Nelle sale il 26, 27 e 28 novembre

Presto al cinema l'incantesimo di acqua e luce di Monet

Dal backstage de Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e di luce. Courtesy Nexo Digital
 

Samantha De Martin

03/10/2018

Mondo - Fluttua sulla magia dell’acqua e della luce la storia di passione e ossessione che ruota intorno alla figura immensa di Claude Monet.
Il padre dell’Impressionismo arriva sul grande schermo grazie al film evento prodotto da Ballandi Arts e da Nexo Digital che sarà nelle sale il 26, 27 e 28 novembre accompagnando il pubblico in un viaggio tra il Musée Marmottan di Parigi e la Fondation Monet di Giverny, dentro la casa e il giardino dell’artista, tra i suggestivi panorami di Étretat.

Quando l’ex primo ministro francese George Clemenceau si recò a Giverny, ad accoglierlo c’erano diverse tele accatastate nella cantina della ricca abitazione nella quale era ospite. Molte di queste rappresentavano fiori esotici, presentati per la prima volta all’Esposizione Universale di Parigi del 1889. Ma a rendere unica quella dimora erano soprattutto il giardino, lo stagno, quei fiori dai petali carnosi che ondeggiavano sulla superficie affondando le radici nelle acque paludose.
Ha inizio da questa storia l’ultimo prodotto del progetto La Grande Arte al Cinema - distribuito per la stagione 2018 in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it - che trascina gli spettatori alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende del maestro.

A stendere il fil rouge sarà Elisa Lasowski, mentre la consulenza scientifica è affidata allo storico e scrittore Ross King, autore del best seller Il mistero delle ninfee. Monet e la rivoluzione della pittura moderna, edito in Italia da Rizzoli.
A gettare nuova luce sulla figura di Monet e sul suo lavoro, sarà anche l’intervento della fotografa fiamminga Sanne De Wilde e quello della giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron.

Attraverso questo coro di voci orchestrato dalla colonna sonora firmata da Remo Anzovino, il pubblico entra nell’anima di Claude Monet, scopre la depressione che ha indotto il maestro ad abbandonare la pittura per dedicarsi anima e corpo alla Grand Décoration, la sua impresa più colossale.
Ed è tra gli enormi, avvolgenti pannelli raffiguranti il suo stagno di ninfee che lo sguardo dello spettatore si perde in un’atmosfera di pace.

Da Le Havre, dove l'artista trascorre il primo periodo della sua vita artistica, il viaggio punta verso Poissy, Argenteuil, Vétheuil, Giverny. È qui che, recluso nel suo giardino, mentre piovono le bombe della Prima Guerra Mondiale, il maestro dipinge senza tregua la sua opera di resistenza e di pace.
E poi c'è Parigi, con il Musée de L’Orangerie, dove, nelle magnifiche sale ovali da lui stesso disegnate, l’amico George Clemenceau inaugura il museo dedicato alla Grand Décoration, che Monet non vedrà mai.
Solo trent’anni più tardi, le sue Ninfee voleranno oltreoceano alla conquista degli States, decretando per sempre il successo di questo straordinario genio.


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