra villa preferita dal Gran Principe, quella di Poggio a Caiano, rinnovata con gran fasto decorativo che ospitò, in una stanza al piano nobile, una delle raccolte più originali di Ferdinando, quella di 'opere in piccolo' che in mostra sarà suggestivamente ricostruita, presentando una selezione di opere che ne fecero parte, dando così ragione del gusto articolato del collezionista. La sezione settima della mostra presenterà invece le preferenze del principe per la grande scultura fiorentina di fine secolo ed in pittura il rinnovarsi del gusto di Ferdinando verso scuole 'straniere' ben più moderne di quella locale, quali la veneta - amatissima già in gioventù - la bolognese e la ligure (con opere di Crespi, Cassana, Fumiani, Sebastiano e Marco Ricci, Magnasco e Peruzzini) i cui maggiori protagonisti vengono a Firenze e producono per il principe alcuni dei loro capolavori.
L'ultima sezione sarà dedicata agli anni finali di Ferdinando: si presenteranno gli esiti del suo collezionismo artistico, i disegni relativi al monumento celebrativo che si pensava di erigere in sua memoria, i bozzetti connessi a questo progetto, i materiali sulle esequie.
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