Tomaso Binga. Carta da parato 40 anni dopo

Tomaso Binga

 

Dal 08 Aprile 2016 al 03 Giugno 2016

Milano

Luogo: Galleria Ciocca arte contemporanea

Indirizzo: via lecco 15

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30 o su appuntamento

Curatori: Raffaella Perna

Telefono per informazioni: +39 345.9059834

E-Mail info: cioccagallery@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.rossanaciocca.it



L’8 aprile la Galleria Ciocca arte contemporanea presenta la mostra personale Tomaso Binga. Carta da parato 40 anni dopo a cura di Raffaella Perna.
Nel 1976 Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, realizza in un’abitazione privata romana la performance Carta da parato (riproposta l’anno successivo a Riolo Terme e alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna): l’artista tappezza le pareti delle stanze con carte su cui sono tracciati a mano segni grafici che riempiono lo spazio per intero. Indossando un abito realizzato con la stessa carta, l’artista si mimetizza nell’ambiente e declama a più riprese la poesia “Io sono una carta”.

L’azione dà corpo all’espressione gergale “fare carta da parati”, riferita a quelle donne, considerate poco avvenenti, che alle feste non venivano invitate a ballare e restavano in attesa incollate alle pareti. L’opera denuncia le disparità di genere e pone l’accento sulla subalternità culturale e la violenza psicologica a cui è sottoposta la donna nella società contemporanea. Abbracciate negli anni Settanta le istanze del femminismo, Tomaso Binga conduce infatti una ricerca volta a esplorare il linguaggio e a demistificarne gli aspetti sessisti mediante una destrutturazione e reinvenzione che passa anche attraverso l’uso del corpo e della voce. In mostra, oltre alle carte da parati e al vestito indossato all’epoca dall’artista, viene presentato per la prima volta un gruppo di opere fotografiche che documenta l’azione. Sono esposte, inoltre, alcune opere collage su polistirolo riciclato realizzate nei primi anni Settanta.
 
Bianca Pucciarelli Menna è un’artista italiana nata a Salerno nel 1931. L’acquisizione del nome maschile Tomaso Binga è dovuta ad una forma di protesta di fronte ai privilegi del genere maschile rispetto a quello femminile. Ha insegnato teoria e metodo dei mass media, e a partire dal 1970 si è occupata di scrittura verbo-visiva e di poesia sonora, visiva e performativa, partecipando anche a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive. A partire dal 1974 dirige l’associazione culturale Lavatoio Contumaciale che si occupa di poesia, arti visive, musica, letteratura. Dal 1992 è presidente della fondazione Filippo Menna, centro studi d’arte contemporanea di Salerno. 

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