Le donne di Manet
i dipinti di donne di edouard Manet
10/10/2005
“Il suo vigore, l’arte dell’apparenza talvolta brutale, l’audacia nella visione erano tuttavia l’emanazione di una natura innamorata dell’eleganza, penetrata intensamente dello spirito lieve di libertà che si respirava ancora a Parigi”. Paul Valéry 1932
Il pittore ama trattenere lo sguardo sulle donne: le Bagnanti sulla Senna, olio su tela proveniente da San Paolo, testimonia la passione di Manet per il nudo femminile, così come nel provocatorio Déjeuner sur l'herbe (1863) con la celebre donna nuda accanto ai due uomini borghesi vestiti di tutto punto.
Il nudo di donna è spesso protagonista e non conserva nessuna aurea mitologica; Manet dipinge una figura femminile reale, dalla carne sussultante. In un'altra celebre opera di frattura, l'Olympia del 1865 di cui in mostra vengono presentati disegni preparatori ed acqueforti, la giovane donna rappresentata in tutta la sua nudità è figlia delle Veneri di Giorgione e Tiziano, dellaMaya di Goya, delle Odalische di Ingres, ma non è dea anzi è una prostituta.
Scrive ancora Paul Valéry, "Olympia urta, sprigiona un orrore sacro, si impone e trionfa. E' scandalo, idolo; potenza e presenza pubblica di un sordido arcano della società…la purezza di un tratto perfetto racchiude l'Impura per eccellenza…" .
Il pittore ama trattenere lo sguardo sulle donne: le Bagnanti sulla Senna, olio su tela proveniente da San Paolo, testimonia la passione di Manet per il nudo femminile, così come nel provocatorio Déjeuner sur l'herbe (1863) con la celebre donna nuda accanto ai due uomini borghesi vestiti di tutto punto.
Il nudo di donna è spesso protagonista e non conserva nessuna aurea mitologica; Manet dipinge una figura femminile reale, dalla carne sussultante. In un'altra celebre opera di frattura, l'Olympia del 1865 di cui in mostra vengono presentati disegni preparatori ed acqueforti, la giovane donna rappresentata in tutta la sua nudità è figlia delle Veneri di Giorgione e Tiziano, dellaMaya di Goya, delle Odalische di Ingres, ma non è dea anzi è una prostituta.
Scrive ancora Paul Valéry, "Olympia urta, sprigiona un orrore sacro, si impone e trionfa. E' scandalo, idolo; potenza e presenza pubblica di un sordido arcano della società…la purezza di un tratto perfetto racchiude l'Impura per eccellenza…" .
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