Paolo Iorio, direttore del Museo Gaetano Filangieri
La Napoli intellettuale al Museo Filagieri

Luca Della Robbia, Testa di giovanetto | Courtesy Museo Filangieri di Napoli
Paolo Iorio
17/06/2020
Napoli - Il Museo Filangieri di Napoli rappresenta una porzione importante di Napoli, che fa da contraltare a quell'altra parte spirituale, egregiamente rappresentata dal San Gennaro e dal suo Tesoro.
La parte intellettuale di Napoli ha avuto corpo in tutti i secoli e ha dato frutti importantissimi, rigogliosi. Solo per citare Pietro Giannone, Giambattista Vico, Pietro della Porta fino ad arrivare a Benedetto Croce.
Filangieri Senior è il degno rappresentante di questa schiera importante di intellettuali, il quale scrive giovanissimo un'opera monumentale La scienza della legislazione dove mette al centro l'uomo e diritti dell'uomo, tra questi il diritto alla ricerca della felicità. Viene in contatto con Benjamin Franklin che sta per realizzare la Carta d'Indipendenza americana, la Costituzione americana. I due hanno un carteggio importante perché Franklin chiede consigli a Filangieri Senior di come realizzare questa grande sua idea, questo sogno. Il carteggio è conservato ed esposto nel Filangieri di Napoli.
La famiglia Filangieri non si ferma a Filangieri Senior, ma prosegue con Filangieri Junior, il nipote. Uomo intellettuale anche lui che ascrive un'opera importantissima La storia dell'arte e dei mestieri napoletani.
Comprende - e siamo alla fine dell'Ottocento in piena Rivoluzione industriale - che questa grande eccellenza campana debba trasformarsi da artigianato artistico in artigianato industriale. Per fare questo vuole formare dei giovani, e crea una struttura.
Immaginate che Via Duomo era un vicolo che congiungeva Corso Umberto e Via Forìa. Siamo in pieno risanamento dopo il colera. Si devono abbattere tutti gli edifici per allargare appunto Via Duomo. Fra questi Palazzo Como, una delle testimonianze rinascimentali di Napoli.
Lui lo compra e lo sposta 20 metri indietro, e già questo di per sé è geniale. Fa realizzare questo palazzo proprio a dei giovani formatori e realizza un qualcosa di incredibile. Porta tutte le sue collezioni che aveva radunato nei suoi giri d'Europa, per questa idea, per questa utopia. Non vorrei parlare di un'opera in particolare, ma della struttura, della Sala Agata, meravigliosa con le sue maioliche che riprendono la grande tradizione dei maiolicari napoletani del Seicento.
Ogni collezione diventa modello per questi formatori. Vorrei parlare della Sala Filangieri, della collezione delle armi, delle porcellane, con una pinacoteca che va dal Quattrocento all'Ottocento e la biblioteca meravigliosa. Tutto questo rappresenta la straordinaria storia di una Napoli intellettuale che nei secoli si è sempre imposta. Il Museo Gaetano Filangieri è proprio questo.
La parte intellettuale di Napoli ha avuto corpo in tutti i secoli e ha dato frutti importantissimi, rigogliosi. Solo per citare Pietro Giannone, Giambattista Vico, Pietro della Porta fino ad arrivare a Benedetto Croce.
Filangieri Senior è il degno rappresentante di questa schiera importante di intellettuali, il quale scrive giovanissimo un'opera monumentale La scienza della legislazione dove mette al centro l'uomo e diritti dell'uomo, tra questi il diritto alla ricerca della felicità. Viene in contatto con Benjamin Franklin che sta per realizzare la Carta d'Indipendenza americana, la Costituzione americana. I due hanno un carteggio importante perché Franklin chiede consigli a Filangieri Senior di come realizzare questa grande sua idea, questo sogno. Il carteggio è conservato ed esposto nel Filangieri di Napoli.
La famiglia Filangieri non si ferma a Filangieri Senior, ma prosegue con Filangieri Junior, il nipote. Uomo intellettuale anche lui che ascrive un'opera importantissima La storia dell'arte e dei mestieri napoletani.
Comprende - e siamo alla fine dell'Ottocento in piena Rivoluzione industriale - che questa grande eccellenza campana debba trasformarsi da artigianato artistico in artigianato industriale. Per fare questo vuole formare dei giovani, e crea una struttura.
Immaginate che Via Duomo era un vicolo che congiungeva Corso Umberto e Via Forìa. Siamo in pieno risanamento dopo il colera. Si devono abbattere tutti gli edifici per allargare appunto Via Duomo. Fra questi Palazzo Como, una delle testimonianze rinascimentali di Napoli.
Lui lo compra e lo sposta 20 metri indietro, e già questo di per sé è geniale. Fa realizzare questo palazzo proprio a dei giovani formatori e realizza un qualcosa di incredibile. Porta tutte le sue collezioni che aveva radunato nei suoi giri d'Europa, per questa idea, per questa utopia. Non vorrei parlare di un'opera in particolare, ma della struttura, della Sala Agata, meravigliosa con le sue maioliche che riprendono la grande tradizione dei maiolicari napoletani del Seicento.
Ogni collezione diventa modello per questi formatori. Vorrei parlare della Sala Filangieri, della collezione delle armi, delle porcellane, con una pinacoteca che va dal Quattrocento all'Ottocento e la biblioteca meravigliosa. Tutto questo rappresenta la straordinaria storia di una Napoli intellettuale che nei secoli si è sempre imposta. Il Museo Gaetano Filangieri è proprio questo.
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