Paolo Medici. Rinascimento Donna

Paolo Medici, Urlo, 2018

 

Dal 30 Marzo 2019 al 28 Aprile 2019

Pordenone

Luogo: Galleria Bertoia

Indirizzo: corso Vittorio Emanuele II, 60

Orari: da giovedì a sabato 16-19; domenica 10-12 / 16-19

Enti promotori:

  • Comune di Pordenone
  • Galleria Bertoia

Costo del biglietto: intero € 3, ridotto € 1

E-Mail info: museo.arte@comune.pordenone.it

Sito ufficiale: http://www.comune.pordenone.it/galleriabertoia



Dopo la mostra al Palazzo Ducale di Sabbioneta la personale di Paolo Medici “Rinascimento Donna” arriva, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Pordenone alla Galleria Bertoia dal 30 marzo (inaugurazione alle 17.30) al 28 aprile, con la sponsorizzazione di Bellenda. Quella sul Noncello sarà dunque la seconda tappa di un progetto itinerante dedicato solo ad aree Museali, che nel 2010 vedrà l'esposizione arrivare al 2020 nella Reggia di Caserta e nel Palazzo della Regione Legislativa di Bologna.

“Paolo Medici – afferma l’assessore alla cultura Pietro Tropeano – è artista dotato di grande tecnica. Dopo gli anni giovanili trascorsi nello studio di Corrado Cagli ha saputo trovare un suo itinerario artistico originalissimo frutto di un’attenta ricerca su quello che lui definisce un percorso di “classicità rinascimentale”. L’artista coniuga e rielabora antichissime tecniche di pittura a partire dalle antiche velature dei pittori rinascimentali. Il risultato ottenuto è quello di un effetto naturalistico dove la classicità delle forme rinascimentali, il tema della bellezza, una sorta di mistica della femminilità, si fondono in immagini di fascinosa bellezza. Si coglie, nei suoi ritratti una continua ricerca della perfezione, un’opera pittorica molto armoniosa che si esprime nella bellezza delle figure e dei volti femminili. Una ritrattistica che non mancherà di suscitare curiosità e meraviglia”.
Alla base del progetto ci sono infatti due linee di ricerca.

La prima riguarda l'umanesimo dell’immagine. L’ indagine è infatti condotta sui fondamenti della tradizione artistica occidentale che fanno capo ai principi di “ordine e grandezza” (ritmo, organizzazione degli spazi, misura, armonia delle parti), ovvero proprio gli oggetti della ricerca estetica che ha originato il nostro Umanesimo, che  convenzionalmente passa sotto la definizione generica di Rinascimento.

La seconda riguarda il soggetto, ovvero la donna. Nello specifico siamo davanti a una contemplazione della femminilità nei suoi aspetti archetipici. Essa, come fulcro di questa ricerca figurativa non si riduce a mero oggetto, ma rispecchia valori universali e archetipici, spogliandosi dei clichet, nei quali viene spesso ingabbiata come “madre”, “patria”, “amante”, “strega”, “musa”, “morte rapace” o altre etichette. Si presenta invece libera di essere quello che vuole e di esprimere apertamente i propri stati d’animo e la sua sensualità.

“Il baricentro della produzione - afferma il critico Davide Mattellini - punta a sviscerare i connotati originari della femminilità, al di là delle denotazioni ideologiche a essa attribuibili. Gli infiniti passaggi cromatici che caratterizzano le sovrapposizioni dei pastelli cerosi sulla carta nera declinano nella tecnica sperimentata tutti i costrutti delle antiche velature dei pittori rinascimentali, e nel contempo combinano la craquelure derivante dai supporti di ricalco (trame di ferro, pelli conciate, stoffe e quant’altro) con una antichizzazione naturale del supporto. Il risultato ricercato e ottenuto è quello di un effetto naturalistico mediato già all’origine dal passaggio del tempo”.
“Queste opere di Paolo Medici – sostiene il critico Ettore Daoglio – sono architetture pittorico-temporali costruite sul ritmo dell’immagine, sulla scansione narrativa, sulla bellezza aulica e la poesia silenziosa del tempo. In esse  ritroviamo l’universalità  perenne e profonda dei moduli classici e del loro valore, mentre lo sguardo scivola lentamente nella sostanza della materia, inabissandosi”.

L’artista indaga dunque modelli narrativi archetipici senza essere tradizionale, ma evidenziando carnalità e spiritualità, elementi opposti che confluiscono fino a con-fondersi.

Costante dei dipinti di Paolo Medici oltre allo studio metodico della figura femminile è la sperimentazione tecnica del frottage – modalità acquisita sin dagli esordi nell’atelier di Cagli, e di cui si fa a tutt’oggi portatore d’eccellenza riconosciuto a livello nazionale ed europeo.

Paolo Medici è nato a Roma nel 1955.
Ha frequentato come allievo lo studio di Corrado Cagli, perfezionando i suoi studi di pittura dal 1969 al 1976. Nel 1973 frequenta lo studio di Giorgio de Chirico per uno stage di pittura.
Sceglie di focalizzare la propria attenzione sulla sperimentazione del frottage, tecnica che impara ad usare con estrema padronanza e creatività al punto da realizzare dipinti il cui effetto visivo riesce ad evocare la stessa intensità e chiarezza di un’opera creata con i colori ad olio. Paolo Mediciviene considerato uno dei migliori artisti contemporanei nella pittura con questa tecnica.
Se la tecnica che predilige è il frottage che sfrutta lo strofinio dei pastelli cerosi ad olio su carta poi intelata, il tema delle sue opere è l’antico, a volte la storia, a volte il mito, non sentito come sogno o nostalgia, ma come presenza certa e determinata.
Sin da giovanissimo inizia l'attività espositiva e nel 1975 realizza la sua prima mostra personale alla Galleria La Bòheme di Roma.
Frequenta gli studi di diversi artisti come Salvatore Provino, Giuseppe Bertolini,  Angelo Canevari,Nuvolo (Giorgio Ascani)dove assimila e perfeziona le tecniche di pittura, scultura e grafica.
 
All'inizio del 2000 la grande svolta artistica, con una serie di quadri intitolata Acque che proietta l'artista nella scelta definitiva della completa figurazione. Seguiranno femmes, le storie di Leda, il volto, segno dell'anima, mademoiselleabout face, veli d’occidente e sinestesie.
Si considera unrealista emotivo.
L’emozione è ciò che vuole rappresentare, il realismo è il suo modo di realizzare un dipinto.
 
Paolo è un ritrattista di anime così come egli le intuisce attraverso le fisionomie, i tratti dei volti, i lampi degli sguardi, i segni impercettibili quali possono essere le pieghe delle labbra e i piccoli solchi tracciati dal tempo; dallo studio del volto, Paolo ne intuisce la spiritualità dell'anima che da esso traspare“. (Francesco Mazzotta)
 
Al suo attivo ha numerose mostre personali in Musei, Gallerie pubbliche e private.  
 
Dal 1990 vive e lavora a Bologna. 
 
Inaugurazione sabato 30 marzo ore 17.30

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