Il poeta di Volare amava l'arte, Chagall e i futuristi

E Migliacci volò nel blu dipinto di blu

 

Piero Muscarà

15/09/2023

Roma - “Lo aspettai per ore, ma Mimmo non si fece vedere. Ero infuriato, seppi poi che al mare c'era andato con Franca Gandolfi, sua moglie. Allora tornai a casa, in tasca avevo solo 300 lire, e decisi di comprarmi una bottiglia di Chianti per sbronzarmi. Mi addormentai e al risveglio, ancora mezzo addormentato, guardai due riproduzioni di Chagall attaccate sulla parete. Una era La femme au coq rouge, con il gallo rosso che vola nel cielo blu, l’altra era Le peintre et son modéle, col pittore che ha la faccia dipinta di blu. E lì vennero fuori le prime parole..”


Immagine: Marc Chagall, Coq rouge dans la nuit, 1944

Franco Migliacci aveva 77 anni quando Gino Castaldo lo intervistò per La Repubblica in quella che fu una delle testimonianze più straordinarie sull’origine della canzone italiana probabilmente più famosa al mondo.

Parliamo di Nel blu, dipinto di blu, o di Volare se preferite. Il brano scritto da Domenico Modugno e da Franco Migliacci che vinse il Festival di Sanremo del 1958 divenendo poi un inno nazionale, un successo planetario, una canzone simbolo di un'epoca, di un mondo che cambiava, di un’Italia pronta a rinascere nuova, americana come quelle braccia stese dell’urlatore swinger Modugno evocavano durante l’esecuzione del brano sul palco sanremese, un paese pronto a cavalcare il boom economico, la rivincita di una generazione che aveva cancellato il fascismo e che si era rialzata dalla polvere e dalle macerie del dopoguerra.

Franco Migliacci, il poeta che scrisse quelle parole, è morto oggi, 15 settembre 2023 a Roma a 92 anni. Nella sua lunga vita e carriera è stato autore di numerosi brani e di canzoni indimenticabili. A noi piace ricordarlo anche per un altro piccolo dettaglio, che emerge sempre dall’intervista del 2007 quando Migliacci risponde alla domanda di come lui e Modugno fossero poi arrivati alla versione della canzone che tutti conosciamo, e lui racconta “Litigando a morte. Sei mesi di sfuriate. Una fu sulla parola ‘trapunto’ (di stelle), che io volevo togliere perché mi sembrava vecchia, lui mi disse: “Tu devi essere al servizio di un cantante e io ti dico che quella parola io la canto benissimo". Ma alla canzone mancava uno sfogo, rimaneva compressa. Un giorno, questo me lo raccontò poi Franca, Mimmo era davanti alla finestra e un colpo di vento la fece aprire all'improvviso, e lui allora gridò felice: “Volare! oh oh". A me, che amavo i futuristi, piacque subito l'idea di quella sequenza di infiniti: volare, cantare. Così finalmente completammo la canzone….”.

NEL BLU DIPINTO DI BLU
di Franco Migliacci e Domenico Modugno
(1958 Fonit Cetra - interpretata da Domenico Modugno e Johnny Dorelli)

Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d'improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassù
E volavo, volavo felice più in alto del sole
Ed ancora più su
Mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
Una musica dolce suonava soltanto per me
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassù
Ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché
Quando tramonta la luna li porta con sé
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
Che sono blu come un cielo trapunto di stelle
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
E continuo a volare felice più in alto del sole
Ed ancora più su
Mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu
La tua voce è una musica dolce che suona per me
Volare oh, oh
Cantare oh, oh
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiù
Con te