Scoperti durante un restauro tre affreschi creduti perduti
Il Romanino ritrovato. Viaggio a Lonato del Garda, tra la Rocca e i segreti della Casa del Podestà
Gli affreschi di Romanino nella Galleria della Casa del Podestà I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
Francesca Grego
06/08/2021
Brescia - Fieri ed eleganti, quattro capitani di ventura vegliano sulla monumentale Galleria della Casa del Podestà di Lonato del Garda. Sappiamo che appartennero al casato degli Orsini, ma non ne conosciamo le identità. Un recentissimo restauro, invece, ha finalmente svelato l’autore dei loro ritratti: si tratta di Girolamo Romanino, tra i più originali interpreti della pittura del Cinquecento. Si risolve così un enigma di lunga data, che ha visto gli storici dell’arte dibattere per decenni, e un importante ciclo del maestro bresciano ritrova i suoi pezzi mancanti.
La storia inizia nei primi anni del XVI secolo, quando Nicolò Orsini, conte di Pitigliano e capitano generale dell’esercito della Serenissima, decide di festeggiare con la costruzione di una sontuosa dimora il proprio ingresso nella nobiltà veneziana. Sorge così il Castello Orsini di Ghedi (Brescia) e Romanino celebra il padrone di casa con dipinti che stupiscono i contemporanei per l’impressionante realismo. Nell’Ottocento gli affreschi di Ghedi saranno staccati dalle pareti del salone e della loggia, trasferiti su tela e venduti sul mercato antiquario. Parti del ciclo originario sono state rintracciate presso la Pinacoteca di Palazzo Martinengo, a Brescia, e nelle collezioni dei Musei di Budapest. Ma una porzione non trascurabile mancava all’appello.
Girolamo Romanino, affreschi dal Castello Orsini di Ghedi, 1508-1509 I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
La scoperta degli altri tre strappi è arrivata durante i lavori di restauro da poco terminati nella Casa del Podestà di Lonato del Garda, storica dimora abitata tra Ottocento e Novecento dal senatore Ugo Da Como. Fu proprio Da Como ad acquistare i ritratti dei capitani negli anni Venti del secolo scorso, credendoli opera del pittore bresciano Floriano Ferramola. Riconosciuti come i primi databili con certezza all’interno nel catalogo di Girolamo Romanino (risalgono al 1508-1509), gli affreschi sono oggi esposti tra i tesori di una delle Case Museo più interessanti dell’Italia settentrionale.
Venti stanze completamente arredate scandiscono l’itinerario di visita tra centinaia di dipinti, sculture, mobili antichi e maioliche pregiate, che raccontano il gusto dell’alta borghesia italiana a cavallo tra due secoli. Ma quel che rende unica la Casa del Podestà è una biblioteca di oltre 50 mila volumi, tra manoscritti, codici miniati, incunaboli, cinquecentine, rarità bibliografiche, autografi di Ugo Foscolo. La Galleria, teatro degli affreschi di Romanino, è l’ingresso di rappresentanza che accoglie i visitatori tra arredi d’epoca e 850 libri preziosi. Qui è possibile ammirare le testimonianze della funzione originaria di questo straordinario edificio. Prima di diventare la dimora del senatore, infatti, la Casa del Podestà fu la sede dei rappresentanti della Repubblica di Venezia. A raccontarlo oggi sono oltre settanta stemmi delle casate bresciane che diedero un podestà a Lonato tra il XV e il XVI secolo: oltre a far restaurare quelli già esistenti, Da Como ne fece dipingere altri per ricostruire l’intera storia della Podesteria.
La facciata della Casa del Podestà dai giardini interni I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
Ma i gioielli di Lonato non finiscono qui. La Casa del Podestà, infatti, fa parte di un più vasto complesso monumentale che comprende anche la Rocca, icona di questi territori e tra le fortezze più vaste della Lombardia, lodata per imponenza e posizione strategica dallo stesso Napoleone. Dalle sue mura lo sguardo spazia sul Basso Garda con una vista impagabile e, viceversa, le sue iconiche architetture sono visibili ovunque nell’area circostante. Imperdibile all’interno della Rocca è una visita alla cinquecentesca Casa del Capitano, dove si arriva con un percorso panoramico per scoprire le meraviglie del Garda in un nuovissimo allestimento virtuale. Dalle verdi colline alle ville romane di Desenzano o a Sirmione, con il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo, fino a borghi, castelli e gemme nascoste, le attrazioni del territorio si svelano nelle spettacolari immagini della Sala immersiva e invitano all’esplorazione. Anche il passato della fortezza non ha più misteri: tra emozionanti vedute aeree, si viaggia attraverso i secoli passando dagli Scaligeri alla Repubblica di Venezia, dai Visconti ai Gonzaga e alla “cittadella della cultura” voluta da Ugo Da Como.
Casa del Podestà e Lonato del Garda I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
La storia inizia nei primi anni del XVI secolo, quando Nicolò Orsini, conte di Pitigliano e capitano generale dell’esercito della Serenissima, decide di festeggiare con la costruzione di una sontuosa dimora il proprio ingresso nella nobiltà veneziana. Sorge così il Castello Orsini di Ghedi (Brescia) e Romanino celebra il padrone di casa con dipinti che stupiscono i contemporanei per l’impressionante realismo. Nell’Ottocento gli affreschi di Ghedi saranno staccati dalle pareti del salone e della loggia, trasferiti su tela e venduti sul mercato antiquario. Parti del ciclo originario sono state rintracciate presso la Pinacoteca di Palazzo Martinengo, a Brescia, e nelle collezioni dei Musei di Budapest. Ma una porzione non trascurabile mancava all’appello.
Girolamo Romanino, affreschi dal Castello Orsini di Ghedi, 1508-1509 I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
La scoperta degli altri tre strappi è arrivata durante i lavori di restauro da poco terminati nella Casa del Podestà di Lonato del Garda, storica dimora abitata tra Ottocento e Novecento dal senatore Ugo Da Como. Fu proprio Da Como ad acquistare i ritratti dei capitani negli anni Venti del secolo scorso, credendoli opera del pittore bresciano Floriano Ferramola. Riconosciuti come i primi databili con certezza all’interno nel catalogo di Girolamo Romanino (risalgono al 1508-1509), gli affreschi sono oggi esposti tra i tesori di una delle Case Museo più interessanti dell’Italia settentrionale.
Venti stanze completamente arredate scandiscono l’itinerario di visita tra centinaia di dipinti, sculture, mobili antichi e maioliche pregiate, che raccontano il gusto dell’alta borghesia italiana a cavallo tra due secoli. Ma quel che rende unica la Casa del Podestà è una biblioteca di oltre 50 mila volumi, tra manoscritti, codici miniati, incunaboli, cinquecentine, rarità bibliografiche, autografi di Ugo Foscolo. La Galleria, teatro degli affreschi di Romanino, è l’ingresso di rappresentanza che accoglie i visitatori tra arredi d’epoca e 850 libri preziosi. Qui è possibile ammirare le testimonianze della funzione originaria di questo straordinario edificio. Prima di diventare la dimora del senatore, infatti, la Casa del Podestà fu la sede dei rappresentanti della Repubblica di Venezia. A raccontarlo oggi sono oltre settanta stemmi delle casate bresciane che diedero un podestà a Lonato tra il XV e il XVI secolo: oltre a far restaurare quelli già esistenti, Da Como ne fece dipingere altri per ricostruire l’intera storia della Podesteria.
La facciata della Casa del Podestà dai giardini interni I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
Ma i gioielli di Lonato non finiscono qui. La Casa del Podestà, infatti, fa parte di un più vasto complesso monumentale che comprende anche la Rocca, icona di questi territori e tra le fortezze più vaste della Lombardia, lodata per imponenza e posizione strategica dallo stesso Napoleone. Dalle sue mura lo sguardo spazia sul Basso Garda con una vista impagabile e, viceversa, le sue iconiche architetture sono visibili ovunque nell’area circostante. Imperdibile all’interno della Rocca è una visita alla cinquecentesca Casa del Capitano, dove si arriva con un percorso panoramico per scoprire le meraviglie del Garda in un nuovissimo allestimento virtuale. Dalle verdi colline alle ville romane di Desenzano o a Sirmione, con il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo, fino a borghi, castelli e gemme nascoste, le attrazioni del territorio si svelano nelle spettacolari immagini della Sala immersiva e invitano all’esplorazione. Anche il passato della fortezza non ha più misteri: tra emozionanti vedute aeree, si viaggia attraverso i secoli passando dagli Scaligeri alla Repubblica di Venezia, dai Visconti ai Gonzaga e alla “cittadella della cultura” voluta da Ugo Da Como.
Casa del Podestà e Lonato del Garda I Courtesy Fondazione Ugo Da Como
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